CONSULTAZIONE SULLA LEGGE ELETTORALE. I risultati dell’iniziativa dell’Istituto De Gasperi di Bologna

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Alla consultazione dell’Istituto De Gasperi sulla riforma della legge elettorale hanno partecipato 651 persone. Ha vinto il modello tedesco (ma di poco) sul francese. Nel trasmettere il Rapporto sulla consultazione dell’Istituto De Gasperi – unito al testo appena approvato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato, per un confronto -, Domenico Cella e Pietro Parisini scrivono: “Ha vinto il modello tedesco, il sistema proporzionale per antonomasia, il sistema che distorce minimamente, entro limiti tecnici, il rapporto voti/seggi e sostanzialmente ‘fotografa’ la situazione esistente. Ma vince di poco, rispetto al ‘trasformativo’ sistema francese. Vince perché, oltre ad essere il più gradito (quasi alla pari del francese), risulta essere anche il meno ‘sgradito’. Questo il senso del risultato ottenuto non opponendo l’una all’altra le tre opzioni proposte (oltre al sistema tedesco e al francese il sistema spagnolo, attestatosi su livelli minimi), ma stabilendo tra loro un più disteso ordine di preferenza. Come avevamo immaginato, il conteggio delle “prime” preferenze non ha dato la maggioranza assoluta a nessuna delle tre opzioni. Abbiamo dunque eliminato dalla gara l’opzione spagnola, giunta terza, ma ce ne siamo serviti, quasi ‘spolpandola’, calcolando le ‘seconde’ preferenze di chi l’ha votata e attribuendole alle due opzioni meglio piazzate”.

“Vince – proseguono i responsabili dell’Istituto De Gasperi – un sistema proporzionale quasi puro ma (come a tutelarsi) una maggioranza schiacciante (79%) dei partecipanti alla consultazione dell’Istituto chiede sulla scheda, oltre al partito e ai suoi candidati, l’indicazione della maggioranza governativa e/o del candidato Premier proposti. Insomma, ai partiti sono richiesti precisi impegni  prima del voto, vincolando la loro libertà di movimento in Parlamento”.

Il modello tedesco non è solo riparto proporzionale dei seggi. Dell’esperienza tedesca una forte percentuale (65%) mostra di apprezzare la cd. “personalizzazione del voto” dell’elezione in collegio uninominale, dove vivace è il confronto tra i candidati e nell’elettorato. Proprio qui, almeno per una parte dei membri del Parlamento, è la Germania ad indicarci una concreta alternativa sia alla “lista bloccata” (mal vista dal 70% del nostro campione, anche se “corta”), sia alla preferenza. Certo, tra lista bloccata anche corta e preferenza non c’è confronto  (vuole la preferenza l’84%)”.

La consultazione dell’Istituto De Gasperi si svolgeva proprio mentre la Commissione Affari Costituzionali del Senato discuteva (per poi approvarlo a maggioranza) un testo base per la prosecuzione dell’esame dei numerosi disegni di legge in materia elettorale giacenti in Parlamento.

L’Istituto, dunque, sottopone alla nostra attenzione quel testo (Senato Affari Cost testo unificato legge eletorale) invitandoci a confrontarlo con le indicazioni emergenti dalla consultazione. E così commenta: “Apparentemente siamo sempre nella famiglia dei sistemi proporzionali, ma che distanza siderale dalla Germania!”.

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