LIBRI. “ll Mostro”, di Matteo Renzi

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LIBRI. “ll Mostro”, di Matteo Renzi

di Carla Mantelli

 

È uscito qualche mese fa “Il Mostro” edito da Piemme e scritto da Matteo Renzi con lo scopo di divulgare alcuni fatti obbiettivamente inquietanti.

Uno di quelli che mi hanno impressionato di più riguarda l’inchiesta giudiziaria su alcuni appalti partita da Ischia. Pm Henry Woodcock, alle sue strette dipendenze, nella polizia giudiziaria, il capitano Ultimo e il tenente Scafarto. I quali, portando avanti questa inchiesta hanno una convinzione: “scoppierà un casino, arriviamo a Renzi” (p. 86), frase di Scafarto riportata dalla procuratrice Musti e, a suo tempo, da diversi quotidiani. E per “arrivare a Renzi” cosa succede? Nell’inchiesta di Ischia compare un certo Marco Canale ma “una manina cancella a penna il nome Marco Canale e lo trasforma in Marco Carrai (…) e dunque anziché intercettare Canale si intercetta Carrai” (p.87) notoriamente legato a Matteo Renzi. Ma non basta. “A un certo punto emerge che va intercettato un generale dell’esercito, Adinolfi” ma anche qui, qualcuno si sbaglia e intercetta un Adinolfi che appartiene non all’esercito ma alla Guardia di Finanza. Non è sospettato di alcun reato ma è amico di Renzi. È anche molto interessante scoprire che “Scafarto verrà indagato per depistaggio, Ultimo verrà destituito dai Servizi segreti” (p.88) ma la loro carriera continuerà in Giunte di centrodestra come assessori alla legalità, uno in provincia di Napoli e l’altro in Regione Calabria.

Nel libro però si parla ovviamente di moltissimi altri fatti come l’arresto (subito annullato) dei genitori di Renzi, il sequestro di telefoni di persone non indagate, la pubblicazione di lettere private ed estratti conto…

Si possono condividere o meno le scelte politiche di Matteo Renzi, si può apprezzare il suo stile o detestarlo ma mi pare indubbio che potenti forze – politiche, giornalistiche, giudiziarie – si siano alleate per infangarne l’immagine e soprattutto togliergli il potere che in modo democratico aveva conquistato.

Personalmente sono convinta che la forte spinta riformatrice progettata da Renzi come dirigente del PD e animatore della Leopolda prima, come presidente del Consiglio poi, abbia spaventato molti. L’idea che qualcuno facesse sul serio per modernizzare il Paese non era tollerabile. Come insegnante ho vissuto in prima persona le fortissime resistenze alla Legge 107/2015 (la Buona Scuola) su punti che a mio parere avrebbero potuto davvero migliorare il sistema scolastico. Ma ormai Renzi stava diventando “il mostro”, colui da cui bisognava liberarsi a tutti i costi. Ricordo la frase che mi disse una persona molto semplice che si interessa poco di politica ma aveva molto chiaro che al referendum bisognava votare “No” per dire “No” a Renzi perché “è tanto tempo che non ci sono elezioni politiche…come mai?”. Cioè, qualcuno le aveva fatto credere che Renzi impedisse lo svolgersi delle elezioni politiche. Un assurdo. E che dire di quegli amici – questi invece politicamente impegnati e già sostenitori di Renzi – che mi inoltravano scandalizzati i video che giravano su whatsapp con Renzi che guidava la Lamborghini “in vacanza a Ibiza” (mentre aveva fatto qualche metro a una inaugurazione)?

Chi ha voluto creare il mostro ci è riuscito perfettamente, utilizzando tutti i mezzi disponibili.

Si può essere, e restare, avversari politici di Matteo Renzi (io non l’ho certo seguito nella sua avventura in Italia Viva) ma credo che il libro, scritto con prosa efficace e coinvolgente, vada letto perché è un elenco di fatti che è utile conoscere. Vedere le cose dal punto di vista degli avversari aiuta a non demonizzarli, cosa essenziale per la qualità della democrazia.

Aggiungo che io ritengo Matteo Renzi uno degli esponenti più significativi del cattolicesimo democratico italiano anche se so benissimo che questa mia affermazione farà rizzare i capelli in testa a qualcuno. La sua lunga militanza nell’Agesci (ma, guarda caso, amiche pur molto addentro alle cose ecclesiali, erano convinte fosse un “ciellino”!), il suo senso della laicità della politica, il suo volere Mattarella alla Presidenza della Repubblica dopo Napolitano, il suo forte europeismo e molte delle scelte compiute dal suo governo, a mio parere, lo dimostrano.

E come mi dispiace che alcune personalità cattolico-democratiche abbiano a volte toni molto duri nei confronti della sua persona (della persona, più ancora delle scelte politiche), mi ha fatto piacere rileggere la sobrietà con cui la compianta (e per me indimenticabile maestra) Paola Gaiotti parlò di Renzi nell’intervista – ripubblicata su questo portale qualche giorno fa – dopo avere auspicato l’approvazione delle modifiche costituzionali proposte con il referendum del 2016.

La domanda – che esprimeva bene la diffidenza con la quale dal nostro mondo molti guardavano e guardano a Renzi – suonava così: “Ritenete che Matteo Renzi, come segretario del Pd e come capo del Governo, si muova in un solco in linea di massima corrispondente con la vostra cultura politica, oppure ritenete che presenti dei caratteri che con essa sono scarsamente compatibili o addirittura configgenti? (e, in questo secondo caso, quali in particolare)?”  

Questa la risposta: “Se ‘per la mia cultura politica’ si intende un rapporto di adesione fondante con la Costituzione italiana non ho riserve da fare. Ma ogni generazione, ogni passaggio politico ha i suoi stili, le sue sensibilità che vanno rispettate”.

 

Matteo Renzi, Il Mostro – Inchieste, scandali e dossier. Come provano a distruggerti l’immagine, Piemme, Milano 2022. Pagine 189. €17.90

 

2 Comments

  1. “Il Mostro” non è un libro da recensione, ma da commento politico. Chi fa politica – a qualunque livello – non deve introiettare il cinismo, ma lo ha sempre visto proiettato su tutti gli schermi dei film partitici e movimentisti della storia. Quiesto è un esempio di scomunica nella chiesa di famiglia. C’era andato vicino Berlinguer, solo che morì prima, ma si credeva che fossero gli ultimi residui dell’inquisizione sovietica. Un altro modo di “giustiziare” l’avversario è silenziarlo: se uno è stato scomodo non resta memorizzabiliea lungo. Renzi è un eliminato la cui condanna resta un mistero: nato in casa di quello che sarà il Pd, anche se è scout e va a messa, lo fanno emergere, gli danno la Presidenza della Provincia, lo fanno Sindaco, poi Segretario e alle europee porta il Pd a superare il 40%. Ma, oltre a un carattere toscano, ha idee sue: “vede” che non si riesce più, nel terzo millennio, a fare le leggi con un Parlamento bicamerale che obbliga e ripetere i processi e propone la sua riforma costituzionale. Se il vertice non era d’accordo, doveva fare due conti con il monello e confrontarcisi: meno faticoso che spargere veleno. Oggi si vede che era meglio quella riforma che avere accettato – per amore della demenza pentastellata che voleva restituire agli italiani un. po’ di spiccioli dagli stipendi dei parlamentari – la riduzione del numero dei parlamentari lasciando intatti il ping pong tra Camera e Senato. le due Camere. Dei successivi cedimenti la colpa, tanto più che avevamo già approvato la soppressione del finanziamento pubblico dei partiti, ricadeva sul discolo Renzi. che, comunque, dalla sua minuscola, ma bene assestata in Parlamento, continua a dare la prosa migliore ai dibattiti politici. Confesso che non mi importa di essere detta renziana, ma farei di tutto per salvare il Pd che ha la vecchia abitudine di segare i rami migliori come se non fosse follia andar dietro ai comici che dicono “vaffanculo” identico al “me ne frego” fascista e preferire Conte – che governa con i fascisti e con la sinistra nel giro di un anno – a Renzi e ci mettiamo insieme anche Calenda. La gente non vota, ma non è persa: va riconquistata rinominando i valori senza promettere miracoli, ma chiedendo aiuto per ritrovare una “visione” di ricomposizione europea e di pacificazione oltre le crisi. Con parole dette semplicemente in modo da farsi capire da tutti, come fa Draghi.

  2. Renzi non è cambiato da quando ha “scalato” il PD: oggi è stato con la destra di Tosi (ricordate?) contro Tommasi a Verona! a Palermo con il sindaco appoggiato da condannati di mafia; ha firmato il referendum della Lega, raccoglie firme contro il reddito di cittadinanza (v ISTAT, la commissione di esperti, Avvenire, ecc). Rimane populista e fa di tutto per rimanere al centro della politica politicante. Ho sempre valutato nel merito del referendum e delle altre politiche renziane come di tutti.
    Non capisco perché si continua a dire che chi ha votato contro il referendum lo ha fatto contro Renzi e non nel merito. Io rispetto le posizioni altrui.

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