Tombolo o Quero? Cresce il Pil, diminuisce il benessere

Che cosa ci insegna la signora di Quero? Una riflessione del fondatore di Banca Etica e un invito al Governo Monti. Il testo è apparso sul sito del supplemento domenicale romano del quotidiano “Avvenire” (il titolo è stato modificato redazionamente)

 di Fabio Salviato*

in www.romasette.it , 31 gennaio 2012

Alcuni mesi fa la Fondazione per il Nord-Est (con sede a Venezia) ha realizzato una ricerca molto interessante: ha cercato di individuare e mettere a confronto i due paesi che nel Veneto risultano, in base al Pil (Prodotto Interno Lordo), il più “ricco”, Tombolo, in provincia di Padova, e il più “povero”, Quero, in provincia di Belluno. In effetti, in base ai numeri si poteva constatare un notevole differenziale, ovvero la ricchezza pro-capite di Tombolo risultava 3 volte superiore a quella di Quero, così come il numero di ville, di industrie ed aziende artigianali. La speranza di vita di Tombolo, invece, risultava inferiore, come la qualità dell’aria, per non parlare ella qualità dell’acqua.

Una troupe televisiva della Rai regionale del Veneto, incuriosita di tale ricerca, decise di farne un servizio. Il giornalista dapprima andò a Tombolo; l’operatore inquadrava capannoni e zone industriali, auto che sfrecciavano a tutta velocità, gente indaffarata che non riusciva a fermare per intervistare. Ad un certo punto riuscì a “bloccare” un signore sui 50 anni, all’apparenza un imprenditore o un libero professionista.

Il giornalista spiegò velocemente i risultati della ricerca e poi chiese all’imprenditore di Tombolo: «Ma lei è contento di vivere in questo paese? In fondo in base al Pil risultate il paese più ricco del Veneto». L’imprenditore, un po’ stupito della domanda, guardò il nostro giornalista e disse: «Guardi, in questo paese ci sono nato, ma direi che in questi ultimi 20 anni la situazione è diventata a dir poco infernale: inquinamento acustico ed ambientale notevole, capannoni ad ogni angolo e poi i servizi non sono tra i più eccellenti».

A questo punto il giornalista mostrò all’intervistato il video girato a Quero, il paese considerato più “povero”, un paesino in montagna, con la neve appena scesa, una signora anziana che attraversava la strada, nessuna macchina che passava. «Accidenti», rispose l’imprenditore, «certo che ci andrei di corsa!». Si trattava però del paese considerato più povero nel Veneto.

Qualche secondo ed il nostro giornalista si trovava a Quero, dove non gli risultò difficile fermare una signora che stava stendendo la biancheria fuori di casa. Il giornalista entrò nel giardino della signora e le chiese: «Ma lei sa che Quero è il paese più povero del Veneto?». Anche la signora lo guardò con aria stupita, ma risposte prontamente: «No, non lo sapevo».

Anche in questo caso il giornalista mostrò le immagini di Tombolo alla signora e chiese «Ma a lei piacerebbe vivere in questo paese, che è considerato il più ricco del Veneto?». La signora sgranò gli occhi, riguardò nuovamente le riprese e girandosi verso il giornalista disse: «Ma non starà mica scherzando, andare a vivere in mezzo ai capannoni, tra lo smog, le macchine, il traffico. In questo paese vivo benissimo, sto benissimo con i miei compaesani, abbiamo un centro ricreativo dove ci troviamo tutte le sere, non ci sono disoccupati e se qualcuno si trova in difficoltà cerchiamo assieme di aiutarci. Forse ci manca un ospedale, che si trova lontano, ma fortunatamente qui la gente arriva a morire anche a 100 anni, perché c’è aria pura, acqua buona e mangiamo cibi sani e naturali. No guardi, io in quel paese non ci vorrei mai mettere piede».

Questa è la fotografia di una parte del nostro paese. Questo filmato mi ha fatto molto riflettere, soprattutto se pensiamo al modello di economia che abbiamo costruito in questi ultimi 20 anni, che non è solo ricerca di profitto, ma deve contare anche sulla qualità della vita, sulla qualità delle relazioni, su valori di amicizia e solidarietà veri ed autentici.

Come avviene tutt’ora a Quero, che dovrebbe ridiventare forse un punto di riferimento per la definizione di una nuova economia e di un nuovo concetto di benessere, che nell’ambito di un reddito economico adeguato possa prendere in considerazione anche indicatori fondamentali relativi alla qualità della vita, più sobria.

Sono convinto che questa piccola storia abbia molte cose da insegnarci, e che sia necessario un rapido ripensamento del nostro modello di sviluppo. Impariamo quindi dalla signora di Quero. Forse il nostro attuale governo potrebbe prendere ispirazione da ciò, e capire che in questa delicata fase di transizione, proprio a partire dalle esperienze di coloro che vengono considerati ultimi, si possono trarre interessanti spunti di riflessione e di proposta, verso la costruzione di un sistema economico più sobrio e leggero.

 *Fabio Salvato è Socio fondatore di banca popolare Etica e di Ctm/Mag, di cui è stato presidente fino al maggio 2010. Presidente della Federazione Europea Banche Etiche ed Alternative, della Società Europea di Finanza Etica e Alternativa e di Etica Sgr. Autore, con mauro maggiolaro, di Dieci anni sulla strada di Banca Etica, Feltrinelli, 2010.

 

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