Tra primarie e riforma elettorale

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 “Il nostro sistema politico è entrato di nuovo in una dinamica ‘rivoluzionaria’”, scrive Piero Ignazi su “la Repubblica” del 7 novembre. Osserva che il movimento di Grillo può certo alimentare il disprezzo verso la politica, ma può anche “convogliare la domanda di una politica migliore”, e comunque “l’unico argine viene dal Pd e dalle sue primarie che costituiscono il solo momento aperto, partecipativo, di base in cui la politica risuona con accenti veri” (Il senso delle primarie Pd). Ma in molti denunciano il voto di Pdl, Lega e Udc per riformare in peggio la legge elettorale: vedi la cronaca di Amedeo la Mattina su “La Stampa” (Legge elettorale. Il rebus è la soglia) e Roberto D’Alimonte su “Il Sole 24 Ore” del 6 novembre (D’Alimonte. Serve un bonus al primo partito), e, il 7 novembre, Gianluigi Pellegrino su “la Repubblica” (Il porcellum ingrassato) e Stefano Menichini su “Europa” (Il premio di minoranza), i quali chiedono al presidente Napolitano di intervenire.

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