Politica delle armi e vita in fuga. Incontro con Graziano Delrio

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Pur se organizzato in gran fretta, per “sfruttare” una disponibilità del deputato del Pd Graziano Delrio, l’incontro sul web organizzato dalla nostra rete c3dem insieme al Movimento dei Focolari Italia e all’associazione La Rosa Bianca (che di c3dem è tra i soci fondatori) è stato importante. E potrà costituire, per il futuro, una via su cui camminare, certamente con frutto, se vi sarà tenacia. Certo, il tema è arduo. In un certo senso, ostico. E’ giusto che l’Italia costruisca e venda armi? Che le venda a paesi che le impiegano in guerre di conquista o in repressioni interne? Tema etico e politico della massima complessità, e non da ora.

I Focolari italiani da alcuni anni hanno costituito un gruppo di lavoro, denominato “Economia disarmata”, per rafforzare il proprio impegno per la costruzione della pace a partire dalle scelte del nostro Paese nel campo della finanza e dell’industria. Del resto, l’impegno per la pace è al cuore del carisma  del Movimento che è nato con Chiara Lubich, sotto il bombardamento della città di Trento, e che ha come cofondatore Igino Giordani, che si definiva “deputato di pace”. Quanto alla associazione La Rosa Bianca, essa è nata per portare avanti la testimonianza dell’opposizione non violenta alla barbarie nazista, Ma in generale per i cattolici, per tutti coloro – e c3dem tra questi – che si interrogano su come immettere nella storia umana le parole del Vangelo, il nodo pace-guerra e uso delle armi è un nodo cruciale, e lo dimostra il sorgere nel tempo di tante realtà ecclesiali, dalle commissioni Giustizia e pace a Pax Christi a gruppi e movimenti che ogni tanto si formano e alzano la testa. Un nodo cruciale, sempre discusso, ma sempre irrisolto, e in realtà molto spesso rimosso.

Di qui l’iniziativa, oggi, dei Focolari, e con loro di Rosa Bianca e c3dem. Un piccolo passo.

Perché Graziano Delrio? Perché individuare lui come interlocutore? E che tipo di confronto avviare? Delrio non ha seguito in modo particolare i temi della difesa e delle armi nella sua attività parlamentare, ma sono note, a chi lo conosce, alcune sue qualità di fondo: serietà, capacità di ascolto, sensibilità umana, unite a doti di dialogo, di mediazione, e insieme di radicalità sul piano etico, e di tenacia nel portare avanti le proprie battaglie (per esempio lo ius soli o l’assegno unico per i figli).

L’incontro, che si è svolto martedì 30 marzo, per un’ora e mezzo, ha avuto per titolo “Politica delle armi e vite in fuga. Frontiere e umanità smarrita”. Ha voluto tenere insieme il tema delle armi vendute a paesi in guerra con la vicenda, anch’essa tragica, di quanti da quelle guerre fuggono e sono respinti alle frontiere dell’Europa, e anche dell’Italia. L’incontro si è aperto con la presentazione di quello che è il proprio impegno e il proprio sentire da parte dei Focolari (Carlo Cefaloni), La Rosa Bianca (Fabio Caneri), C3dem (Paolo Tomassone). Graziano Delrio ha premesso di essere contento di non avere più incarichi istituzionali (non più ministro e, proprio da ieri, non più capogruppo Pd alla Camera) perché avrà così il tempo di seguire alcuni temi politici e sociali a cui tiene molto. E uno di questi è quello di pace e guerra, e l’altro è quello delle migrazioni, e del ruolo dell’Italia in tutto ciò.

Delrio ha indicato alcune delle ombre presenti sullo scenario sociale e politico: non è passata, ad esempio, in questi giorni a livello europeo la richiesta, che anche lui aveva sostenuto, di bloccare temporaneamente i brevetti dei vaccini; resta acuta l’indifferenza degli europei, italiani compresi, verso la tribolazione dei migranti lungo la rotta balcanica, alle porte dei nostri paesi; i decreti Salvini non sono stati effettivamente superati, e di fatto è stata sdoganata la convinzione che i migranti che vengono dall’Africa mettono a rischio la sicurezza degli italiani. Però ha anche detto che oggi, dopo un anno di pandemia, nella gente si è diffusa una certa sensibilità, un certa attenzione verso ciò che parla di solidarietà, di aiuto reciproco, di sanità pubblica migliore, di scuola migliore per bambini e ragazzi, di città più vivibili, di vita di relazione, di cooperazione… E’ un terreno fertile, ma va coltivato; è un clima favorevole per iniziative politiche serie nella direzione di migliorare le strutture essenziali della vita collettiva, ma bisogna agire.

E, venendo un momento al Partito democratico, ha detto che deve crescere e si deve rigenerare soprattutto sul piano dei valori, nella radicalità dei suoi valori. “Il Pd – ha detto –  deve rifarsi a Simone Weil, non a Machiavelli”. Cioè deve impegnarsi a rimettere al centro il valore delle persone, di ciascuna persona, e far sentire questa attenzione costante nelle sue iniziative politiche, altrimenti non si potrà evitare che il paese prenda la deriva dell’indifferenza degli uni verso gli altri, tanto per i naufraghi come per i vecchi che muoiono di Covid.

Ma che fare? Delrio ha fatto un’osservazione importante. Ha rilevato come, in questi ultimi due anni, sia stata decisiva la campagna condotta con tenacia, con coraggio e con bravura dal quotidiano Avvenire sui fatti della Libia, in particolare con il suo giornalista Nello Scavo e con lo stesso direttore, Marco Tarquinio. Una campagna che è riuscita a farsi ascoltare, a creare consapevolezza, a livello di opinione pubblica ma anche di mondo politico. E’ una strada, ha detto, importante da percorrere, viste le difficoltà che lo stesso papa Francesco incontra – per venire al nodo delle armi – quando denuncia, come ha fatto di recente in Irak, la vendita di armi a paesi che bombardano civili inerti: il suo messaggio viene in qualche modo diluito e, in sostanza, accantonato. E’ una strada che lui ha detto di volersi ora impegnare a percorrere, insieme all’associazionismo di base che è interessato a farlo. Primo obiettivo, lungo questa strada, è di denunciare tutte le volte che si riesce a documentare che la legge 285 del 1990, che mette virtuosamente vincoli alla vendita delle armi, viene contraddetta dai fatti, come si sa che è molte volte avvenuto e che avviene oggi ancora di più.

Uscito di scena Delrio, che andava alla Camera a passare il testimone di capogruppo Pd a Debora Serracchiani, si è proseguito con alcuni brevi ma utili interventi: don Renato Sacco di Pax Christi, impegnato tra l’altro nella denuncia del progetto, che giudica folle, dell’acquisto degli F35; Maria Bucivenni, che ha raccontato il lavoro di sensibilizzazione dei Focolari; Giuseppina Di Bari, del giornale “Mosaico di pace”, che ha parlato della criminalizzazione della solidarietà che si rivela in vicende come quella di Trieste, con la diffida a chi accoglie i profughi, o come quella delle Ong, costrette a stazionare a lungo nei porti italiani per procedure burocratiche più che discutibili; Maurizio Simoncelli, di Archivio Disarmo, che ha raccontato come la legge 185 del ’90, conquistata dopo 15 anni di pressioni da parte dell’associazionismo, la quale ha posto limiti severi all’esportazione di armi in paesi in guerra e non rispettosi dei diritti umani, sia stata di fatto disattesa grazie a un comma della legge stessa che ha offerto una via di fuga molto perseguita (si possono vendere armi a quei paesi con i quali vi è un accordo di cooperazione militare; e col tempo questi paesi sono diventati più di 50…), mentre l’annuale relazione parlamentare sulla sua attuazione è fatta in modo che non si capisca affatto quante armi sono vendute, a chi e perché, con il risultato che dal 2005 c’è stato un forte aumento dell’esportazione di armi verso il Medio Oriente e il Nord Africa, e, in particolare, l’Egitto è diventato il primo acquirente delle armi italiane, nonostante il caso Regeni.

L’ultimo degli interventi è stato di un ex deputato sardo, amico di Delrio, Giampiero Scanu, che ha fatto un appello ai cattolici a coltivare non quel tipo di mitezza che diventa angelismo ma piuttosto l’inquietudine, e, quanto al Pd, ha detto che è, sì, il “nostro” interlocutore, ma fino a un certo punto… “Lo deve meritare! Lo deve meritare!”, ha detto con forza.

In conclusione, l’intenzione ora è  proseguire i contatti tra Focolari e rete c3dem, svilupparli con le altre associazioni presenti all’incontro e con Delrio, e compiere dei passi in avanti nel documentarsi e nella capacità di denuncia.

Qui si può vedere l’incontro con Delrio, e qui il rinvio alla legge 125 del 1990 e ad una successiva iniziativa legislativa finora scarsamente attuata.

 

Redazione c3dem

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