Carta d’intenti del Pd. Manca un linguaggio di verità

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Il segretario del Pd, Bersani, ha presentato il 31 luglio a Roma la Carta d’intenti del Pd (carta intenti pd), 13 pagine, 10 parole chiave: visione, democrazia, Europa, lavoro, uguaglianza, sapere, sviluppo sostenibile, beni comuni, diritti, responsabilità. Un primo commento, critico-amichevole, alla Carta è quello di Michele Salvati, pubblicato sul “Corriere della sera” del 2 agosto 2012 (Salvati sulla Carta del Pd). Salvati apprezza lo sforzo di equilibrio e di chiarezza, ma evidenzia un limite, la mancanza di un linguaggio di verità: “Se un leader dev’essere anche un educatore – cosa che si sente ancora ripetere tra gli eredi del Pci  – questo è un grave limite”.  Fa due esempi: si afferma l’europeismo, ma “è strano che non si dia alcuna idea dello sforzo e dei sacrifici necessari per raggiungere questo obiettivo”; si dichiara che va proseguito l’indirizzo imposto da Monti all’azione di governo, ma si evita di far capire che “le misure accennate nella carta d’intenti, se vogliono essere efficaci, non potranno essere molto meno dolorose” di quelle prese dal governo Monti. Comunque, dice, un documento utile.

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