Renzi è arrivato. Parliamone

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Singoli e gruppi che aderiscono alla rete c3dem non sono particolarmente inclini a intervenire su questo sito, che pur nasce da una loro stessa iniziativa. Così che sono rari i loro (nostri) commenti alla vicenda politica. Come anche a quella ecclesiale e sociale. La rassegna stampa che facciamo nella terza colonna e le segnalazioni che indichiamo nella seconda suppliscono ovviamente solo in minima parte a questa carenza. Designano un campo di voci, di posizioni, privilegiando, quando ci sono, quelle più vicine all’area politica ed ecclesiale che con molta approssimazione chiamiamo “cattolicesimo democratico”. Ma rimane il fatto che opinioni e proposte delle persone e delle associazioni di c3dem circolano poco nel sito. Restano dentro l’alveo delle singole associazioni. Forse cominciano ad articolarsi, un minimo, in quelli che abbiamo chiamato “laboratori” e che sono sorti all’indomani del convegno tenuto a Bologna alla fine dello scorso novembre. Per questo, capita spesso che ci si chieda, di fronte a un evento significativo dell’attualità politica: ma che cosa ne pensano i c3dem?

Ecco: che cosa pensano i c3dem dell’ascesa di Matteo Renzi alla presidenza del Consiglio?

Darei per certo che non hanno un pensiero univoco. Il che mi sembra naturale, e forse un bene. Ma è probabile che, se un confronto si facesse, se cioè ci si esprimesse apertamente, emergerebbe, se non una concordia di vedute, però almeno un misurarsi, da punti di vista diversi, su alcuni nodi tematici piuttosto che su altri. Diciamo che una certa concordia ci sarebbe nell’individuare  gli aspetti che, dell’impegno politico, ci stanno più a cuore. Quelli in base ai quali emettere un giudizio, formulare un’opinione. Le opinioni, poi però, sarebbero diverse. Dopo il citato convegno di Bologna a novembre, in cui non abbiamo parlato di Renzi e delle primarie del Pd che erano alle porte, un amico mi ha chiesto come avrebbero votato, a mio giudizio, i circa 150 partecipanti. Risposta difficile, visto che il tema non si era toccato. Ma, da qualche traccia sparsa, mi è sembrato che Cuperlo prevalesse di poco su Civati. E che Renzi restasse indietro, ma pure avesse qualche suo fan. Ma si tratta solo di impressioni.

E oggi? Non sarebbe male che nascesse un dibattito. Che finalmente nascesse. Perché è vero che mettere su, ammesso si riesca, un laboratorio sulle politiche per l’Europa, a pochi mesi dal voto, o un laboratorio sulla crisi dei partiti e la loro riforma alla luce della Costituzione, è una cosa seria e importante, meno di vetrina e meno superficiale. Però non si deve nemmeno essere troppo snob.

Quanto a me, mi sembra che Renzi abbia un approccio alla politica segnato da parecchi elementi nettamente diseducativi: la troppo intensa, ed esibita, ambizione; l’atteggiamento privo di rispetto verso gli avversari politici; la sottovalutazione della politica come complessità; la sottovalutazione dell’aspetto partecipativo; l’eccessiva disinvoltura con cui cambia posizione. Il modo con cui ha trattato Enrico Letta (il cui approccio alla politica io trovo sia assai più valido e affidabile) dicono molto della sua spavalderia e della sua strafottenza. Almeno così mi pare. E credo siano un campanello d’allarme sul futuro. Questi aspetti della personalità di Renzi solo in parte sono compensati da quella che pure è una certa sua franchezza, una certa sua autonomia di pensiero, un certo suo positivo anticonformismo. Ma quello che fa la sua forza, direi ancora di più la sua ragione, è l’insopportabilità della stagnazione politica in cui siamo immersi da troppo tempo. La velocità di Renzi, questa sua per tanti versi banale caratteristica di fare alla svelta, la sua impazienza, è ciò che io credo molti di noi sentono necessario per smuovere le cose. Quello che vorremmo noi stessi fare se potessimo mettere i piedi dentro una delle tante stanze dei bottoni. Per farla finita con gli infiniti bizantinismi, i traccheggi, le posizioni di comodo, le ipocrisie, le complicità che ammorbano la vita politica e le istituzioni. A mio avviso non c’è dubbio che bisogna cambiare verso. Non si tratta, in prima battuta, di andare più a sinistra. Si tratta di andare a rimettere diritte alcune cose. A farle funzionare. A non essere più succubi del “non si può cambiare”. E di farlo con quel sufficiente tasso di valori democratici che la cultura politica anche di Renzi pur sempre esprime.

Avrei preferito che fosse stato Enrico Letta ad imprimere questa determinazione nella vicenda politica italiana. Lo ha cercato di fare. E avrebbe dovuto essere sostenuto di più dal suo partito. Ma forse non è riuscito a imprimere quella nettezza necessaria, quella forza d’urto necessaria, per smuovere più a fondo le acque. Ha però lavorato bene, costruendo un clima di collaborazione e di correttezza tra le forze politiche, dando un contributo non piccolo di serietà e di dignità alla politica italiana, che è svillaneggiata e lacerata da troppi dei suoi protagonisti. Non so se sia solo un’illusione pensare che Renzi possa fare meglio, avendo di fronte gli stessi vincoli politici e economici che aveva Letta (ma che quest’ultimo ha reso meno rigidi) e avendo così tanta sfrontatezza di troppo. Credo, tuttavia, che possa combinare qualcosa di utile. Poi, forse è vero, somiglia a Berlusconi; ma il Pd ha tanti difetti ma non quello di diventare un gregge appresso a un capo. Se farà male, Renzi tornerà a Pontassieve.

 

Giampiero Forcesi

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  1. Condivido sostanzialmente le osservazioni e le perplessità di Forcesi: i tempi e le modalità con cui si è mosso Renzi si giustificano solamente con la esigenza di uscire dallo stato di stallo e di impotenza in cui mostra di trovarsi la nostra politica. La scommessa di Renzi può essere vinta solo se la scossa che lui ritiene di poter dare riuscirà ad essere veramente determinante e se avrà un esito duraturo e positivo. Mi paiono sinceramente condizioni abbastanza difficili da realizzarsi tutte insieme. L’alternativa, d’altra parte, sarebbe traumatica per Renzi, per il PD, per la situazione politica nazionale. Non credo che la motivazione dell’iniziativa possa ridursi all’obiettivo di breve durata di un buon esito delle elezioni europee del prossimo mese di maggio. Le più e meno “larghe intese” sono state accettate come una necessità eccezionale nella emergenza nazionale ed hanno mostrato ampiamente i loro limiti per un’azione politica coerente e fattiva: di questo contesto si intenderebbe fare invece la normalità dell’intera legislatura. Una delle più serie e gravi critiche fatte a Berlusconi è stata la semplificazione grossolana e disonesta della politica – che invece è complessità – operata allo scopo di attribuire a se stesso poteri taumaturgici e dare una falsa rassicurazione ai cittadini. Renzi è senza alcun dubbio altra cosa rispetto a Berlusconi, non ne ha le caratteristiche, la spregiudicatezza e gli obiettivi, ma proprio per questo deve guardarsi dalla tentazione della facile semplificazione di ciò che semplice non è! La posta è alta: è in gioco il sistema democratico, oltre che le condizioni di vita del Paese. Per questo credo che occorra che tutti, e penso soprattutto al PD, ci mettano del proprio e remino nella stessa direzione superando ogni riserva e remora, per quanto giustificata.

    • 1-Non si partecipa al dibattito: e’ vero.Arzigogolate troppo sui problemi teorici ed astratti:
      proposte concrete sulla soluzione dei problemi se ne vedono poche.
      2 -Poca fiducia a Renzi? Molti voi sono legati alla nomenclatura PD e di una certa cultura
      mai propositiva e fiduciosa nel nuovo:sempre vede il bicchiere mezzo vuoto?
      3-Rinnovamento di persone,di programma,di prospettive,anche di utopie:non e’ questa
      la strada per sperare nel futuro? Datevi una mossa:altrimenti finisce anche la vostra
      esperienza per esaurimento di associati privi di ogni speranza!

  2. L’articolo pone due problemi diversi: la partecipazione a questo sito e il giudizio su Renzi Presidente del Consiglio. Sul primo problema ammetto che io stesso avrei potuto essere più partecipe. Se non l’ho fatto è: a) perchè non ho moltissimo tempo da dedicare a questa attività; b) perchè penso di essere tra coloro che non amano prendere posizione con troppa frettolosità, che non ritengono di avere sempre l’idea giusta (che magari poi cambia dopo qualche tempo). Mi rendo conto che è un imprinting tipico del “nostro mondo” (che infatti in molti casi guarda con sospetto o addirittura antipatia Renzi il veloce, il twittatore, ecc. …) ma che a volte può diventare un “alibi” per non esporsi. Ci vorrebbe un po’ più di coraggio e un po’ meno ritrosia. Al netto del problema “tempo” , ci proverò… Al di là del mio caso personale, la platea che ha promosso c3 dem – oltre a quanto dicevo sopra – forse non è -per formazione, età media, approccio – molto sensibile a questo tipo di “partecipazione” on line. Forse si potrebbe stimolarla chiedendo a qualcuno, una volta lanciato un determinato argomento, di fare da “apripista” con qualche prima reazione, ma capisco che non si può chiedere troppo a una redazione che già fa miracoli!
    Sulla questione Renzi, credo che una valutazione più seria di potrà fare guardando ai fatti più che alle parole. E’ chiaro che il personaggio è abbastanza lontano dai “clichè” del politico “classico” (come lo era ed è, a suo modo, anche Berlusconi e persino, in tutt’altro modo e stile, Prodi): questo può anche dare fastidio ma non credo che abbia senso dibattere su un aspetto del genere.
    Un dibattito tra noi che sia all’altezza di noi stessi (?) non dovrebbe riguardare tanto gli aspetti esteriori – seppure capisco che anch’essi possano avere un loro peso – ma i provvedimenti e le scelte del Governo Renzi. E’ giusto confrontarsi su come Renzi è arrivato al Governo, se era giusto procedere in questo modo ecc. Ma, fatto questo, senza perdere però troppo tempo, saremo (forse) utili se continueremo a dare un contributo, seppur piccolo, su cosa serve all’Italia e all’Europa.
    Buon lavoro a tutti e grazie agli amici della redazione del sito!

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