Liguria, abbiamo perso e rischiamo per il futuro…

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In queste elezioni, per la prima volta, la vittoria della destra, che è stata netta, non è stata causata dalle divisioni interne del centrosinistra, come era avvenuto precedentemente. La percentuale ottenuta dalla lista guidata dal prof. Massardo e sostenuta anche da Italia viva, poco più del 2%, non sarebbe stata ovviamente sufficiente a colmare la differenza tra quanto ottenuto da Toti (56,13 %) e quanto ottenuto da Sansa (38,9 %).

Il grave rischio di questo risultato, se la situazione creatasi non sarà compresa fino in fondo, sarà quello di consegnare la regione al centro destra in modo stabile.

A questo risultato hanno contribuito molteplici fattori, primi fra tutti da una parte l’abilità di Toti nello sfruttare a proprio vantaggio anche gli eventi tragici, e dall’altra un notevole immobilismo del PD che dall’opposizione non è riuscito a coinvolgere l’opinione pubblica nel giudizio negativo sulle politiche attuate dalla Regione in questi anni.

Eppure in Liguria tutti gli indicativi sono negativi e la situazione socio- economica è allineata a quella delle regioni più in difficoltà: l’occupazione è in forte diminuzione, le disuguaglianze sono in aumento, si verifica una costante emorragia di giovani che cercano altrove, in Italia o all’estero, possibilità di lavoro. A ciò si aggiungano due aspetti che sono nel contempo causa ed effetto dei problemi sopra citati: il crollo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione (il più rilevante in Italia) che, causando il divario fra i nati e i morti, porta ad una costante diminuzione della popolazione.

Di fronte a questi problemi la risposta del centro destra è stata inesistente: ecco perché il successo in particolare della lista Toti può essere interpretato come un atto di sfiducia nei confronti del PD, che non è stato considerato in grado di proporre una politica validamente alternativa. In effetti non si coglie nelle proposte del PD una visione complessiva del futuro di Genova e della Liguria.

Una notazione particolare merita la questione della sanità ligure. Trattandosi di una piccola regione, i numeri dei contagi sono piccoli in cifra assoluta ma in proporzione sono stati e sono maggiori di quelli delle regioni più grandi e comunicativamente più rilevate. Toti ha beneficiato, diciamo, di questa  irrilevanza. Ma qualcuno se ne è accorto se l’assessore alla sanità della sua giunta non è stata rieletta e se la Svizzera pretende i tamponi da chi varca i suoi confini provenendo dalla Liguria!

Considerando i dati elettorali offerti dal Centro Studi “Genova che osa”, si nota come, dal primo crollo dei consensi nel 2010, il suffragio al centro sinistra si è sostanzialmente mantenuto costante (in questa tornata bisogna tenere presente che al risultato hanno concorso anche parte degli elettori 5S); si può quindi concludere che il centro sinistra è in grado di conservare se stesso ma non di essere attrattivo di nuovi consensi o di quelli persi in allora.

Piccolo cabotaggio, microconflittualità interna, scarsa presenza fra la popolazione, opposizione frammentaria e quindi sterile, una certa arroganza di cerchie ristrette, con la conseguente incapacità a valorizzare le energie positive cresciute al di fuori di esse: sono i principali difetti che hanno impedito al Partito democratico di costruire dall’opposizione le basi sufficienti per una alternativa credibile.

A ciò si aggiunga la difficoltà della trattativa con il movimento 5S, ma soprattutto l’incapacità a trovare in tempo utile un candidato sindaco di area, e nello stesso tempo il colpevole ritardo con cui si è arrivati a condividere la candidatura del giornalista Sansa. Risultato: mentre Toti ha avuto cinque anni di tempo per la sua campagna elettorale, comprese le passerelle relative alla ricostruzione del ponte sul Polcevera, Sansa fra mille incertezze e poche valide collaborazioni ha potuto usufruire di poco più di due mesi, estate compresa.  Un miracolo ci sarebbe voluto!

 

Maria Pia Bozzo

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  1. Grazie per questa analisi precisa e lucida, da cui emergono preoccupazioni importanti vista la rilevanza che la Liguria ha nel Paese e in particolare nel Nord. La speranza è che qualcuno ne faccia tesoro! Da mesi, parlando con diverse persone, faccio presente quello che Maria Pia Bozzo afferma a un certo punto: “il centro sinistra è in grado di conservare se stesso ma non di essere attrattivo di nuovi consensi o di quelli persi allora”. Ecco, questo è un bel problema, a tutti i livelli, locale e nazionale… Mi auguro che in molti altri se lo stiano ponendo per trovare risposte il più possibile adeguate.

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