I cattolici democratici e la politica

| 0 comments

Le vicende congressuali e le prossime primarie del PD, da un lato, e il prossimo convegno a Parma sul cattolicesimo democratico, dall’altro, mi inducono a qualche modesta riflessione sulla politica.

Partecipando da iscritto ai congressi del PD ho riscontrato più animosità concorrenziale sui candidati che non interesse ad approfondire temi e prospettive. Ciò mi ha convinto una volta di più sui limiti del sistema delle primarie dove tutta la tensione è concentrata  sui candidati, lasciando ben poco spazio al confronto delle idee.

Ma ciò che qui mi preme richiamare è il pericolo che, finita la grande kermesse delle primarie, si ritorni ai giochi di prima. C’è  un vincitore, persona e gruppo, che governa e poi un’opposizione che fatica a farsi sentire e che rischia man mano di estraniarsi.

In sede congressuale e a livello della mia zona ho sostenuto che, una volta conclusa la fase congressuale, si dovrebbe appoggiare  una gestione unitaria, rappresentativa di tutto il partito, per poter affrontare con  forza i prossimi rilevanti impegni.

Se i cattolici democratici fossero più presenti nel PD, ecco un ruolo importante che potrebbero assumere: quello di partecipare con una posizione motivata ed equilibrata e soprattutto esprimendo l’esigenza di un governo unitario.

A me sembra che sul piano governativo Renzi  abbia fatto diverse cose positive: la parte debole della sua azione è stata il partito, decisamente trascurato. La gestione unitaria costituirebbe un correttivo efficace.

I partiti oggi soffrono di un deficit di democrazia perché la partecipazione è scarsa e non di rilievo. Ma piuttosto che aspettarsi riforme dall’alto, proprio la richiesta di maggior democrazia e partecipazione esige che l’iniziativa parta dal basso.

Anche qui il cattolicesimo democratico può fornire un contributo utile di metodo e di fatto. E’ necessario che a livello di base nascano e si sviluppino associazioni di cultura politico-sociale che, senza identificarsi col partito, ma in modo indipendente, si interessino  alla politica intervenendo nella realtà locale, formando quadri, elaborando proposte, verificate nell’esperienza. L’associazione Il Borgo di Parma è un ottimo esempio a riguardo.

Infine, di fronte ai grandi problemi del tempo appare evidente, penso, che servano cultura e proposte nuove. Qui purtroppo  mentre si sprecano le critiche al presente, è praticamente inesistente la parte “costruens”, il che fare.

In proposito è necessaria molta pazienza perché lavoriamo con ideali e valori, ma senza una prospettiva delineata.  Un principio però lo dovremmo avere: rifiutando il pensiero liberistico dominante,  e preso atto dell’esaurimento del discorso ideologico della sinistra di ieri, mi sembra che la scelta stia nella ricerca di un pensiero nuovo critico dell’esistente, non in una forma antagonista, ma per una suo cambiamento  democratico.

Come dicono bene i teologi argentini, che sono stati probabilmente di riferimento al pensiero di Papa Francesco, anche il pensiero sociale cristiano si è dimostrato spesso solo una versione buonista della concezione economica dominante. E’ ora di usare più coraggio, di aprire con decisone strade nuove, di non aver paura a uscire dai canoni tradizionali, perché è evidente che non sono più adeguati, mentre aumentano i problemi e l’insoddisfazione della gente, che non è disposta ad aspettare oltre.

Ecco dunque, a mio parere, qualche compito per i cattolici democratici:

  1. Una partecipazione ragionata alla politica, per contrastare l’antipolitica e il semplicismo diffusi. Occorre farsi sentire in tutte le sedi per dare forza ad un atteggiamento chiaramente controcorrente.
  2. Sviluppare esperienze di associazioni locali che siano la base e la linfa di una realtà politica democratica, alimentando un costume costruttivo e operoso.
  3. Dedicare una parte del nostro tempo non al “fare”, ma al “pensare”, e al pensare in modo decisamente nuovo anche rispetto all’ambiente cattolico, troppo abituato al quieto vivere e alle soluzioni moderate e tranquille, non perturbanti.

 

Sandro Antoniazzi

Lascia un commento

Required fields are marked *.