Ucraina. Un’ipotesi di pace

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di Pier Giorgio Maiardi – Agire Politicamente

La  guerra di Ucraina: tutti vorrebbero che cessasse ma nessuno è in grado di indicarne il modo. Siamo tutti schiavi di alcuni principi considerati irrinunciabili: il prestigio personale e nazionale, il diritto/dovere di difendersi da una invasione, il dovere di non rinunciare a vincere o per lo meno a cercare di non perdere la guerra. D’altra parte siamo in presenza del sopruso di uno Stato ai danni di un altro Stato, di una prevaricazione che non può risultare vincente senza una adeguata reazione, e la situazione si complica perché lo Stato aggressore è enormemente più potente di quello aggredito e non gli è consentito di apparire debole e perdente, è in gioco il prestigio internazionale e quindi sono minacciati gli equilibri politici mondiali. Ma la situazione provocata da questa guerra “giusta” è disastrosa per le persone e per il territorio, le realtà che si intenderebbe difendere: distruzione, morte di soldati e di civili, drammi di famiglie dimezzate, perdita dell’abitazione, del lavoro, della vita di comunità, emigrazione forzata….Dubito che ci sia una proporzione accettabile fra gli effetti della guerra e le ragioni per le quali è iniziata e continua ad essere combattuta!    Questo è un palese segno della debolezza degli uomini, la nostra debolezza: non riusciamo a liberarci da quelle condizioni che consideriamo irrinunciabili e che non ci consentono di cessare di sparare gli uni sugli altri, di ucciderci e di uccidere persone, adulti e bambini, o di rovinare loro l’esistenza in molti casi irreparabilmente.

E’ indispensabile salire un gradino più in su di questa logica senza cadere nella trappola di considerare questo gradino un passo verso la irrealtà dove vagheggiano i sognatori. Vorrei provare a disegnare una ipotesi che non posso considerare irreale perché è a misura umana, una umanità che deve assolutamente essere alla nostra portata: uno dei due belligeranti, più facilmente l’ucraino, assume e proclama la decisione di cessare le ostilità per non recare ulteriore danno ai cittadini ed al territorio sul quale si svolge la loro vita, afferma di volerne rispettare la volontà e si dichiara disponibile ad indire, accettandone il risultato, regolari referendum nei territori contesi dove sussistono etnie russofone. L’assunzione di questa posizione, da parte di un belligerante, rappresenterebbe una proposta compromettente per l’altro belligerante perchè il rifiuto ne sanzionerebbe un grave discredito internazionale: nel caso specifico qualora il proponente fosse l’Ucraina, questa ne guadagnerebbe credito internazionale e la Russia uscirebbe con onore dalla intricata matassa in cui si è avviluppata e da cui potrebbe tentare di uscire solo a patto di dispiegare ulteriormente la sua potenza fino ad un punto di non ritorno per tutti, i rapporti internazionali ne sarebbero segnati negativamente e andrebbe gravemente in crisi il delicato equilibrio su cui si regge la pace mondiale. Questo processo di pace potrebbe avvenire con l’intermediazione dell’ONU, se finalmente questo organismo svolgesse il ruolo che gli è proprio. Occorre coraggio e il coraggio non sta solo nell’aumentare la propria forza per sopraffare l’altro, causando dolore crescente e minacciando gravemente le condizioni per la sopravvivenza pacifica mondiale, unico vero obiettivo a cui dovrebbe tendere il comportamento degli esseri viventi, questo non è vero coraggio ma dimostrazione di grande debolezza, occorre invece il coraggio di liberarsi dalle logiche rivendicative di brevissima prospettiva e di assumere la dimensione umana, la nostra dimensione, l’unica che può garantire una vita adeguata alla nostra dignità!

 

2 Comments

  1. A parte il fatto che non possiamo decidere noi che l’Ucraina prenda l’iniziativa ipotizzata – possiamo solo cessare il sostegno militare, lasciandola invadere – nella irrealistica ipotesi che l’Ucraina prendesse questa iniziativa e la Russia – come è assai probabile – la invadesse, gli stati che sostenevano l’Ucraina che fanno? Attaccano la Russia? O si limitano a dire: peccato, era una così bella idea…? Preferisco chi dice chiaramente che è meglio non resistere all’aggressore, come è stato fatto per la Georgia. Ma in ogni caso la scelta “meglio russi che morti” spetta agli Ucraini, o no?

  2. Ho letto con grande rispetto e interesse le considerazioni di questo appello/articolo. Sono tuttavia perplesso dai seguenti ordini di cose:
    – siamo sicuri che interrompendo le “ostilità” il governo ucraino andrebbe incontro alla volontà del suo popolo (parlamento, società civile, partiti) ?
    – siamo sicuri che se il governo ucraino smettese di difendersi la Russia non ne approfitterebbe? un anno di guerra e i fatti che vediamo tutti i giorni fanno propendere per il no.
    – i territori contesi sono stati di fatto occupati (illegalmente) e bombardati dall’invasore russo, e oltre tutto sono stati agglomerati per legge alla federazione russa. La componente della opolazione non russofona è in gran parte fuggita e in molti casi forse addirittura “sostituita” (case, possedimenti ecc.). Cosa dovrebbe avere ad oggetto questo referendum?
    – l’ONU può agire fattivamente quando c’è un minimo di consenso fra le grandi potenze del Consiglio di Sicurezza. Al momento non c’è.

    Sarebbe quantomento ingenuo pensare che l’obiettivo di Putin fosse quello di proteggere le popolazioni russofone dalle presunte prepotenze del governo ucraino. L’obiettivo non era (e non è, purtroppo – ma forse lo diventerà) il controllo delle repubbliche c.d. separatiste ma l’occupazione dell’intera ucraina e l’instaurazione di un governo amico. Interrompere per sempre l’avvicinamento democratico dell’Ucraina alla UE. La posta in gioco è alta e l’equilibrio di pace mondiale (ammesso ce ne fosse uno) è stato rotto il 24 febbraio unilateralmente. Non credo che l’Ucraina voglia soppraffare l’altro belligerante, difende piuttosto un punto di principio e lo fa perchè non ha altra scelta al momento

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