Ricominciamo da tre

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Il cattolicesimo democratico e sociale: non solo una grande storia alle spalle, ma per noi anche progettualità e concretezza per ridare fondamenta solide al Paese. A partire dalla Costituzione, dal Concilio e da un rinnovato e rinsaldato senso di Cittadinanza

Di Vittorio Sammarco

“Il cattolicesimo democratico, conciliare e collocato politicamente a sinistra (o al centro-sinistra), ha di fronte a sé soprattutto un problema di vitalità culturale e di radicamento sociale ed ecclesiale. Rilanciare tale sensibilità aggiornandola e facendola reagire con i problemi attuali è un compito di enorme importanza, dopo anni in cui il clima ecclesiale non ha certo favorito tale lavoro. L’aspetto politico verrà di conseguenza. … mostrare a tutti che è non solo possibile, ma anche fecondo far interagire la fede con le scelte per una società più giusta, che prenda spunto dalla radicalità della crisi attuale per ripensare strutturalmente i modelli di sviluppo. La testimonianza profetica del cattolicesimo democratico non si può nutrire solo di critiche «apocalittiche» al sistema, ma deve misurarsi con progettualità e concretezza seriamente riformiste.”
Sono parole (vedi questo link ) di Guido Formigoni, che da sabato 7 giugno sostituisco nel servizio di coordinamento delle associazioni che hanno dato vita alla rete c3dem. Le considero dense di saggezza e come una specie di faro: progettualità e concretezza, per far sì che il pensiero, le idee, la voce, le proposte ancora valide del cattolicesimo democratico siano utili per il Paese. Per questo le nostre associazioni si sono messe in rete alcuni anni fa, non solo per coordinare il lavoro che già ordinariamente fanno, ma per provare a fare un salto di qualità, per dare fiducia, speranza, obiettivi, ad un Paese e ad una comunità evidentemente sfibrata e disillusa da un individualismo pervasivo ed egoista.
Ma per far sì che le nostre parole e quella “testimonianza profetica” collettiva siano significative bisogna che tutti ci mettano buona volontà, una buona dose di coraggio nell’innovare i linguaggi e le modalità di ricerca e comunicazione e soprattutto la disposizione a perdere qualcosa di sé e della propria identità, della propria visibilità, a vantaggio di una migliore capacità rappresentativa e di riconoscimento. Proprio perché la storia di ciò che si è stati nel passato non basta più a toccare cuori e menti di chi c’è adesso (e soprattutto di chi ha il futuro davanti), bisogna sapere che la fatica di una ricerca comune e un dialogo alto non è solo tattica mediatica ma visione lunga, strategia dell’insieme, percorso già in sé esempio e testimonianza per tanti abituati a frequentare con diletto lacerazioni e contrapposizioni.
Noi vogliamo, invece, che COSTITUZIONE, CONCILIO e CITTADINANZA dicano qualcosa al futuro, siano cioè declinate in una prospettiva d’impegno. Sappiamo che è così per la natura stessa di queste parole/istituzioni che rappresentano un programma, in atto e potenziale, e non un bel quadro da rimirare. Non ci lega la nostalgia del tempo che è stato, ma piuttosto l’ansia positiva della (ri)costruzione.
E, particolare non secondario, è un impegno che vogliamo condurre con i compagni di viaggio che vorranno condividere con noi uno o più percorsi, a prescindere dalla loro collocazione intra o extraecclesiale. Checché se ne dica, essere democratici non è per nulla scontato. Quando nel nome di una pseudo democrazia popolare e universale sentiamo invocare la distruzione dei pilastri su cui abbiamo nei decenni fondato con fatica questa nostra sia pur debole e inferma democrazia, ecco, qualche dubbio sulle reali intenzioni ci viene. E con questi, probabilmente, facciamo fatica a fare anche piccoli pezzi di strada.
Conservare e migliorare, difendere e sviluppare, tutelare e incrementare, per noi non sono ossimori, sono modalità di pensiero e azione che abbiamo imparato da tanti maestri e che cercheremo ancora di seguire, affinché le risorse di cui senza dubbio il nostro Paese e la nostra Chiesa sono ricchi, non vadano disperse.

Vittorio Sammarco

4 Comments

  1. riforme sì, ma alla luce delle cosiddette visioni apocalittiche che sostanziano la nostra realtà e che saranno sempre meno “apocalittiche” se ne teniamo tempestivamente conto.

  2. Anzitutto grazie a Guido per la buona guida (sembra un gioco di parole) e a Vittorio che si è assunto la responsabilità per il futuro. Confermo l’apprezzamento per la fermezza di guido nel “lasciare” dopo i due anni statutari che ci obbligano a garantire alternanza e continuità. Sotto l’aspetto generale di c3dem ribadisco infine solo la questione per me essenziale: farci ponte da “politica attiva-istituzioni pubbliche” e “cittadini-società civile” assumendoci il principale onere di qualificare al massimo il valore dell’impegno politico ed. in questo, la questione sempre attuale (mai come in questo momento) delle “riforme”, di tutte le riforme. La sfida di Renzi va raccolta e rilanciata, in Italia e verso l’Europa: andiamo anche noi “al cuore” dei problemi, non limitiamoci alla limatura degli spigoli. vale ovviamente per tutti e per ognuno. Auguri, Nico

  3. Un grazie a Guido Formigoni che certamente continuerà a sostenere questa esperienza e un augurio partecipe e non formale a Vittorio Sammarco. Con senso del limite, umiltà ma anche la consapevolezza che con perseveranza ed idee è ancora possibile costruire e coinvolgere, proviamo a proseguire il nostro percorso, guardando avanti.

  4. Mi associo ai ringraziamenti rivolti a Guido Formigoni per il bel lavoro svolto in questi anni. Grazie anche a Vittorio Sammarco che coraggiosamente e generosamente ne accetta l’eredità. Carla Mantelli

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