“Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri”. Una prima documentazione e un avvio di dibattito post-assemblea

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L’assemblea nazionale promossa, a 50 anni dall’inizio del Concilio, da numerosi gruppi ecclesiali, riviste e associazioni (alla fine oltre cento gruppi e una trentina di riviste), che si è tenuta a Roma, al Collegio Massimo dei padri gesuiti, il 15 settembre 2012, ha visto la partecipazione di 700 persone. Moderata da Rosa Siciliano, direttrice di “Mosaico di pace”, si è imperniata su quattro relazioni – di Rosanna Virgili, sul discorso di Giovanni XXIII all’apertura dell’assise conciliare (“Gioisce la Madre Chiesa”), di Giovanni Turbanti su “La Chiesa e il mondo all’avvento del Concilio”, di Carlo Molari su “Le diverse letture  del Vaticano II”, e di Cettina Militello su “Speranze e prospettive future” –, su una serie di interventi (Paolo Ricca, Adriana Valerio, Giovanni Franzoni, Luigi Sandri, Mauro Castagnaro, Felice Scalia, Gianni Novello, Gianni Geraci, Enrico Palmerini, Stefano Nannini, Giorgio Campanini, Alex Zanotelli…) e alcuni messaggi scritti (Luigi Bettazzi, Arturo Paoli, mons. Loris Capovilla), e infine sulle ampie conclusioni di Raniero La Valle.

Riservandoci di raccogliere riflessioni e commenti tra gli amici della Rete c3dem, e rinviando al sito www.viandanti.org che è stato tra i gruppi promotori e che renderà accessibili tutte le relazioni e gli interventi, diamo qui i link di alcuni testi già ora disponibili – la relazione conclusiva di Raniero La Valle e il breve ma assai efficace intervento del valdese Paolo Ricca – e di alcuni primi commenti: quello di Enrico Peyretti, che è anche una rapida sintesi della giornata, quello di Aldo Maria Valli, apparso sul sito vinonuovo.it, e infine quello di p. Alberto Simoni (apparso su Koinonia-Forum), che mette in luce quello che a lui è sembrato un punto di contraddizione dell’assemblea, e che può effettivamente costituire un elemento su cui avviare una costruttiva riflessione postassemblea del 15 settembre.

Scrive padre Simoni, che all’incontro è stato presente e ne ha dato un giudizio sostanzialmente positivo: “…Rimane aperta una contraddizione che non è sufficientemente emersa in un clima di unanimismo e di entusiasmo, ma che ha fatto capolino da qualche intervento. Mentre emergeva la giusta e incondizionata apertura verso il mondo dei non credenti e delle diverse religioni e fedi, quale era la disponibilità a chiarire e risolvere un conflitto domestico all’interno della medesima fede e chiesa, senza rimuoverlo con troppa sufficienza? È il punto interrogativo che gravava in quell’aula e che potrebbe condizionare gli ulteriori sviluppi di questo evento se, come si usava dire una volta, non si fanno ‘esplodere tutte le contraddizioni’!”.

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