Un autografo di padre Loew e una riflessione

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1967, Milano, padre Loew incontra dei giovani, racconta la sua esperienza, propone la sua via missionaria. Lascia in loro un’impronta durata decenni. Indica la strada di una chiesa rinnovata che ancora oggi è davanti a noi. Un appunto autografo ritrovato induce a riflettere …

 

 

Questo schizzo, traccia di un appunto, è un testo autografo di padre Jacques Loew, scritto in una casa di Milano nel 1967, ad un incontro ristretto di alcuni giovani interessati ad ascoltare le sue parole e il suo progetto.

Padre Loew era venuto a Milano per incontrare i giovani lavoratori cattolici e presentare il suo istituto, la Missione Operaia Santi Pietro e Paolo, approvata nel 1965 e che stava formandosi.

Il gruppo di giovani presenti erano interessati e infatti alcuni di loro poco dopo scelsero quella strada per la loro vita.

Ma per spiegare l’appunto è bene ricordare chi era padre Loew.

Nato nel 1908 a Clermont Ferrand in una famiglia atea si era convertito nel 1932 durante una convalescenza in un sanatorio svizzero.

Entrato nell’ordine domenicano e diventato sacerdote, viene mandato a Marsiglia col compito di svolgere una ricerca per “Economie et Humanisme”; per conoscere meglio la realtà popolare decide di lavorare al porto come scaricatore (docker).

E’ bene lasciare raccontare a lui l’incontro coi lavoratori portuali:

“Mi sono trovato in mezzo a gente di cui non avevo minimamente immaginato l’esistenza. Venivo da un ambiente borghese, avevo una cultura classica e giuridica, avevo fatto la scelta di essere domenicano, un uomo di studio, e invece eccomi tra spagnoli, italiani, armeni, maltesi. Scaricatori analfabeti, bevitori, talvolta pazzi avidi di sesso… e proprio questi mi fanno capire che cos’è l’uomo. Conoscevo l’uomo dei libri, l’homo economicus, l’homo faber, l’homo sapiens… ma l’uomo in carne e ossa è un’altra cosa. Dubbi? Voglia di ritornare sui miei passi? Sì, sognavo il mio appartamento, il mare, la quiete, i libri. Ma ripensavo ai momenti della mia conversione, a quelle frasi evangeliche che avevano sconvolto la mia vita fino a consegnarla totalmente a Dio e al mondo intero. Capii allora che non bastava condividere la fatica del lavoro, ma che bisognava vivere in comunità di vita e di destino coi più umili e i più diseredati. Come Gesù nel vangelo”.

Qui c’è tutto padre Loew, uno dei primi preti operai, la cui esperienza di lavoro è raccontata nel libro “In missione proletaria”, che si legge volentieri e utilmente ancora oggi.

Nel 1954 la chiesa proibirà l’esperienza dei preti operai e molti si rifiuteranno di obbedire; sarà motivo di grande sofferenza per padre Loew, amico di molti di loro.

Padre Loew rimane fedele alla chiesa e crea la Missione Operaia Santi Pietro e Paolo che sarà riconosciuta solo anni dopo, passata la bufera.

La Missione è presente nel mondo operaio e popolare e si propone di condividere la vita dei piccoli e dei poveri per unirli fra loro e a Dio.

I suoi membri devono imparare ed esercitare un lavoro manuale, come segno di condivisione, e vivono in piccoli gruppi che esprimono una vita comunitaria aperta alla gente e all’ambiente.

Dietro questa semplicità di vita e di storia, si trova una riflessione matura e provata sulla chiesa e sul mondo.

La Missione è nata in Francia, una società più avanzata nel processo di secolarizzazione, e anche per questo padre Loew guarda avanti, pensa al futuro.

IL suo pensiero è ben schematizzato nell’appunto dove si mettono a confronto la chiesa di ieri e la chiesa di domani (nello schema si dice “oggi”, con spirito ottimistico).

La chiesa di ieri (autrefois) viveva di eredità atavica, era maggioritaria (se non unica), viveva sul culto e sulla pratica (i precetti), era incentrata sui preti e sulle parrocchie, educava a partire dall’infanzia, possedeva un’estesa rete di collegi, opere e istituzioni sociali e sanitarie.

La chiesa di oggi (di domani) si basa sulla scelta (non sulla tradizione), sul pluralismo religioso; la sua formazione avviene sulla Parola di Dio, si rivolge dai giovani in su, è orientata ai laici, è costituita da piccole realtà (comunità di base), è fatta da adulti.

L’alternativa che aveva in mente padre Loew è molto chiara e si può largamente condividere; anzi, potrebbe costituire un ottimo stimolo di riflessione per i lavori sinodali.

In realtà, se confrontiamo la situazione di oggi con la sua ipotesi del 1967, non si può dire che le cose siano andate proprio così o, meglio, della sua visione si è realizzata la prima parte, cioè la continua erosione e perdita di rilievo delle strutture e soluzioni passate.

I dati a riguardo, anno dopo anno, sono tanto impressionanti quanto dolorosi.

Ciò che invece non sembra ancora apparire è la prospettiva futura, la chiesa di domani.

Padre Loew aveva una spiegazione: è troppo il peso delle vecchie strutture di cui dobbiamo ancora liberarci.

Ciò è vero, ma non giustifica che non si inizi a pensare e operare per vivere in modo vero e valido il vangelo nel mondo d’oggi, un mondo laico e adulto, che richiede cristiani laici adulti.

 

s.a.

 

Nota. Sul sito della MOPP – Mission Ouvrière Saints Pierre et Paul s trovano notizie e diversi libri di padre Loew (1908-1999), in francese. Così anche sul sito della Fondation Jacques Loew.

 

 

 

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