SEGNO NEL MONDO: per un nuovo modello di convivenza – NOTES ET DOCUMENTES: attualità del “Breve trattato dell’esistenza e dell’esistente” – LA CIVILTA’ CATTOLICA: l’importanza del rispetto di ogni persona e la necessità di proteggere le vittime – REGNO–Documenti: la critica ad ogni violenza – OREUNDICI:“Il nostro amore quotidiano”

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“Nel drammatico passaggio che la nostra società attraversa non è in gioco questa o quella scelta di governo, ma un modello di convivenza. Siamo chiamati, politici e cittadini, a ripensare uno stile di vita che, da circa un quarantennio a questa parte, ha caratterizzato il paese. Il motivo è che il modello del passato non è più sostenibile , non solo dal punto di vista economico, ma per i suoi costi civili e morali”. Questa lucida e coraggiosa diagnosi apre l’editoriale di Segno nel mondo (ottobre) il mensile per i soci di Azione Cattolica. L’Autore, Roberto Gatti – docente di filosofia all’università di Perugia – invita i lettori a riflettere e a impegnarsi per costruire una convivenza civile più umana, partecipata, leale, laboriosa, giusta e serena per tutti. Nel seguito della rivista vengono affrontati vari temi che danno concretezza quotidiana all’impegno indicati nell’editoriale: si parla della famiglia, del rapporto con i concittadini sulla base del rispetto dell’amicizia civica verso tutti, le mille forme di solidarietà, la laboriosità, il rispetto dei diversi, dei deboli, la vicinanza verso chi soffre.

L’Istituto internazionale J.Maritain ha compiuto 40 anni e la rivista Notes et documents (n 28/29) pubblica tra l’altro il messaggio ricevuto per l’occasione dal cardinale Parolin, Segretario di Stato. Anche il Segretario generale (fondatore e “anima”, si può ben dire) dell’Istituto, il professor Roberto Papini, passa il testimone a Gennaro Curcio. Un altro articolo, di Massimo Papini, ricorda le origini dell’Istituto ad Ancona; e Vittorio Possenti sottolinea l’attualità del “Breve trattato dell’esistenza e dell’esistente”.

Molto interessante, in apertura del fascicolo 3945 de La Civiltà cattolica (con data 1 novembre) il testo del discorso del cardinale Parolin all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, lo scorso 29 settembre sulla “importanza del rispetto di ogni persona e la necessità di proteggere le vittime”. Il Segretario di Stato si riferiva ai conflitti al nord dell’Iraq e della Siria; ma anche a tante altre simili situazioni presenti al mondo; e affermava: “non si può lasciare che dei popoli vengano massacrati”. Sullo stesso fascicolo un invito a rileggere la Gaudium et Spes e un ricordo di Giuseppe Ungaretti, “pellegrino di speranza”.

Il magistero di papa Francesco si conferma e si approfondisce. Di mese in mese, anche leggendo solo le “antologie” proposte ad esempio da Il Regno–Documenti si comprende la forza e la coerenza del suo messaggio per alcuni aspetti davvero innovativo anche della pastorale. Sul n. 17 (ottobre ‘14) ad esempio, si possono leggere i testi pronunciati a settembre durante la visita papale a Tirana. La critica ad ogni violenza, specie repressiva; il pieno rispetto della libertà religiosa, la critica al relativismo… E, quasi di conseguenza, pare di vedere nello stesso magistero dei vescovi una sorta di impegno a far proprie e interpretare le linee del Papa, di dialogo, ascolto e testimonianza dei valori cristiani vissuti dai credenti, ancor prima che proclamati, nel cuore della società. In tale direzione sembra significativo l’approccio al prossimo V Convegno Ecclesiale nazionale (“In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”) che si terrà a Firenze dal 9 al 13 novembre 2015.

“Il nostro amore quotidiano” è il titolo del fascicolo 10/2014 di Oreundici, rivista-sussidio “per la crescita umana e spirituale nel quotidiano”. E don Mario De Maio, che di Oreundici è fondatore e animatore, scrive nel saluto ai lettori: “Papa Francesco, rivolgendosi alle giovani coppie in occasione della festa di san Valentino di quest’anno, le ha invitate a pregare ogni giorno cambiando leggermente le parole del Padrenostro: “Dacci oggi il nostro amore quotidiano. Per noi, che abbiamo il pane, questa variante è quanto mai appropriata. Con una metafora diciamo che l’amore è come il pane che ci nutre, come l’ossigeno ci fa vivere e respirare”. E cita le parole-preghiera del superiore dei Camaldolesi padre Alessandro Barban: “Signore, dacci oggi il pane dell’amore, della vita, della libertà e insegnaci a condividerlo con chi non ce ne ha”.

(a.bert.)

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