OREUNDICI: noi viviamo nello spazio – JESUS: il difficile ‘mestiere’ di Pietro –ADISTA: talora “la disobbedienza è una virtù” – SERVITIUM i profeti di oggi –LA CIVILTA’ CATTOLICA: Primo Levi e il veleno di Auschwitz

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OREUNDICI: noi viviamo nello spazioJESUS: il difficile ‘mestiere’ di Pietro –ADISTA: talora “la disobbedienza è una virtù” – SERVITIUM i profeti di oggi –LA CIVILTA’ CATTOLICA: Primo Levi e il veleno di Auschwitz

Noi viviamo nello spazio: a questo fatto (questa verità!) non dedichiamo forse l’attenzione che merita. Certo parliamo di spazio vitale, di passi avanti e indietro, di distanza e vicinanza, di guardare in alto, di non cadere in basso … Ma forse dovremmo riflettere di più su questa dimensione così decisiva per la nostra vita e per la nostra consapevolezza di essere uomini in cammino. Ci può aiutare il bellissimo fascicolo 7/8 (luglio/agosto 2019) di Oreundici, la bella rivista per la “crescita umana e spirituale nel quotidiano curata da don Mario De Maio insieme con una rete di amici sparsi in tutta Italia” accomunati dalla passione di coniugare la ricchezza del Vangelo con il difficile vivere quotidiano”. Introduce il fascicolo proprio De Maio che si chiede “è possibile un modo diverso di abitare la terra?”. La risposta è: “seguire le orme di Gesù ci renderà più umani”. E le trenta pagine del fascicolo sono tutte dedicate a riflettere sullo spazio che è vitale quando consente la prossimità e rispetta la dignità e la libertà delle persone, la vicinanza nell’amicizia o almeno nel rispetto di ciascuno … E non dimentichiamo che se “camminiamo insieme” non solo lo spazio diventa più sicuro e più accogliente, ma la stessa vita diventa più bella e amabile.

Papa Francesco vuole che in futuro non sia Roma a decidere su ogni cosa. In Evangelii gaudium scrive: “Non credo che si debba attendere dal magistero papale una parola definitiva e completa su tutte le questioni che riguardano la Chiesa e il mondo”. Ma certamente proprio lui, Papa Francesco ha saputo trovare parole adatte per rendere più vicino il messaggio; e amabile e praticabile una vita quotidiana secondo il Vangelo. Anche se, come Jesus (agosto 2019) titola la riflessione e il dibattito su “Il difficile mestiere di Pietro”, un’adeguata testimonianza del Vangelo richiede sempre una grande sintonia e un vero dialogo tra fedeli laici, sacerdoti e religiosi, vescovi … e Papi!

Un coraggioso editoriale di Adista-Segni Nuovi (n 28/2019) prende le mosse dalla sfida sproporzionata dell’allora ministro Matteo Salvini contro Carola Rakete colpevole di aver raccolto sulla sua nave dei profughi disperati, cercando di portarli in salvo. Il testo, scritto con cristiana franchezza, è di Vitaliano Della Sala, parroco a Mercogliano (AV) e vicedirettore della Caritas di Avellino. Merita di essere letto per intero cercandolo su Internet: Adista.it/articolo/61720. E sul successivo numero di Adista Documenti (n 29 del 3 agosto) si possono leggere ulteriori contributi a sostegno dell’accoglienza (che comporta anche vantaggi, oltre ad essere un gesto di giustizia e carità), ricordando che talora “la disobbedienza è una virtù” …

È dedicato ai “profeti di oggi” il fascicolo 244 (luglio/agosto 2019) di Servitium, la bellissima rivista con la redazione a Sotto il Monte (Bergamo), e che di Papa Giovanni conserva e diffonde tuttora lo spirito. Introduce il quaderno Edoardo Edallo che si chiede: chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo? dove cercare la salvezza? nel passato o nel futuro? E tutto il fascicolo è percorso da un affascinante spirito di ricerca ( … e di scoperta!), animato da interventi di Giovanni Trabucco, Pier Luigi Ferrari, Pietro Carelli, Enrico Peyretti, Arrigo Anzani, Maurizio Vailati.

Tra i numerosi e interessanti articoli che, come di consueto, compongono ogni fascicolo, il numero 4058 (agosto 2019) de La Civiltà Cattolica ospita una serie di articoli che aiutano a riflettere sulla molteplicità di problemi che oggi affliggono il mondo e sugli ideali e valori che possono aiutarci a vivere meglio. Così si ricordano: “Primo Levi e il veleno di Auschwitz”, ”la fame nel mondo”, l’esperienza dei personaggi biblici “fra dramma e tragedia”. E di fronte a tanti errori e dolori si ripropone con forza il tema dei diritti umani, della fratellanza, della pace. La Bibbia c’insegna, e la storia attuale conferma, che non si vince il male senza un impegno corale, costante, generoso cioè senza interessi egoistici, ma con grande fiducia nel Signore (e nei fratelli). Sul numero successivo (4060, 7 settembre 2019) padre Mario Imperatori è autore di uno splendido saggio sulla necessità che il difficile rapporto tra relazione e identità (quanti si chiudono per restare se stessi, quanti si perdono nell’incontro con l’”altro”!); e mette l’accento sul tema (e lo spirito) di riconciliazione che può (e deve) sempre illuminare ogni vera e profonda relazione.

Angelo Bertani

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