FUORI DA QUINDICI ANNI DI PALUDE. Lettera di Ernesto Preziosi ad amici e aderenti di “Argomenti 2000”

| 0 comments

Nella newsletter di novembre, il presidente dell’associazione “Argomenti 2000”, Ernesto Preziosi, riflettendo sul quadro politico (anche alla luce si un’analisi di Ilvo Diamanti, si chiede, a proposito del Partito Democratico: “A che punto è il progetto che l’ha fatto sorgere? A che punto è quella sintesi culturale che avrebbe dovuto portare al superamento delle matrici ideologiche che stavano alle spalle dei grandi partiti, offrendo una risposta adeguata ai problemi dell’agenda politica?”. Preziosi invita a due momenti di confronto: a Vicenza, dove lui stesso interverrà il 18 novembre, insieme ad Andrea Olivero, ad un incontro organizzato dall’Azione cattolica, dall’Agesci, dalle Acli e da altre associazioni (“A servizio del Paese: i cattolici tra voglia di protagonismo e rischio di irrilevanza”, vedi convegnoVicenza ) e ad Assisi, l’8 e 9 dicembre, per un incontro di riflessione e preghiera, assieme a Mons. Domenico Mogavero (“Camminare secondo lo Spirito”), organizzato dall’Opera della Regalità di Milano, l’associazione Amici dell’Università Cattolica, e la stessa “Argomenti 2000” (argomenti2000, Assisi2012).

Di qualche interesse il testo della locandina dell’incontro a Vicenza, perché offre chiari segni degli mori che percorrono ampia parte del cosiddetto “mondo cattolico”:

“Disorientamento. È il sentimento che più di altri fotografa lo stato d’animo anche di molti credenti di fronte al quadro politico nazionale. Dopo la fi ne della cosiddetta Prima Repubblica, sembrava essersi aperta anche per i cattolici una nuova fase in cui portare il proprio contributo all’interno delle formazioni politiche più diverse, nel nome di un pluralismo che appariva come una acquisizione irreversibile dopo la fi ne della Democrazia Cristiana. A 20 anni di distanza il bilancio appare più con ombre che con luci. I credenti hanno rischiato spesso di rimanere frantumati all’interno di un sistema maggioritario aggressivo e muscolare, dove, solo raramente,

la stessa fede e la medesima appartenenza ecclesiale sono state anteposte all’appartenenza

partitica. Il risultato è stato spesso una concreta irrilevanza.

Diverso è il discorso per il gli enti locali (in particolare i Comuni) dove gli amministratori credenti hanno potuto ancora incidere in modo signifi cativo sulle scelte del contesto locale. Il degrado etico e morale al quale stiamo assistendo in queste settimane evidenzia peraltro che oggi più che mai c’è bisogno dell’impegno credibile e qualifi cato dei cattolici in politica.

Non è questo dunque il tempo del disimpegno magari in nome di quel disincanto che attraversa tutti

i settori della società italiana. Come associazioni e movimenti ecclesiali sentiamo forte la responsabilità di contribuire a questo dibattito e alla formazione di una nuova classe dirigente.

Di questo vogliamo discutere.”

 

Lascia un commento

Required fields are marked *.