“QUALUNQUE SCELGO È COLPA”. E IL “SÌ” COME MALE MINORE

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Michele Serra nella sua Amaca di domenica commenta con malinconica ironia una recente dichiarazione di Raniero La Valle su Micromega sulle responsabilità del governo Renzi per il predominio dei mercati sulla volontà popolare. Pierluigi Castagnetti, sul suo blog, commenta con amarezza la violenza verbale di tanti sostenitori del No (e forse anche del Sì), specie sul web (uno gli ha augurato un altro infarto…): “Ragazzi, diamoci tutti una calmata”. Il Regno pubblica un editoriale del direttore Gianfranco Brunelli in cui sostiene che “la vittoria dei ‘no’ può travolgere il sistema politico”, ma aggiunge che “Il ‘sì’ non produce rischi alla nostra democrazia, ma enfatizza certamente un leader scaltro e ambizioso, propenso a un decisionismo solitario, ma non dimostratosi sinora all’altezza delle sfide dell’Italia, sia quelle interne sia quelle internazionali” e conclude: “’Qualunque scelgo è colpa’, possiamo ripetere con Adelchi. Cerchiamo il male minore” (“La Costituzione dei partiti”). Emma Fattorini, sull’Unità, sostiene che la riforma costituzionale è nel solco “della migliore tradizione del cattolicesimo politico italiano” (“Quale democrazia: la posta in gioco anche per i cattolici democratici”). Mons. Bruno Forte indica alcuni criteri per la scelta sul referendum, che indicano la sua propensione al Sì: “La carità è la misura dell’agire politico di ognuno di noi” (Sole 24 ore).

 

 

 

 

 

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