“Dalla repubblica dei partiti alla repubblica dei cittadini”

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Non è una contrapposizione fra due diverse forme di repubblica, è la repubblica dei partiti che deve porsi l’obiettivo di essere una repubblica dei cittadini. Aprendo il colloquio politico che si è svolto a Roma il 26 e 27 giugno scorso (Clicca qui per la videoregistrazione completa) per iniziativa di Agire Politicamente e della Fondazione “persona, comunità, democrazia”, Lino Prenna richiama le condizioni indicate da Pietro Scoppola per una democrazia: le istituzioni, il voto che non è una delega, la riforma costante del costume e della politica, un maturo senso della cittadinanza. Quali sono le ragioni dei ritardi che registriamo oggi, quali le complicità? Non c’è dubbio che la politica deve rappresentare un progetto e i ritmi impressi oggi dalla modernità paiono frantumare qualsiasi possibilità di progetto. I principi indicati da Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium paiono rispondere alle carenze che noi oggi avvertiamo: il tempo è superiore allo spazio, l’unità deve prevalere sul conflitto, la realtà sull’idea, il tutto è superiore alla parte.
Prenna evidenzia, quindi, che il partito politico deve indicare un progetto e afferma che il Partito Democratico rappresenta ancora un’ipotesi valida, ma un’ipotesi non realizzata: questo partito può ancora rappresentare il luogo dell’espressione ideale per i cattolici democratici? Probabilmente i cattolici democratici devono reinterpretare la concretizzazione della loro ispirazione ed il PD deve trasformarsi per dare spazio alle diversità che lo compongono.
Francesco Saverio Garofani si inserisce su questa riflessione analizzando gli eventi che hanno prodotto l’attuale situazione e afferma che non basta vincere le elezioni perché la vittoria non può esaurire l’obiettivo, non si vince per sempre! Papa Francesco obbliga i cattolici a rivedere le modalità e gli atteggiamenti della propria presenza.
Matteo Orfini indica nella rottura con il lavoro l’elemento principale della crisi della democrazia. Si tratta di una crisi della sinistra e della sua ideologia: solamente la Chiesa è apparsa, in questo tempo, capace di pronunciare parole sul futuro. Il PD deve ritrovare una sua qualificazione, non può essere il luogo di tutto e del contrario di tutto, occorre una piattaforma per le diverse culture che si ritrovano nell’unico progetto.
Importanti gli interventi di Alessia Bartolini sui dati che caratterizzano la scarsa partecipazione alla politica e di Massimo De Simoni, amministratore nel comune di Roma. Tommaso Giuntella indica, per i cattolici, l’esigenza di ritrovare il “pensare politicamente”, la dimensione, incarnata nella situazione contingente, della funzione sacerdotale, profetica e regale. Vittorio Sammarco indica nella giustizia e nella legalità, che genera uguaglianza, la base della cittadinanza.
Alessandra Smerilli apre, con il suo intervento, una riflessione più specifica sul pontificato “politico” di papa Francesco che richiama all’impegno di ogni persona, alla sua capacità di incarnarsi nel proprio tempo. Il Papa critica le distorsioni dell’economia liberista e del libero mercato non per contrapporvisi radicalmente ma per indicare l’esigenza di ritrovare la dimensione del bene comune.
Pier Luigi Castagnetti sviluppa questa riflessione osservando che la Chiesa, con Papa Francesco, ha inteso “svoltare”: vengono poste davanti ai cattolici le questioni emergenti prima delle indicazioni di soluzione che vengono affidate alla responsabilità ed all’impegno dei laici, liberati da tutte le categorie del passato.
Don Battista Pansa si pone su questa linea richiamando il messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2014 intonato al “si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà” di S. Paolo nella seconda lettera ai Corinti e citando il richiamo di don Primo Mazzolari nel febbraio 1949 sulla esigenza che sia “l’uomo” a muoversi verso la novità.
Pier Giorgio Maiardi individua l’originalità e la responsabilità dei cattolici democratici nella capacità di leggere e di interpretare la grave situazione di evoluzione in corso richiamandone i nodi cruciali, in una posizione politicamente libera che consenta di interloquire con le strutture della politica, ed in particolare con il PD, sollecitando, inquietando e proponendo: la rete “Costituzione, Concilio, Cittadinanza” può e deve rispondere a questa esigenza.
Nel corso del “colloquio” intervengono anche Rita Fortunato, Pietro Pergolari, Nino Labate, Ferdinando Cerchiaro, Maria Mezzina, Pasquale De Sole, Matteo Cosulich, Alvaro Bucci, Ruggero Orfei, Franco Bagnarol, Piero Longhi.
Concludendo le due giornate Lino Prenna evidenzia l’impegno di Agire Politicamente ad alimentare una cultura politica con attenzione particolare al Partito Democratico invitato a riprendere il disegno originario per divenire “progetto”: i cattolici democratici hanno l’impegno di alimentare questo progetto. Annuncia quindi gli appuntamenti dei Seminari estivi a Massa Martana, dedicato in particolare ai giovani, ed in Calabria e richiama l’impegno dell’associazione a riprendere in sede locale i temi sviluppati negli appuntamenti nazionali.
La sensazione generale e diffusa, avvertita a conclusione del “colloquio”, è quella di novità nella politica e nella Chiesa, una novità che non consente di attardarsi in ricostruzioni storiche e tantomeno in recriminazioni perché il presente si è fatto pressante ed ineludibile nella prospettiva di un futuro tutto da inventare.

 

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