OREUNDICI: una grande rivoluzione – IL GALLO: la campagna elettorale che ci sarebbe piaciuta – CONCILIUM: l’oriente cristiano – LA CIVILTA’ CATTOLICA: Francesco in continuità con Giovanni XXIII e Paolo VI – SERVIR: un problema davvero mondiale

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“C’è bisogno di una grande rivoluzione che può nascere dall’alleanza tra giovani e anziani”. Lo afferma Mario de Maio, sacerdote psicanalista presidente dell’associazione Madre Terra, per introdurre alla lettura del numero 3 (marzo 2018) della rivista Oreundici, della quale è direttore e fondatore. E tutto il fascicolo è dedicato a comprendere chi sono e dove vanno i giovani di oggi, a valutare e valorizzare il loro interesse alla spiritualità, a capire le ragioni della sfiducia nelle chiese. Come insegna papa Francesco si può ricominciare a far conoscere davvero Gesù, la sua vita e il suo vero insegnamento, toccando con mano, sinceramente, che “l’unico uomo che ha detto parole eccezionali, rivoluzionarie e sempre valide, è il falegname di Nazareth”. “Gesù è un bene prezioso che va liberato da tutte le incrostazioni che le varie chiese gli hanno messo addosso e va riscoperto ogni giorno nella sua affascinante bellezza e integrità …”. E tutto il numero di Oreundici, nella luce di papa Francesco, aiuta sperare in una creativa alleanza tra i giovani e il Vangelo!

Il Gallo, il bel mensile espresso dall’omonima associazione (e, ancor meglio, un’amicizia, fondata da Katy Canevaro e Nando Fabro 42 anni fa) offre sul numero di marzo un editoriale dedicato alle recenti elezioni. Ma non fa valutazione dei numeri, quanto piuttosto confessa che “ci sarebbe piaciuta una campagna elettorale in cui posizioni diverse si confrontassero in modo costruttivo e responsabile …”. Mentre “… abbiamo vissuto una campagna elettorale nazionale con toni che inducono allo schieramento o all’astensione, ma non fanno pensare. Un deprimente teatrino in cui muovono, con minime eccezioni, personaggi senza visioni di futuro, senza progetti di respiro, alla ricerca di poltrone e di illusioni di potere, nomi mediocri senza cultura né competenze esaltati da fitti ed effimeri mi piace in rete …”. Molti altri e sostanziosi articoli di cultura, attualità e riflessione arricchiscono le pagine del periodico che nasce a Genova.

“Gli storici del cristianesimo sono concordi nell’affermare che prima della fine del primo secolo dC, la fede cristiana aveva raggiunto persino l’India e la Cina”. Lo ricorda l’editoriale di Concilium (1/2018); ma poi la conoscenza e la frequentazione dell’ ”oriente cristiano” si affievolì presto “visto che i cristiani di quelle terre sono stati presto etichettati come eretici o scismatici – ariani, nestoriani o monofisiti – e, nel nostro secolo li riteniamo addirittura delle nullità, quasi fossero stati spazzati via con la forza. Così il cristianesimo asiatico è diventato un cristianesimo perduto”. E poi via via, lungo le quasi duecento pagine del fascicolo, si scopre quali e quante ricchezze e originalità abbia vissuto, e abbia tuttora il cristianesimo asiatico, quale teologia, spiritualità, esperienza di riflessione di vita (e di dialogo ecumenico) abbiano i nostri fratelli cristiani in Asia, così che si può davvero parlare, anche oggi, di “cristianesimi asiatici” originali e vitali. Ad esempio secondo Felix Wilfred si può anche parlare di una vera, interessante e originale ricezione del Concilio Vaticano II; ricezione segnata dalla particolarità della spiritualità e della realtà socio-culturale del continente asiatico.

Ai primi cinque anni del pontificato di papa Francesco è dedicato l’editoriale di La Civiltà Cattolica (n 4026 del 7 aprile); vengono messi in luce gli aspetti nuovi e originali propri del Pontefice, ma anche le scelte di innovazione nella continuità rispetto al Concilio di Giovanni XXIII e Paolo VI. In un articolo di Francesco Occhetta la rivista affronta poi anche il risultato delle recenti elezioni politiche italiane: “come un uragano … che ha mandato in crisi le appartenenze politiche più tradizionali e moderate …”. E conclude dicendo che “anche l’elettorato cattolico è chiamato a una nuova responsabilità”.

Il JSR, Servizio dei gesuiti per i rifugiati, (con sede a Roma in Borgo Santo Spirito) pubblica l’agile periodico Servir che, nel numero di gennaio, parla tra l’altro delle politiche di accoglienza degli immigrati; e dimostra che il problema è davvero mondiale. In Sudafrica, ad esempio, ci sono almeno 800mila richiedenti asilo e 180mila rifugiati riconosciuti. 450 mila vivono a Johannesburg dove il JSR è impegnato al massimo delle possibilità soprattutto per l’assistenza sanitaria e per esser vicino ai più vulnerabili.

(a.bert.)

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