SE PREVALGONO I CATTOLICI “SENZA CONCILIO”

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Su “Appunti alessandrini”, Carlo Baviera riprende un articolo pubblicato qualche tempo fa da Luca Diotallevi sul giornale diocesano di Terni “La Voce” in merito al voto “cattolico” alle recenti amministrative della cittadina umbra (“Alle elezioni comunali di Terni hanno vinto i cattolici… ma si tratta degli ‘altri’ cattolici”), e lo commenta, riproponendone il nocciolo. E cioè il seguente interrogativo: perché i cattolici“giusti” (come vengono individuati nell’articolo di Diotallevi), quelli impegnati nelle strutture e negli organismi ecclesiali, quelli provenienti dall’associazionismo, coloro che si dedicano quotidianamente alle opere caritative e catechistico/formative, non hanno avuto il risultato sperato, mentre un cattolicesimo senza Concilio, senza riunioni, senza programmi, tutto umori e nostalgie, ha avuto un ruolo politico importante e ha trovato spazio nella coalizione vincente? La riflessione su Terni può riguardare molte altre parti d’Italia. Carlo Baviera dice che bisogna, prima di tutto, cambiare “la qualità dell’annuncio” (“Gli ‘altri cattolici’: serve il discernimento per sgonfiarli”).

 

 

 

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