“POLITICA INSIEME” DI STEFANO ZAMAGNI: UN PERCORSO ALL’INDIETRO?

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Lo scorso 22 giugno abbiamo pubblicato su questo un articolo di Andrea Michieli che dava conto di un dibattito ospitato dalla rivista “Appunti di cultura e politica” nel numero 2 di quest’anno. Vi avevano partecipato Stefano Zamagni, Franco Monaco e Filippo Pizzolato. Al centro del confronto l’iniziativa del movimento politico “Politica insieme” che tra i suoi promotori annovera, in primissimo piano, Stefano Zamagni. Il prossimo 4 ottobre si terrà un’assemblea del nuovo movimento in cui si dovrebbe decidere se dar vita a un vero e proprio partito politico, “di ispirazione cristiana”. Giorni fa, il 3 settembre, Stefano Zamagni ha rilasciato un’intervista a “Il nuovo giornale”, settimanale della Diocesi di Piacenza-Bobbio: “Zamagni: ‘Politica insieme’ per ricreare il centro”. Lucio D’Ubaldo, già senatore, eletto nella legislatura 2008-2013 (nel 2012 lasciò il Pd per aderire alla al gruppo politico fondato da Mario Monti), e membro dell’Istituto Internazionale “Jacques Maritain”, commenta criticamente le tesi di Zamagni in un articolo su “Il Domani d’Italia”. Il titolo dice quasi tutto: Zamagni, il nuovo partito post-Dc e la lezione di Ruini: un argine politico alla rivoluzione di papa Francesco?”.

 

 

 

 

 

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  1. Premetto che, per ragioni di impegno parapolitico conosco bene, e fin dalla sua nascita, l’Associazione Politica Insieme, che da qualche tempo ha intrapreso il percorso per dar vita ad un partito di ispirazione cristiana aperto a tutti. Su questa ipotesi ho motivando il mio dissenso con questa affermazione: in questa fase storica un partito di ispirazione cristiana è fuori dal tempo e dalla storia, ma anche fuori dal ruolo che compete ai cattolici, di essere il sale della terra.
    In previsione della Assemblea nazionale del 3 e 4 ottobre prossimi, nella quale la proposta del nuovo partito diverrà reale e operativa, si moltiplicano i messaggi per aderire.
    La mia posizione resta la stessa di un anno fa con una motivazione un poco più articolata che esprimo che esprimo così:
    1) Mi sembra che ciò che manca nella proposta del nuovo partito è la visione del futuro che sia in grado di richiamare e motivare l’impegno politico delle persone, anzi come dice Simone Weil “degli uomini” perchè “In ogni uomo c’è qualcosa di sacro. Ma non si tratta della sua persona. Non si tratta nemmeno della persona umana. E’ l’uomo, puro e semplice”. Se non si parte dalla sacralità dell’uomo per ragionare di politica non si va da nessuna parte, ed è l’incontro e il confronto tra le tradizioni politiche cattolica, socialista e comunista che può creare, pur tra molte difficoltà, le condizioni perché “l’uomo puro e semplice, sia l’asse centrale della politica. Da questo punto di vista un partito di “ispirazione cristiana” è una pretesa antistorica destinata all’irrilevanza che non merita alcun impegno personale.
    2) L’idea che il nuovo partito sia equidistante dalla destra e dalla sinistra è pura utopia non solo perché storicamente un partito simile è mai esistito (neanche la DC le era), ma perché fintanto che esistono, come continuano ad esistere, disuguaglianze, ingiustizie, sfruttamento, povertà, sia nella realtà nazionale che in quella internazionale e mondiale, si è costretti a scegliere da che parte stare e, nel merito, la Dottrina Sociale della Chiesa che si riconosce nella “scelta preferenziale per i poveri” di cui Parla il Vangelo e il Concilio Vaticano II non ammette ambiguità, in particolare per i cristiani impegnati in politica.

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