Sconfinamenti. Europa senza muri

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Nell’ultima manifestazione per una “Europa senza Muri” del 28 agosto  a Milano molte persone si sono ritrovate insieme per riportare al centro della politica la dignità della persona e la condanna del progressivo crescere di discriminazioni, atti di razzismo e di intolleranza alimentati dalle paure agitate da molti ambienti della politica.

In un mondo di sogni esausti a volte emergono segnali, anche se piccoli, che però fanno rumore, seppure un po’ dispersi in tante sigle, ciascuna con la propria storia e i propri percorsi.

La scuola di formazione estiva della Rosa Bianca di quest’anno, organizzata con la partecipazione di Agire Politicamente, fin dal titolo “Sconfinamenti, tra sogni e visioni” ha voluto misurarsi per ritrovare ragione, cuore e pensiero di fronte ad una comunicazione politica che continua a essere imbrigliata nella propaganda e che fugge dal dare risposte a temi, problemi e attese delle persone.

 

Oltre le memorie divisive dell’Europa

La Destra in Italia alimenta la paura dello straniero, il razzismo, la discriminazione del diverso, dell’io al posto del noi, la sfiducia e la rabbia verso le istituzioni.

Le Destre stanno lavorando a Bruxelles per l’unificazione dei populisti. La partita è tutta aperta, anche se l’orizzonte si sta oscurando.

Nel leggere la situazione politica attuale molto ci fa pensare che le nostre istituzioni, il nostro vivere la comunità in questi mesi stanno subendo profonde trasformazioni. Sembrano tornare alla luce slogan che pensavamo persi nel tempo. Un razzismo non più solo strisciante trova spazio nelle parole e nelle manifestazioni di intolleranza.

Albertina Soliani – presidente dell’Istituto Alcide Cervi – ci ha ricordato attraverso le parole di Dossetti come la Costituzione Italiana sia stata scritta da quello che rimaneva in piedi dalle macerie morali e materiali del II conflitto mondiale: una idea della dignità dell’uomo, di democrazia, di libertà e di pace liberata dall’oppressione del ventennioprecedente.

In politica e nella storia è essenziale vivere con consapevolezza il proprio cammino e porsi dinanzi alla scelta radicale tra empietà e giustizia, spietatezza e compassione, oppressione e libertà, sapendo che non tutto è facile, che non tutto è subito, che esiste anche il prezzo della fatica e della sofferenza delle scelte fatte.

 

Cronache di una rivoluzione

Di fronte allo sguardo smarrito di Omran, il bimbo siriano fotografato con i segni della guerra su di sé, sembra quasi che la rassegnazione alle barbarie possa averla vinta. In realtà ci troviamo di fronte ad una possibilità di umanità e ad una rivoluzione di portata epocale che non può lasciarci indifferenti nei fatti. Vincenzo Passerini con la collaborazione e il linguaggio di Giorgio Romagnoni ci racconta di una rivoluzione che è già in atto.

Gli oltre 5.000.000 di stranieri residenti nel nostro Paese, di cui 800.000 minori, stanno già trasformando il nostro tessuto. Possiamo rifugiarci e dire che ciò non è vero ma se ci rendiamo conto che queste trasformazioni sono già in atto è necessario porsi il tema di come governare il cambiamento, con la consapevolezza che la convivenza tra persone differenti non è semplice e non esiste un processo scontato.

Ma lo possiamo fare solo ricercando un futuro di speranza, non creando inimicizia, odio o affidandosi all’hate speech per un ritorno della propria parte politica.

 

Visioni globali per uno sviluppo sostenibile

Le migrazioni causate dalle guerre e dai cambiamenti climatici ci richiamano alla profonda interconnessione di temi fondamentali per la vita del nostro pianeta e per le nostre comunità.

La sostenibilità si rapporta con una matrice che evidenzia la relazione stretta tra sviluppo, pace, ambiente e diritti dell’uomo. Dove si indebolisce uno di questi elementi, ne risentono gli altri.

La sola crescita economica non è mai stata, e tantomeno può essere in questa fase, garanzia di un benessere distribuito o di riduzione delle disuguaglianze.

La previsione di crescita del PIL di circa il 2% all’anno difficilmente potrà contribuire in modo determinante a ridurre le disuguaglianze che in Europa vedono 120 milioni di persone a rischio di povertà ed esclusione sociale

Le interdipendenze sono state descritte e articolate nei 17 obiettivi dell’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile, l’Agenda 203,0 approvata dalle Nazioni Unite nel 2015. La realizzazione di questi impegni richiede che povertà, fame, salute, istruzione, parità di genere, iervizi sanitari, ecc… vengano affrontati come parte di un tema complessivo da parte non solo delle istituzioni, ma di tutte le componenti della società.

 

Italia, Europa: un unico destino

Esperienze significative si stanno muovendo in Italia e in Europa nella direzione dell’”utopia sostenibile” dell’Agenda 2030.

Ci ricorda Michele Nicoletti come sia necessario assumere la dimensione europea come il livello idoneo in cui affrontare le emergenze e attivare un processo decisionale comune.

Nessuno degli stati europei singolarmente, sulla base delle attuali tendenze demografiche, di crescita economica e in relazione alla capacità militare, potrebbe essere rilevante sui tavoli internazionali nei prossimi 20 anni.

Analogamente Elly Schlein sottolinea come alcuni temi non possano trovare riscontro nell’ambito dei confini nazionali: in primo luogo la crisi migratoria (attualmente solo 6 stati su 28 si stanno facendo carico dell’80% delle richieste di asilo nell’Unione Europea); ma anche l’impegno in materia ambientale per raggiungere gli obiettivi di crescita sostenibile, la sfida dell’inclusione sociale di fronte alla persistente crescita delle disuguaglianze, la trasparenza e la solidarietà anche anche nell’ambito dell’equità fiscale, lla politica estera e di sicurezza comune per non candidarsi all’insignificanza.

Abbiamo la doppia responsabilità di non dare per scontato quanto l’Europa ci ha dato e di provare a costruire insieme la prospettiva che ancora manca affinché l’Europa possa davvero essere promessa di pace e propulsiva di maggiori opportunità e diritti.

 

Parole e percorsi per una nuova semina

Per questo bisogna prepararsi alla semina. La democrazia, un bene fragile, richiede di essere coltivato di continuo. Siamo nel campo della storia, che richiede un tempo per la preparazione del campo, uno per la semina e uno per il raccolto.

E’ tempo di ritrovare la forza delle parole, soprattutto là dove sono in atto, attraverso una semplificazione della comunicazione, tentativi di capovolgere i significati e le realtà delle situazioni per meri fini di consenso politico.

Conoscere quello che la storia ha prodotto diventa una modalità per fare sì che possano emergere valori di libertà, di giustizia e di promessa di futuro, a partire dalla regola fondamentale del vivere insieme nel segno della solidarietà tra persone e nel rispetto dell’ambiente.

 

Buone pratiche per rivitalizzare i percorsi comuni

La partecipazione è un processo lungo e faticoso da preparare nella direzione del senso compiuto della democrazia. Nell’ambito della scuola di formazione abbiamo avuto la possibilità di incontrare e conoscere buone pratiche che hanno consentito di attivare le energie dei cittadini. E’ l’esperienza di molte amministrazioni che riconoscono le persone con i propri bisogni come unità di misura, coinvolgendo le diverse realtà operanti in rete sul territorio.

 

Ambiente, casa comune

La soluzione ai problemi attuali non la troviamo all’interno dei nostri confini.

L’umanità è minacciata alla radice della nostra convivenza sociale e ci obbliga a considerare la democrazia come la dimensione politica dell’ambiente. L’ambiente è la casa comune. È l’universo della vita.

La Laudato Si’ ci ha messo di fronte a “l’intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta; la convinzione che tutto nel mondo è intimamente connesso; la critica al nuovo paradigma e alle forme di potere che derivano dalla tecnologia; l’invito a cercare altri modi di intendere l’economia e il progresso; il valore proprio di ogni creatura; il senso umano dell’ecologia; la necessità di dibattiti sinceri e onesti; la grave responsabilità della politica internazionale e locale; la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo stile di vita.” (LS. n. 16)

Rispetto a tutto questo la possibilità di condividere insieme pensieri e riflessioni costituisce una ricchezza; è un contributo alla politica perché s’interroghi sulle distanze da percorrere, sui nuovi confini da superare.

 

Fabio Caneri

 

Per eventuali approfondimenti si segnala che parte del materiale condiviso nella scuola di formazione è disponibile al seguente link 

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