“Non è vangelo dire a chi è aggredito di subire”

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Pubblichiamo una breve intervista che l’agenzia di stampa Adnkronos, il 6 maggio, ha fatto a Giovanni Ferretti, presbitero della diocesi di Torino, teologo e filosofo, oggi 88enne

 

“Non è Vangelo dire a chi è aggredito di subire”. Don Giovanni Ferretti, teologo e storico della filosofia, già’ ordinario di filosofia teoretica e direttore del Dipartimento di filosofia e scienze umane dell’Università degli studi di Macerata, interviene nel dibattito sul diritto per un Paese aggredito, in questo caso l’Ucraina, di difendersi dall’aggressore, la Russia.

In una intervista all’Adnkronos, osserva: “Non è Vangelo dire a chi è stato aggredito ‘subisci io non faccio nulla’: questo è cinismo puro”. “Il problema – osserva il teologo – è molto complesso. Ci sono diverse sensibilità e diverse indicazioni di vie concrete. Il mondo cattolico è certamente per la pace e per il fare tutto il possibile per raggiungerla. Il Papa su tutti. E non si può non essere in questa posizione. Poi il modo concreto di ottenere la pace registra divergenze”, annota il teologo: “C’è chi pensa si debba aiutare l’aggredito perché l’aggressore cessi di aggredirlo. C’è chi invece pensa più alla testimonianza di non violenza, rinunciando a qualsiasi forma di armi pensando che diversamente anziché affrettare la pace la si allontani”.

Fin dove si può spingere la difesa? “Fino a quando l’aggressore non cessi di aggredire. Nel Cristianesimo, c’è una posizione di non rispondere all’aggressione, quindi di subirla, però – annota don Giovanni Ferretti – questo lo posso fare per me, non lo posso imporre ad altri. La Chiesa o il singolo o una nazione può scegliere di essere passiva, può scegliere la linea della non violenza, però non si può poi impedire all’altro o costringerlo in questa situazione non aiutandolo”. Ribadisce il teologo: “Non puoi dire a chi è stato aggredito ‘Subisci, io non faccio nulla: questo è contro il Vangelo’. Mentre, se tu non reagisci, è una scelta personale; ma se vedi uno che è bastonato non puoi dirgli subisci passivamente: sarebbe stravolgere il Vangelo”.

Giusto continuare a fornire armi all’Ucraina? “Io sono più di questa sensibilità – osserva il teologo – pur rendendomi conto del grosso pericolo che questo non aiuti una de-escalation del conflitto, impedendo il raggiungimento della pace. A cuor leggero, non penso sia bene continuare a fornire armi senza se e senza ma. Ma penso anche che l’altro, in questo caso la Russia, – osserva il teologo – sia un rischio maggiore. Io distinguerei dalla posizione Usa di non limitarsi a fermare l’aggressione ma di andare a sconfiggere la Russia. Tendere alla pace non deve essere confuso con fare la guerra alla Russia, e in questo mi pare che l’Europa si distingua dall’amministrazione americana”.

3 Comments

  1. Il problema non è distinguere tra aggressore o aggredito ma che per difendersi servano tonnellate di missili ancora nel 2022 perché le istituzioni sovranazionali, che dorrebbero prevenire il degenerare dei conflitti, di fatto sono state svuotate delle loro funzioni.

  2. Sono molto d’accordo con don Ferretti.
    Grazie per aver segnalato l’intervista. Grazie anche per l’articolo di Ceccanti per il suo ricordare Maritain che insieme a Mounier erano d’accordo sulla resistenza anche armata. Auguri per il vostro lavoro che ritengo di grande utilità.

  3. Io condanno gli aggressori, senza se e senza ma, con la stessa determinazione condanno i fomentatori, che da parecchi anni per fini personali hanno fatto tutto il possibile pechè tutto questo succedesse. Tutto ciò si è avverato “Gli abbaiatori”

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