Per resistere serve “camminare insieme”

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di Angelo Bertani

Per i cattolici in Italia è un momento difficile. Basta guardare le prime pagine dei giornali. L’immagine del Vaticano che ne esce è quella che è; e non è solo l’evidenza dei limiti delle persone, delle regole, del clima che si crea in certi ambienti chiusi. Spettacolo miserevole. Il danaro, il potere, la vanità, gli interessi, il sospetto … Ha ragione Franco Garelli: ciò che si è visto e udito contraddice platealmente i continui moniti di Benedetto XVI ai vescovi e ai preti di non lasciarsi irretire in una logica di potere religioso o profano del tutto estranea alla missione apostolica. L’articolo (La Stampa, 27 maggio) dà voce alla domanda che molti si sono fatti in silenzio: perché si nascondono dei corvi in quelle sacre mura che nell’immagine collettiva dovrebbero ospitare soltanto colombe? Che cosa si nasconde dietro le vicende che si stanno consumando in Vaticano? Qual è la radice di veleni e scandali che coinvolgono quell’alta Sede che oggi appare più profana che “santa”? Garelli soggiunge: “«Interrogativi come questi non sono frutto di una visione ingenua delle dinamiche religiose e dei rapporti interni al centro della cattolicità. La lunga storia del cristianesimo e delle religioni ci ha reso edotti dei molti conflitti e misfatti che si possono perpetuare in nomine Domini e del rischio che corrono gli uomini di chiesa di cedere alle lusinghe del potere e della gloria mondana». E se Roma piange … Milano non ride. Cose non belle riguardano anche personaggi potenti nella politica o nell’economia, anche quelli che venivano accreditati come esponenti esemplari di un mondo cattolico che si presume d’elite e dunque offre doppio scandalo. Lo ha riconosciuto don Carron , il presidente della fraternità di Comunione e liberazione, il quale però in una lettera riservata aveva espresso giudizi incomprensibili, al limite della calunnia, sull’episcopato milanese dei cardinali Martini e Tettamanzi: certo due delle (non molte) pagine luminose della Chiesa italiana negli anni recenti. E poi basta andare in libreria e si possono trovare, tra gli altri, due titoli come “La prima generazione incredula”, “La fuga delle quarantenni”. Don Armando Matteo, studioso e già assistente nazionale della Fuci, spiega come le generazioni più giovani e particolarmente le donne (specie quelle nate dagli anni ’80 in poi) vivano un profondo distacco dalla vita ecclesiale. C’è nell’aria e nelle coscienze un’incomprensione profonda, quasi uno scisma, silenzioso. Sappiamo bene che si tratta di un fenomeno drammatico, non solo italiano. Chi ha figli, nipoti è oggi tentato dall’angoscia, dalla disperazione. Bisogna riprendere a camminare sulla strada del coraggio e della speranza. O non ci crediamo? Noi abbiamo una convinzione modesta ma sincera: per resistere serve “camminare insieme” (ricordate la pastorale del cardinale-padre Michele Pellegrino?!) sulla strada indicata dalla nostra costellazione orientatrice: Costituzione, Concilio, Cittadinanza.

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