Cattolici democratici e Pd. I rischi, le prospettive

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Con un articolo interessante e argomentato apparso su “l’Unità” del 15 novembre (I nodi irrisolti dei cattolici democratici),  Emilio Barucci, docente di matematica finanziaria presso il Politecnico di Milano, dà seguito agli interventi di Garofani e Giacomelli e Fassina dei giorni scorsi, sempre su “l’Unità” (e vedi anche il contributo di Massimo D’Antoni). “La storia tra i cattolici democratici e il Pd sembra essere quella di un amore non ancora sbocciato”, scrive Barucci. La conseguenza è che “i cattolici democratici rischiano di divenire una riserva indiana di un partito socialdemocratico”. Che fare? Da un lato, nel Pd, dice barucci, “è l’ora che si guardi di meno ad esperienze come quella di Todi, che servono solo a lanciare singole personalità, e alle gerarchie cattoliche, che oramai intermediano davvero poco, e si guardi di più al popolo dei fedeli nel suo insieme e non soltanto a quella parte (importante ma spesso mitizzata) dell’associazionismo”. D’altra parte, “i cattolici democratici debbono provare ad interpretare ed attualizzare il messaggio universale dell’insegnamento cristiano. Almeno in due campi la loro azione potrebbe essere importante: rapporti economici e democrazia, diritti della persona”. E nel suo articolo Emilio Barucci prova a spiegare in che modo lo potrebbero fare.

 

 

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