SPIRITO E VITA: “Dona loro beatitudine, luce e pace”- JESUS CARITAS: le sfide del mondo ai cristiani – IL BENE: Andare alle periferie dell’esistenza umana – TRACCE-LITTERAE COMMUNIONIS: Che compiti abbiamo noi cristiani?

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Luciano Manicardi, monaco di Bose, scrive che “la morte oggi viene semplicemente zittita, negata; e, non avendo più parola, cessa di insegnare. E intendo ‘insegnare’ nel senso etimologico di ‘far segno’, indicare, “fornire chiavi e simboli per interpretarla realtà. la morte, grande maestra, viene fatta scendere dalla cattedra e spedita con vergogna dietro la lavagna”. E Armando Matteo, teologo, già assistente nazionale della Fuci, commenta: “E così si vive tutti concentrati sul presente, su ciò che dev’essere fatto qui e subito… si è permanentemente in corsa, senza tuttavia mai arrivare da qualche parte… è perciò urgente ritornare ad accogliere e ad ascoltare la parola della morte, il che significa riconoscere a se stessi che io morirò… la morte insegna che la vita è un piccolo feudo prezioso assegnato a ciascuno, da coltivare e da custodire non solo con attenzione, ma anche con un tocco specifico che compete alla singolarità che ciascuno di noi è … Si scommette tutto su ciò che si fa, sulle proprie imprese all’esterno, fuori di sé. Ci si dimentica invece che alla fine è esattamente il nostro poter dire “io” a costituire la bellezza e la ricchezza dell’essere umano. E la fede cristiana accompagna tutto questo processo di svelamento della propria unicità della propria misteriosa finitezza e mortalità, con una promessa potente: quella della vita eterna, quella della resurrezione, quella dell’incontro finale con Dio stesso”. Parole così inconsuete e radicali, cuore della speranza cristiana, stanno a introduzione di un numero della rivista Spirito e vita (n 9/ novembre 2013) intitolato “Dona loro beatitudine, luce e pace”. Si tratta di un fascicolo bellissimo, che merita di essere segnalato, di vera spiritualità cristiana. Vi si leggono testi di Mario Bizzotto, Carlo M. Martini, Felice Scalia, Petra Urietti, Attilio Franco Fabris, Dario Fridel, Albino Finotto e una favola-meditazione in appendice. Sono testi che è difficile riassumere, ma che meritano di esser segnalati perché toccano temi difficili con grande delicatezza e profondità. Merito ai collaboratori della congregazione di Gesù Sacerdote (Via dei giardini 36 – 38122 Trento).

Jesus Caritas, trimestrale di spiritualità, espressione della vita e del pensiero della Famiglia che cammina nello spirito di Carlo de Foucauld, diretto da Gian Carlo Sibilla, offre nel fascicolo di ottobre una serie di flash a partire dalla vita della comunità e del suoi membri. Tra l’altro una “Lettera sulla preghiera di Bruno Forte, vescovo di Chieti-Vasto e un testo del gesuita Alain Thomasset, docente di teologia morale a Parigi, che presenta una forte lettura delle sfide che il mondo di oggi pone ai cristiani. Ne emerge, tra l’altro il “paradosso” che segna la presenza cristiana in contrasto con la logica mercantile che domina la società, fondata sullo scambio, la forza, l’interesse. I credenti devono infatti rispondere alla domanda severa: “Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? … Se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta?”.

Ma di credenti e di realtà associative che cercano di seguire la regola evangelica più di quella commerciale ve ne sono forse più di quanto crediamo (e certo più di quanto appaia dai giornali). Per esempio Il Bene, una rivista (quadrimestrale, redatta fra Roma e Tropea), voce di una fondazione creata da Francesco Mottola (sacerdote calabrese impegnato nella carità e nell’educazione dei giovani, dichiarato venerabile e in via di beatificazione). La rivista, quadrimestrale, dà conto di tante iniziative di riflessione e di carità; e racconta, nel numero che porta la data di luglio, dell’incontro con papa Francesco e dell’entusiasmo dei giovani calabresi per lo stile semplice e paterno del Papa e il suo richiamarsi all’insegnamento stesso di don Mottola: “Andare alle periferie dell’esistenza umana, contemplativi nella strada, per una coerente testimonianza cristiana”. Molto significativa anche l’attenzione prestata dalla rivista a spiegare anche ai giovani (affinché … ne tengano conto!) le cause remote e recenti dell’attuale crisi economica e finanziaria.

Anche il movimento di Comunione e Liberazione continua a riflettere e a confrontarsi con l’esempio e l’insegnamento di papa Francesco. L’editoriale di Tracce – Litterae communionis di ottobre, a commento dello scambio epistolare del Papa con Scalfari e dell’intervista alla Civiltà cattolica, scrive. “Se abbiamo il cuore che arde, se sentiamo urgere le domande (come nasce una presenza? Che compiti abbiamo noi cristiani? Quale contributo possiamo dare al mondo?) non possiamo che essere grati fino all’intimo per questi gesti del Santo Padre. Lì si è visto bene che aiuto può dare la fede. Si è visto fino al dettaglio cosa volesse dire Francesco quando, sbarcando a Rio per la GMG, si era presentato così: “Io non ho né oro né argento, ma porto ciò che di più prezioso mi è stato dato: Gesù Cristo!”. Nelle pagine seguenti, sempre in riferimento a Papa Francesco, sono poi riportate le interviste a Salvatore Natoli e Vittorio Messori, e una lettera del presidente della fraternità di CL Julian Carron a Scalfari. Interessante anche l’intervista a padre Romano Scalfi, novantenne, conoscitore della Russia e fondatore, già nel 1957 del Centro Studi Russia Cristiana. (a.bert.)

 

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