RELIGIONI E SOCIETA’: riemerge nella Chiesa: la parola ‘povertà’- HOREB: “Quando pregate dite: Padre nostro” – CONSACRAZIONE E SERVIZIO: La famiglia come luogo di umanizzazione: ADISTA il passo indietro del pogramma Frontex Plus

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Arnaldo Nesti, direttore della rivista Religioni e Società e protagonista di primo piano della cultura d’ispirazione cattolica in Italia, dedica il più recente numero della rivista (agosto 2014) alla “riemergenza di una corrente carsica nella storia della Chiesa: la povertà”. Così il fascicolo, che in realtà è un vero e proprio volume, ricco di saggi, note, bibliografie e stimoli davvero interessanti, analizza disagi e prospettive dei credenti e delle strutture ecclesiastiche di fronte al tema formidabile dei poveri e della povertà: sia quando esso si pone come problema nella Chiesa sia quando interpella la coscienza cristiana a partire dalla realtà sociale. Così, accanto al bellissimo editoriale di Nesti che richiama le grandi figure di don Lorenzo Milani e di Antonio Rosmini, seguono molti altri articoli, saggi e riflessioni: dalla “lotta alla povertà” nella tradizione cristiana (L. Salutati) al valore della povertà (A. Drigani), fino alla nota di Marcello Vigli, Una Chiesa povera, dei poveri, per i poveri, con i poveri.

“Quando pregate dite: Padre nostro”. Ce lo ha detto Gesù e certo i cristiani ricordano le sue parole. Ma oltre che recitarlo il “Padre nostro” va meditato e compreso (e vissuto). Così i lettori troveranno non solo bello, ma anche molto utile per la loro riflessione e vita di fede, il numero 68 (n 2/2014) di Horeb, la rivista di spiritualità curata dai padri carmelitani di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina). Il quaderno offre un aiuto a capire e vivere il Padrenostro con commenti versetto per versetto; tra gli autori Pietro Stefani, Carmine di Sante, Paolo Giannoni, Felice Scalia, Bruno Secondin. Molto bello anche il ricordo di don Pino Puglisi, del quale Francesco Michele Stabile sottolinea soprattutto l’impegno con i giovani, per educarli ad essere costruttori di un mondo nuovo.

“La famiglia come luogo di umanizzazione” è il tema del vivace dossier presente nel numero di ottobre della rivista Consacrazione e Servizio. La cosa può sorprendere, essendo la rivista destinata alle religiose e curata dall’Usmi. Ma leggendo gli articoli si capisce come, giustamente la realtà teologica e pastorale della famiglia sia al centro dell’azione e della missione di tutti i cristiani, religiose comprese. Se l’uomo e la donna si sposano consentendo così al disegno di Dio “anche noi consacrate in definitiva siamo chiamate a rispondere con gioia a un solo imperativo che è la sintesi di tutto: ama”. Lo scrive madre Maria Pia Giudici, che offre ai lettori anche una poesia-preghiera di una mistica del IX secolo che interpreta “il significato profondo della vita consacrata al Padre nelle nozze con Cristo Gesù, in fuoco di Spirito santo Amore: “Bella è la notte!/ Mio Signore/ Brillano le stelle/ Si chiudono gli occhi degli amanti/ Ogni sposa è sola col suo sposo/ io sono qui sola con Te”.

In un’intervista a Ingrid Colanicchia, il padre Giovanni La Manna, presidente del Centro Astalli, esprime la sua preoccupazione perché l’Unione europea abbandona ai singoli Paesi la decisione di se e come coinvolgersi nel programma Frontex Plus per la tutela dei migranti (e profughi che attraversano il Mediterraneo). Rispetto all’operazione Mare Nostrum, che pure offriva una risposta parziale al problema, si tratta di un grave passo indietro. Lo spiega il padre gesuita ad Adista (n 31) proponendo un più deciso impegno dell’Italia. Non basta dire, afferma, che l’Europa ci ha abbandonato: “l’Italia è Europa e quindi ha il dovere di proporre e incentivare politiche comunitarie che vadano nella direzione della giustizia”. Per esempio costruire canali sicuri che consentano ai migranti, da situazioni invivibili, di raggiungere con sicurezza le nostre coste (senza che mettano a rischio la vita e arricchiscano trafficanti disonesti.

(a.bert.)

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