CATTOLICI DEMOCRATICI ALLO SCOPERTO

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Antonio Floridia interviene sul Manifesto a proposito delle posizioni espresse dai popolari di Pierluigi Castagnetti (vedi Rassegna dei giorni precedenti): “Cattolici democratici e fantasma dell’identità”. Sul tema anche Carlo Trigilia: “Perché l’esperienza del Pd non ha funzionato?” (Domani) e, con diversa posizione, Giuliano Cazzola: “Il peccato originale del Pd: l’impossibile convivenza di cattolici e comunisti” (Il Quotidiano del Sud).  Sul Pd e l’incontro dei tre candidati di ieri con il gruppo degli ex veltroniani: la ricostruzione un po’ beffarda di Andrea Carugati: “Nel Natale in casa Pd parenti litigano sul conflitto di classe” (Manifesto) e altre più serie: Roberta D’Angelo, “Pd, i tre sfidanti provano a dare la scossa” (Avvenire); Luca De Carolis, “‘Non si ritorni ai Ds’: i palettiai candidati dei fu veltroniani” (Il Fatto); Lorenzo De Cicco, “Euroscandalo e sondaggi negativi, il Pd a rischio irrilevanza” (Repubblica); Maria Teresa Meli, “Passo indietro di Letta sulla carta dei valori, deciderà il nuovo  Pd” (Corriere della sera); Emilia Patta, “Pd, Letta disinnesca la mina Manifesto: sarà completato dopo il Congresso” (Sole 24 ore). Claudio Querques ricorda: “Mezzo partito appeso a Cuperlo” (Il Tempo). Dice Roberto Morassut: “Torniamo a Gramsci, non alla sua icona ma al suo pensiero” (intervista a Il Riformista). Un’ampia ricostruzione in Ettore Maria Colombo, “Il Pd cerca di fermare il suo cupio dissolvi” (l’uovo di Colombo). Elly Schlein, “Il Pd ritrovi l’identità e apra le porte” (intervista a La Stampa). Sergio Cofferati, “Redistribuire ricchezza. Il Pd ha una missione” (intervista a Repubblica). 

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