ALDO MARIA VALLI E ANDREA GRILLO. DISCUSSIONE SU PAPA FRANCESCO, ATTO SECONDO

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Giorni fa il giornalista Aldo Maria Valli ha pubblicato sul suo blog una riflessione critica sulla chiesa di papa Francesco, che a suo dire, privilegiando l’et et all’aut aut, rischia di essere troppo cedevole verso la logica mondana (“La chiesa e la logica del ‘ma anche’”). Il teologo liturgista Andrea Grillo ha replicato, individuando nelle tesi di A. M. Valli una visione semplificatrice che sfugge alla complessità (“I timori di A. M. Valli e gli ideali di un cattolicesimo semplificato”). Ora un secondo scambio: Valli risponde alla critiche di Grillo (“Misericordia e giudizio, i nodi al pettine”) e quest’ultimo torna a controbattere, questa volta con qualche asprezza (“A. M. Valli e la caricatura di Francesco: Gli stereotipi tradizionalistici di bravi giornalisti”).

 

 

 

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  1. Grazie a tutti e due per la franchezza argomentativa. Ho imparato tanto, anche se, leggendo prima uno e poi l’altro, mi trovavo in parte, alternativamente, d’accordo. E tante le riflessioni.
    Non essendo un teologo, né un giornalista, mi astengo da fare un commento più articolato per non incorrere nelle “ire” dell’uno o dell’altro, per mia palese incompetenza. Tuttavia, oso dire la mia come padre di due alolescenti/giovani verso i quali sento forte una responsabilità educativa, tra tanti dubbi su quale sia l’agire più giusto e corretto.
    Io penso che le regole e le leggi esistenti, anche se non del tutto condivise, vadano rispettate per poter tutti convivere al meglio, conoscendo così i limiti della propria libertà di agire e sentire. Ai miei figli, maggiorenni da qualche anno, cerco di dare indicazioni comportamentali con l’esempio del mio agire, attento a non contraddire il mio dire dal mio agire.
    Come genitore, sento il dovere di dire loro come la penso e perché giudico sbagliato alcuni loro comportamenti o convincimenti.
    E ripeto loro che “la vita è preziosa e bella, non sporcatela”.
    E loro: “possibile che non ti sei mai ubriacato, mai fatto una canna, ecc.?”, ed io: “No mai. Per cercare di essere felici si può fare a meno delle stronzate, dello sballo!”.
    A volte mi deridono, mi sfottono dicendomi “ma che sei un santo?”, magari, rispondo io, sperando che l’esempio possa in qualche modo essere più convincente delle parole e delle asserzioni e sperando anche che non incorrino in errori e cadute irreparabili.
    Purtroppo, la strada della nostra vita non è lineare. A volte curva, poi in discesa, più volte in salita, accidentata, faticosa. Ma è la nostra strada: unica e irripetibile. Ed è bello percorrerla con la speranza di una vita piena e possibilmente senza rimpianti.
    Forse sbaglio quando dico a mia moglie, parlando dei nostri figli e delle nostre preoccupazioni, che non possiamo sostituirci a loro, è la loro vita e sono loro responsabili di quello che fanno. Noi possiamo solo dire la nostra, dire loro come la pensiamo e, mi ripeto, cercando di non contraddire le parole con comportamenti inadeguati.
    Insomma, non c’è una dottrina certa di riferimento per noi genitori. Ma dobbiamo essere misericordiosi anche verso noi stessi, pur vivendo nel timore di aver sbagliato qualcosa.
    Ma forse è questa la bellezza della libertà.

  2. I “duecento anni di ritardo” della cattolicità cristiana denunciati dal cardinal Martini si fanno sentire. Vorremmo poterla ricongiungere alla storia contemporanea sul piano filosofico/teologico (ma nemmeno le filosofie laiche aiutano di fronte a innovazioni tecnoscientifiche che interpellano logica ed etica) e sul piano della “pastorale” dei comportamenti inconciliabili con una richiesta di obbedienza a principi non-negoziabili che non persuadono più.
    Per fortuna abbiamo il “Papa del discernimento” che può sconcertare i tradizionalisti che quasi sempre hanno figli conviventi o divorziati e nipoti in fuga dalla chiesa dopo la cresima. I cattolici più attenti al futuro della fede dovranno impegnarsi per sostenerlo all’interno di diocesi impigrite e noiose, sollecitando e proponendo iniziative per spostare i paletti e disincagliare navigazioni.

  3. Non ho davvero la pazienza né tantomeno la sapienza di A. Grillo, che stimo tantissimo e col quale sono d’accordissimo, nel rispondere al noto giornalista A. M. Valli che dopo il librino sul cardinale Martini in cui dimostrava tanta affezione e stima per lui lo pensavo veramente diverso. Credo proprio che alla luce di quanto scritto il noto giornalista abbia capito poco del grandissimo e compiantissimo card. Martini e ancora meno del grande papa Francesco, che finalmente sta rendendo la chiesa decisamente più evangelica.
    Et et, aut aut, non solo, ma anche: per favore pensiamo e meditiamo la morte in croce di Gesù che non è stato un incidente di percorso ma un preciso paradigma di vita voluto da Dio Padre. E ringraziamo Dio del dono di papa Francesco, soccorriamo i poveri senza perdere tempo in questioni inutili, viviamo di misericordia senza avere paura di sedicenti aperture e soprattutto senza avere paura del mondo e sentiamoci amati da Dio e tutto verrà di conseguenza.

  4. Perché avete tolto il mio commento? non era una presa in giro, davvero l’essere duecento anni avanti rispetto al resto della Chiesa può esaurirsi nella piatta adesione al renzismo che si legge (generalmente) su questo sito ?

    Se è l’unica alternativa al tradizionalismo mi sembra triste.

    • Salve. Veramente noi non abbiamo tolto niente. No so perché non se lo ritrova. Ma stia sicura che se non ci sono motivi seri non censuriamo. Lo riscriva, se ritiene, e lo rimandi pure così lo ripubblicheremo. Saluti.
      La redazione

  5. Ok, non è un problema se si è perso e non era così importante, mi sarebbe solo spiaciuto sapere che era stato tolto.

    Grazie e buon lavoro

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