Nino Labate / La proposta Formigoni (14 ottobre)

| 0 comments

Alcune veloci considerazioni sulla proposta Formigoni. Assieme a qualche riflessione metodologica e a qualche provocatorio suggerimento.

Il tema, atteso da tempo, è stato bene individuato. Ed  è senza dubbio stimolante. Ma nello stesso tempo complesso e non   semplice, come si sottolinea. Pieno di insidie specie per chi  si avventura con un credo  religioso alle spalle. Aggiungo che si tratta di interrogativi costanti nei periodi storici delle grandi trasformazioni.

Sono ancora validi gli “idola  fori” del passato? Cosa è il “nuovo”?  Cosa conserviamo del “vecchio”? E cosa buttiamo del “vecchio” (ma anche del nuovo)?

I primi commenti su questo portale confermano le difficoltà. Dobbiamo dunque praticare la modestia e l’umiltà sapendo che sulla “crisi globale” si stanno cimentando le menti più lucide e sensibili dell’intellettualità laica mondiale.  

Proprio per questo la mia prima impressione è che occorrono tempi  e  luoghi di dibattito e confronto che non si possono esaurire a Bologna.  D’altronde il documento lo fa capire con chiarezza. Il Convegno dovrebbe dunque rappresentare solo l’avvio di una “ricerca collettiva” di medio lungo periodo. Tenendo  conto che le risorse, non solo umane, sono quelle che sono.

Un paio di anni con  perseveranti appuntamenti francescani sparsi nei diversi territori della penisola, da Caltagirone a Trento, da Cagliari ad Ancona, con un progressivo e paziente lavoro di accumulazione di conoscenze, idee, con informazioni costanti sul sito, con comunicati stampa e quant’altro serva, rappresentano il minimo di tempo e gli strumenti necessari per avviare la ricerca. Allargando  man mano interessi e uditorio. E chiedendo contributi a quanti dimostrano interessi: associazionismo cattolico, e non solo.

Sono allora certo che, se ne abbiamo la voglia, la forza e la costanza, potrà essere un lavoro meritorio. Proprio per questo io credo che non dobbiamo avere timore delle “contaminazioni”: se ci sono uomini politici, di cultura, laici, agnostici, interessati al tema, le porte ai contributi dovrebbero essere aperte.  

Tutto ciò sarà possibile una volta che saremo capaci di applicare una metodologia descrittiva della società di natura fenomenologica. Collocando cioè la nostra coscienza di cristiani laici al centro, e facendola misurare con la realtà plurale e mutevole, con le sfide che avanzano. Ma sospendendo più che possiamo i nostri pre-giudizi di fronte al mondo. Mettendo tra parentesi le nostre precedenti convinzioni. Fondando le nostre riflessioni su informazioni oggettive e dati di fatto verificati, non solo statistici, per poi interpretare alla luce dei nostri valori e principi i cambiamenti nel rispetto di altri valori e principi.

Operazione non facile. Mi rendo conto.  

Ma operazione necessaria per misurarsi con “il senso della storia come processo, che prevede apertura continua al futuro…” come afferma Formigoni. E per affrontare il nuovo che avanza con la fede cristiana che ispira i promotori, inevitabilmente accompagnata dalla ragione laica, senza la quale ogni conclusione risulterebbe autoreferenziale e fondamentalista. Inutile dal punto di vista della conoscenza. Se non velleitaria e dannosa dal punto di vista della polis.   

Ripensando ai  motivi che hanno visto nascere il portale, ritengo allora che le persone, le associazioni, i movimenti e i gruppi, gli uomini politici e gli intellettuali, che già si ritrovano attorno alla sigla c3dem o nelle reti sociali dei loro mondi vitali, siano in sintonia su molte cose. Sulla natura della democrazia e della cittadinanza politica; sul significato del Concilio; sul valore della nostra Costituzione. Ebbene è proprio guardando a questa triade di valori che intanto va fatto quel lavoro autocritico di ri-taratura; di smontaggio e ri-montaggio, a cui si riferisce Formigoni. 

Dalle affinità e dalle comuni sensibilità fra i promotori faccio inoltre discendere tre esigenze. Sotto forma di attenzioni culturali comuni agli spazi di incontro e dibattito che si organizzeranno, e che Giorgio Campanini a metà anni ’90 chiamò  Forum dei cattolici democratici italiani, ma che nella sua proposta Formigoni definisce “…cantieri culturali e politici , laboratori che permettano di addensare saperi e competenze”.  

Cantieri dunque di confronti aperti, sul tema del “vecchio e nuovo  nella crisi globale”.

Ma credo anche spazi autogestiti da associazioni, singole persone, gruppi, movimenti, parrocchie, diocesi, scuole diocesane di formazione all’impegno politico, università ecc. nei diversi territori e realtà italiani. Organizzati e promossi da persone di buona volontà in collegamento ed eventualmente con il supporto della  redazione centrale di C3dem. E spazi aperti di dialogo, con la partecipazione di uomini di cultura, politici, editorialisti ecc. locali e nazionali, non necessariamente appartenenti alla cultura cattolico-democratica.  Troppa carne  al fuoco? Può darsi.

Ma si tratterà solo di promuovere microeventi (10-20 persone) che possono, nell’ottica del lievito, creare e diffondere opinioni nelle diverse realtà sociali. E che però serviranno a raccogliere materiale. Niente di più.

Mi permetto in conclusione di suggerire l’approccio comune a tutti gli appuntamenti. I Cantieri dovrebbero essere:  

1) Cantieri umili; 2)Cantieri laici; 3 Cantieri  della storia e della democrazia.

1)Cantieri umili.

C’è un peccato di origine fra i cattolici democratici: quello di sentirsi quasi come una razza particolare. Depositari unici della parte che spetta a Cesare, e dell’unica declinazione del cattolicesimo sociale e politico. E depositari della verità (se non della Verità).

Spesso questa auto rappresentazione è stata una delle cause che ha spinto alla marginalità. Alla chiusura elitaria e alle “isole felici” autoreferenziali e non comunicanti. Anche con il resto della laicità cattolica. Con il ricorrente timore della contaminazione. Le differenze, non solo storiche, ci sono. E’ vero!  Ma forse sono queste le cause della odierna irrilevanza di un nobile pensiero valutato positivamente da tutta la storiografia politica e sociale laica. Questi incontri andrebbero allora aperti anche a chi non ha necessariamente una formazione di base cattolico democratica, ma anche a chi non ha neanche una formazione cattolica. Certi di ricavare dal confronto elementi di crescita.                        

2)Cantieri  laici.

L’impressione che il nostro mondo sia vicino alla Chiesa, o adoperi in modo spropositato categorie teologiche-ecclesiali conciliari, se non addirittura un linguaggio clericale e curiale,  a volte mistico,  non è una impressione sbagliata. Ma è uno dei motivi che allontana i “diversi”, e che è alla base dell’esclusività. Proprio per questo lo sforzo da fare è quello di praticare sino in fondo l’autonomia laicale. Una autonomia ovviamente in comunione e rispettosa delle prerogative e del ruolo della Chiesa, ma responsabilmente e pur sempre autonomia. Dovrebbe dunque essere una operazione autenticamente laica. Gestita da laici con un linguaggio laico  e orientata preferibilmente a laici.   

3)Cantiere della storia e della democrazia    

E siamo agli interrogativi. La crisi globale, l’Europa politica,  l’immigrazione e il ruolo sempre più forte esercitato dalla “mano invisibile” del  capitalismo finanziario, l’individualismo esplosivo,  rappresentano lo scenario di sfondo entro cui va collocata la ricerca sull’incontro-scontro vecchio/nuovo. I contenuti sono già indicati nel documento proposta:  la crisi della democrazia rappresentativa e del partito politico, il web, la Costituzione, il lavoro specie quello giovanile, il Welfare, il fisco, la scuola, ecc.

Su questi contenuti Formigoni sollecita autocritica.

Da praticare leggendo bene la storia e senza “…accontentarsi di un glorioso passato” il quale è forse causa del declino che conosciamo. Sono anch’io convinto che senza questa autocritica, che potrà essere aiutata da una lettura fenomenologica dei cambiamenti, perderemo solo tempo. Anche se poi mi colloco tra coloro che considerano il vecchio non tutto da buttare.    

Sono, le mie, soltanto delle considerazioni che mi sono state sollecitate dalla buona proposta Formigoni.

 

Nino Labate – Roma   

 

 

 

 

 

 

Lascia un commento

Required fields are marked *.