L’“Agenda Monti”, il Pd, e le prossime elezioni. Le voci di alcuni “montiani” (Tonini, Morando, Follini)

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I “montiani” del Pd, che nei giorni scorsi hanno reso noto un documento in cui sostengono la necessità che il Pd si impegni fin d’ora a mettere nel programma per le future elezioni politiche una sostanziale continuità con la politica economica del Governo Monti, chiariscono ulteriormente le loro ragioni. Giorgio Tonini scrive che il Pd deve avere il coraggio di “dire la verità al Paese”, e la verità è che non c’è altra via seria, se si vuol governare, che portare avanti le linee programmatiche dell’attuale governo (“L’Italia prima di tutto” in “qdR – Qualcosa di riformista” n. 71, del 24 luglio). Enrico Morando, presidente di LibertàEguale, sempre su “qdR” (“L’Agenda Monti nella nuova legislatura”) spiega che assumere l’Agenda Monti per il Pd significa praticare una terza via tra chi punta solo sull’austerità e chi punta solo su politiche keynesiane (e dunque rompere “con la visione della sinistra socialdemocratica del passato”). Per Marco Follini (“Giù le mani dal pompiere”, Europa, 24 luglio 2012) la situazione attuale è talmente inedita da non poter più “recitare il catechismo politico dei nostri anni giovanili”.

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