Elezioni Usa, pandemia, omofobia: i dilemmi della libertà

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Cosa accomuna le elezioni Usa, la pandemia, la discussione sulla legge contro l’omotransfobia?

Il tema della libertà. 

Le elezioni USA. Trump pretende di rappresentare – e pare ci riesca anche – un sentimento di libertà individuale molto radicato, per cui il singolo non deve subire l’intromissione dello Stato nelle sue scelte personali, persino quando esse sono controproducenti come nell’ambito sanitario (vedi questione mascherine e polemiche anti-restrizioni). Il paradosso è che tale sentimento di (almeno apparente) libertà si sposa con una concezione forte  – ultimamente si è arrivati a dire autoritaria – del potere politico quando si parla di sicurezza interna ed esterna e, in parte, di difesa dell’economia nazionale.

Anche Biden e i democratici vogliono rappresentare un’idea di libertà: diritti civili, libertà di espressione; libertà delle minoranze e di ogni persona, indipendentemente dalla propria origine e condizione, di poter raggiungere senza ostacoli esterni gli stessi traguardi di tutti gli altri. Ma per garantire alcuni di questi obiettivi occorrono leggi e istituzioni che le applichino. Ed ecco emergere l’accusa di statalismo rivolta ai democratici da parte dei repubblicani.

Quindi, con sottolineature ben diverse negli uni e negli altri, vediamo accuse reciproche di ledere la libertà (autoritarismo attribuito a Trump, socialismo o statalismo attribuito a Biden); e la rivendicazione di una  “difesa” della libertà da parte di entrambi – come sopra accennato in modo ovviamente molto approssimativo.

La pandemia. Non c’è bisogno di molte parole per capire che nella situazione in cui ci siamo trovati il tema della libertà è centrale. Una libertà che si autolimita per potersi di nuovo esplicare finita l’emergenza? Una libertà che non può essere troppo compressa, nemmeno in nome di un valore così importante come la salute e persino la vita? Finora le democrazie occidentali sono riuscite a mantenere un equilibrio, per quanto precario, tra restrizioni necessarie e mantenimento delle libertà fondamentali. Nella prima fase della chiusura da covid 19 è parso che le limitazioni fossero in qualche modo interiorizzate dalle popolazioni, seppure con disagio e dolore, e quindi divenute anche un’adesione – seppure a volte più convinta,  a volte dettata dalla paura di ammalarsi o di sanzioni –  all’autolimitazione: anche questa, in fondo, una forma di libertà. Nella seconda ondata di questi giorni questo clima vede segni di crisi e si presentano forme di contestazione a quella che sembra ad alcuni un’imposizione eccessiva; in nome della libertà oltre che, più concretamente, delle esigenze economiche basilari delle categorie più colpite, per quanto si prevedano ristori. A che punto siamo nel rapporto tra libertà e misure contro la pandemia (e altre emergenze simili), tra poteri delle istituzioni e diritti dei cittadini, per non entrare poi nell’importante  questione giuridica e costituzionale delle relazioni tra governo e parlamento, tra decreti e leggi ordinarie? E’ ancora preso per dirlo: ci siamo in mezzo. Ma il tema della libertà è lì che chiede di essere prima o poi ri-affrontato e rielaborato anche alla luce di tutto ciò.

Il disegno di legge contro la omotransfobia. Anche qui, chi sostiene la legge lo fa in nome della libertà: di essere se stessi, di non dover subire aggressioni o offese per il proprio orientamento sessuale o i propri comportamenti personali e così via. Chi contesta la legge (tenendo peraltro conto di alcune strumentalizzazioni) lo fa ancora una volta in nome della libertà: di esprimere opinioni critiche su determinate scelte, di poter difendere la “famiglia tradizionale” e così via. Non entro nel merito, registro che ancora una volta uno dei temi centrali è la libertà. E si potrebbe continuare con altri esempi di tematiche eticamente sensibili come l’inizio e la fine della vita, l’utero in affitto ecc.

Per concludere… (si fa per dire). La nostra Costituzione, la Dichiarazione dei diritti umani e altre Carte  internazionali e nazionali definiscono le libertà fondamentali, che si presume siano da tutti condivise e difese. Ma quando i principi (guai se non ci fossero, evidentemente) si vanno a misurare con la complessità dei nodi e dei dilemmi che la storia presenta, occorre un surplus di riflessione, di approfondimento, di impegno morale e intellettuale. Perché la libertà ci sia e nello stesso tempo, nell’esercitarla, non finisca per diventare il suo contrario. Guardando anche – già che ci siamo –  “in casa nostra”, nella Chiesa, perché il tema della libertà ci interroga  come popolo di Dio non meno che come cittadini.

Sandro Campanini

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