NOTIZIARIO DELL’ ISTITUTO PAOLO VI: “Il Papa dimenticato”- IL REGNO: verso il V convegno ecclesiale – LA CIVILTA’ CATTOLICA: Un’accurata analisi dell’Evangelii Gaudium – MOSAICO DI PACE: prendersi cura degli ultimi e dei lontani – IL SEGNO: l’eredità che ci lascia il Natale.

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Si definisce Notiziario la pubblicazione periodica intitolata Istituto Paolo VI, espressione dell’omonimo Istituto internazionale dedicato al pontefice bresciano. Il numero 66 (dicembre 2013), che appare nella ricorrenza del 35° anniversario della morte, offre come di consueto documenti, studi, articoli e informazioni fra le quali l’introduzione del cardinale Lehmann al libro di J. Ernesti “Paolo VI, il Papa dimenticato”, e un interessante studio sui rapporti tra Montini e il cardinale Willebrands prima e durante il pontificato. Di particolare interesse e ricca di documentazione è inoltre lo studio di Giselda Adornato sul ruolo del cardinale Montini e durante la preparazione nonché la prima sessione conciliare. Colpisce in particolare la sintonia di Montini con le intuizioni e lo spirito di Papa Giovanni, specialmente con l’allocuzione “Gaudet Mater Ecclesia”. Emerge in questa preparatoria e prima fase conciliare il “ritardo” dei vescovi italiani tra i quali spicca invece l’apertura di Montini a Milano (e in parte dei vescovi lombardi) e di Lercaro a Bologna. Infine il Notiziario offre un’interessantissima sintesi del XII Colloquio internazionale di studio svoltosi a fine settembre 2013 a Brescia e presieduto dal card Poupard, Paul Gallagher, don Angelo Maffeis con la partecipazione tra gli altri di Paolo Prodi, Alberto Monticone, mons Brambilla, card Poupard su “Il Concilio e Paolo VI”. Emerge tra l’altro l’attenzione, l’ascolto e la pazienza di Paolo VI verso i gruppi e i vescovi conservatori, e la sua fermezza sui principi ispiratori del rinnovamento ecclesiale secondo lo spirito veramente evangelico.

Si svolgerà a Firenze nel novembre 2015 il V convegno ecclesiale della Chiesa italiana. Lo ricorda l’articolo di apertura de Il Regno (n 20 – 2013) di Gianfranco Brunelli, il quale sottolinea che il tema centrale della Chiesa italiana oggi è proprio quello di tradurre e incarnare nella realtà del nostro Paese lo spirito nuovo di papa Francesco, e cioè la capacità della Chiesa (dei credenti) di parlare alla coscienza degli uomini di oggi e di dialogare con verità, libertà e carità. L’invito che i vescovi rivolgono ai credenti per un cammino verso l’incontro di Firenze, infatti, conclude “Per i discepoli si aprono strade che sino a quel momento non avevano osato percorrere: verticalmente verso Dio, e orizzontalmente incontro a coloro di cui si avvertono e condividono i bisogni, per toccarli e lasciarsi toccare da loro, per prendersene cura ed accogliere tutti in solidale e fraterna custodia”. Interessante anche, in questo clima rinnovato, l’articolo di Paolo Trianni, docente nell’Ateneo Pontificio Sant’Anselmo, che ripropone in maniera molto positiva la figura e la ricerca di quello che fu il “gesuita proibito” (Teilhard de Chardin) che ora è tornato tra le mura delle istituzioni accademiche vaticane anche in un convegno organizzato dalla facoltà di teologia della pontificia università Urbaniana, col titolo “T.d.C. domani. Per un’ermeneutica attualizzante dell’opera teilhardiana”. Da leggere anche lo “Studio del mese”: un’ampia e stimolante riflessione di monsignor Mariano Crociata sulla situazione pastorale della cristianità in Italia, sul mutato contesto socio-culturale, sul nuovo stile di Chiesa proposto da papa Francesco e la necessità di una nuova evangelizzazione”.

Un’accurata analisi delle radici, della struttura e del significato della prima “Esortazione apostolica” di papa Francesco, l’Evangelii Gaudium, è offerta dal direttore di La Civiltà Cattolica Antonio Spadaro sul n 3923 della rivista(dicembre 2013). L’Autore mette in luce la novità dello stile del Papa, ma anche la continuità del suo insegnamento con le più limpide istanze di rinnovamento ecclesiale degli ultimi decenni; e cita in proposito la visione della Chiesa e l’attenzione cordiale verso il mondo contemporaneo di Paolo VI e le istanze di rinnovamento emerse nelle chiese latinoamericane (si veda il documento di Aparecida. In particolare emerge l’attenzione verso la “città dell’uomo”). Scrive Francesco (Ev. G., 71): “Abbiamo bisogno di riconoscere la città a partire da uno sguardo contemplativo, ossia uno sguardo di fede che scopra quel Dio che abita nelle sue case, nelle sue strade, nelle sue piazze”.

“Il Papa del grembiule” intitola la riflessione di Sergio Paronetto, vicepresidente di Pax Christi Italia, sul nuovo pontificato; giustamente sottolinea l’attenzione agli emarginati, la passione per la “semplicità” della Chiesa, della sua vita e del linguaggio. il desiderio di “prendersi cura” degli ultimi e dei lontani. Sullo stesso fascicolo di Mosaico di pace (dicembre 2013) l’intervento di Giuseppe Giudici, vescovo di Pavia su “la cultura dell’incontro”, e quello del novantenne vescovo Luigi Bettazzi che invita il popolo di Dio ad andare avanti, a “camminare verso una nuova idea di Chiesa” nella linea del Concilio.

“Papa Francesco ci scuoterà dalla nostra indifferenza. Ma non mancherà di parlare al nostro cuore di tenerezza. In questi mesi non ha mai assunto il tono di giudizio o di condanna. Nel discorso inaugurale del suo Pontificato ha detto “il prendersi cura, il custodire chiede bontà. Chiede di essere vissuto con tenerezza”. Così Giuseppe Grampa su Il Segno, mensile della diocesi di Milano, sul numero di dicembre, per ricordare che il Natale è un evento dolcissimo, ma segnato dal rifiuto, dalla presenza di marginalità, esclusione (“non c’era posto per loro…”). E’ questa l’eredità che il Natale ci lascia: vincere l’egoismo, la chiusura, la presunzione e aprirsi a tutti, superare le frontiere… Infatti, parecchie pagine dello stesso fascicolo del mensile ambrosiano sono dedicate agli immigrati, ai bambini abbandonati, alle vittime della crisi, a testimoni della fraternità come don Gnocchi, alle associazioni di solidarietà, alla “Casa Noemi”, una casa per anziani al villaggio della barona a Milano…

 

(a.bert.)

 

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