SERVE UN PROGETTO PER L’ITALIA, UN CAMBIO DI PARADIGMA…

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Basta appelli all’unità” dice Massimo D’Alema al Corriere della Sera, spiegando perché Mdp, SI e Possibile vanno per la loro strada (e, dice, che ci vanno “con un’enorme partecipazione della società civile, del cattolicesimo popolare”). Franco Monaco: “La rottura tra Pd e Mdp e le condizioni di Pisapia” (Huffington post). “Alta tensione tra Pd e Campo progressista”, riferisce Carlo Bertini su La Stampa. Ma in Campo progressista c’è chi, come Angelo Sanza, ex dc, dice: “Tra noi e D’Alema distanze incolmabili. Meglio Matteo…” (intervista a Il Dubbio). Susanna Camusso replica a Padoan: “Caro Padoan, non è di sinistra questa iniqua legge pensionistica” (a Repubblica). Ma Marco Ruffolo, sempre su Repubblica, scrive: “Giovani o anziani: il dilemma che divide l’Europa”. Eugenio Scalfari spiega (fino a un certo punto) “L’inganno sul mio voto a Berlusconi” (Repubblica); e Piero Sansonetti, su Il Dubbio: “Scalfari, Berlusconi e la lunga guerra che ha diviso la borghesia”. Di Maio scrive a Macron, e Luciano Capone sul Foglio dice: “Il nulla grillino spiegato con la lettera di Di Maio a Macron”. Un profilo di Macron scritto per il Sole 24 ore da Emmanuel Carrere. Un lungo scritto di Michele Salvati, “Renzi, il Pd e il futuro. Come meritarsi guadagnare una vera vocazione maggioritaria” (Foglio). Massimo Bray, sul Corriere, indica i tratti di una nuova sinistra, più vicina alla gente e più critica verso il sistema: “Basta coi calcoli politici, serve un progetto per l’Italia”.  Sul Manifesto Francesco Antonelli recensisce il libro di Mauro Magatti, “Cambio di paradigma” (“L’antropologia ci salverà”).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2 Comments

  1. Una curiosità personale. Premesso che, dato lo stato del mondo e, in seconda battuta, dell’Europa, sono inutili i sondaggi su elezioni che si giocheranno l’ultimo mese se non l’ultima settimana, c’è qualcuno degli amici di cui sopra – molti amici anche personali – che riconosca che il referendum sulla riforma costituzionale (costituzionale e non “renziana”, a prescindere da chi ci ha messo troppa faccia) è stata un’occasione perduta di evitare ulteriore caos?
    giancarla codrignani

  2. A proposito di “Cambio di Paradigma”, libro che verrà presentato oggi all’Archiginnasio di Bologna [ore 18], mi sembra opportuno metterlo in relazione con l’invito a “essere pronti per il futuro senza sapere come sarà”, offerto dalla mostra “Arte e Scienza”, presso l’Opificio della Fondazione Golinelli.
    Se il presente non è soddisacente, lo si può ritenere “il futuro di un passato nel quale andrebbero ricercate scelte di percorso che avrebbero dovuto essere, se possibile, diverse”.
    Se quelle scelte sono state scelte “di sistema”, il ritrovamento di un percorso alternatico, che ci avrebbe dato un futuro migliore, richiede la capacità di intervenire per adeguare il sistema alla protezione dei suoi utenti dai rischi di scelte errate.
    A Bologna la gestione della relazione tra utente e sistema [anche se solo “informatico”] ha avuto un protagonista eccellente nel CINECA [Centro di Calcolo Interuniversitario dell’Italia Nord Orientale], a partire dal 1969.
    Se allora il sistema informatico era un supercomputer, che richiedeva capacità di pensiero “computazionale”, oggi il sistema che riichiede la gestione della sua relazione con l’utente è una super-rete, che richiede capacità – apparentemente introvabili – di pensiero “sistemico”.
    Suggerirei, come nonno con compiti educativi intergenerazionali, di prendere in considerazione gli aspetti dell’esperienza del Cineca che avrebbero potuto aiutare a introdurre un cambiamento di paradigma, nella gestione della relazione tra società civile e tecnologia, a partire dagli anni dell’avvento del web [1989 – 1993].
    Luigi Bertuzzi

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