OREUNDICI: Io straniero – IL REGNO: l’inganno dei nazionalismi – IL SEGNO: “Io sono il mio corpo” – LA CIVILTA’ CATTOLICA: lo sviluppo crescente della Cina

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L’intero quaderno di Oreundici di novembre è dedicato al tema “lo straniero”. Argomento attualissimo, che anima le conversazioni quotidiane e che la rivista (che non a caso si definisce per la crescita umana e spirituale nel quotidiano) affronta con calore e capacità di convincere. Apre il fascicolo il presidente dell’associazione e fondatore di Oreundici, don Mario De Maio il quale ricorda che la storia e il vangelo ci chiedono oggi una esperienza di nuova umanità fondata sull’accoglienza, la fraternità, lo spirito di condivisione e la capacità di guardare al futuro con fiducia, tutti insieme perché tutti siamo insieme, pellegrini, mendicanti e fratelli. Se impareremo ad amare lo straniero, il forestiero, il diverso riscopriremo la speranza, la serenità e la gioia di vivere e di stare insieme. Lo insegna Papa Francesco, ne scrivono su Oreundici Odile Van Deth, Lucia Capuzzi, Vincenzo Paglia, Claudiu Hotico, Carolin Emcke e Pier Dario Marzi. A conclusione una bellissima poesia di don Angelo Casati che si conclude: “Siete centinaia/Vi abbiamo chiuso. I nostri sigilli sono pesanti. È vietato./Ma ora gli occhi, i vostri, osano per sfida al di là delle nostre prigioni./Si perdono lontano a sognare – o è visione? – la grande muraglia/la vostra/la muraglia che non chiude/il cielo.”

Il Regno attualità n. 18 affronta come di consueto vari temi che sono all’attenzione dei credenti (e dei cittadini del mondo). Tra essi “l’inganno dei nazionalismi” cui è dedicato l’editoriale firmato da Gianfranco Brunelli, i dibattiti intra-ecclesiali fra i quali la lettera di 62 persone (fra i quali il superiore della Fraternità San Pio X) secondo i quali nella Amoris Laetitia di Papa Francesco ci sarebbero sette affermazioni eretiche….! Alle accuse risponde in modo pacato e articolato (ma … più che convincente!) Michele Giulio Masciarelli. Il fascicolo del Regno tocca molti altri temi: come parlare correttamente si sesso ai giovani; come valutare le divisioni che talora emergono anche tra i cattolici; come riscoprire la speranza in tempi difficili; e poi: la situazione della Chiesa in Congo, le aggressioni a sacerdoti e laici che difendono i diritti umani nei paesi a rischio, il ruolo del moralismo nella politica italiana dal Dopoguerra ad oggi …

“Io sono il mio corpo”. Con questo titolo dell’articolo di fondo del teologo Giuseppe Grampa si apre il fascicolo di novembre de Il Segno della diocesi di Milano. Naturalmente non si tratta di un’affermazione pagana e riduttiva, ma del richiamo a considerare l’importanza del corpo e il rispetto che va portato a esso, tanto più facendo riferimento ai diffusissimi casi di abusi e di violenze cui è sottoposto il corpo (soprattutto delle donne). Si parla poi della prima lettera pastorale del nuovo arcivescovo Delpini con le indicazioni pastorali, ricche e suggestive, per il 2017/2018. Delpini ha anche avviato la raccolta di testimonianze in vista di una causa di beatificazione di fratel Ettore Boschini, religioso camilliano che dedicò la vita ad assistere diseredati, barboni, senzatetto, profughi, extracomunitari. Ma il mensile diocesano è ricchissimo di temi, trattati con vivacità: l’impegno di Montini (fin da quand’era arcivescovo di Milano) per il dialogo con i lontani; l’incoraggiamento alle donne affinché sappiano “ribellarsi alla violenza”, un bel ricordo della “santità laica” di Giorgio La Pira ricordato da Giorgio Campanini … e tanti altri temi: dal mondo, sulla vita familiare, sullo sport, sull’arte religiosa, sulla “virtù civile della cittadinanza” come la sognava Carlo M. Martini!

Prendendo spunto dal messaggio rivolti 10 anni fa da Benedetto XV e oggi da papa Francesco alla Chiesa cinese, La Civiltà Cattolica (n 4017) presenta una prospettiva abbastanza ottimistica sullo sviluppo crescente in quel “continente” di una Chiesa pienamente cattolica e pienamente cinese. L’articolo, molto ricco di documentazione e di speranza, è molto bello e autorevole essendo firmato da padre Federico Lombardi.

(a.bert.)

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