OREUNDICI: musica e spiritualità – JESUS: ripensare la presenza cristiana nella Polis – LA CIVILTA’ CATTOLICA: Il nucleare iraniano e gli Stati Uniti – SERVITIUM: Parola violenta – REGNO DOCUMENTI: Beati gli operatori di pace

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Il mensile Oreundici è davvero da trent’anni (auguri!), un aiuto alla “crescita umana e spirituale nel quotidiano” (come promette il sottotitolo), perché offre un’ampia e amichevole scelta di riflessioni a partire dalla vita quotidiana; riflessioni che aiutano a vivere con serenità e con gioia le varie situazioni della giornata … e della vita. E lo fa senza cadere nell’intimismo o nello spiritualismo volontaristico, ma aiutando a leggere con serenità e vera speranza quel che la vita quotidiana ci offre. Le gioie come le difficoltà. Il numero di dicembre parla di musica e spiritualità. Il fondatore e animatore della rivista, don Mario de Maio ricorda, in apertura, che “la musica è una composizione organica e armoniosa, dove sono importanti il tempo e il silenzio”. Il teologo Carlo Molari invita a scoprire la misericordia di Dio che ci accompagna nella nostra vita quotidiana. Il fondatore della comunità di Bose Enzo Bianchi, intervistato da Vittoria Prisciandaro per Famiglia Cristiana parla della Chiesa e dei giovani, Silvia Pettiti, Nicola Piovani e Linda Bimbi dello stretto rapporto tra musica, natura e felicità dell’ ”essere insieme”. Molto interessante anche l’articolo di Raniero La Valle sul Mediterraneo come mare creatore di vita e civiltà. E ricorda che questi grandi valori vanno difesi e rispettati anche di fronte ai naufraghi che vanno rispettati e accolti. E non si può e non si deve impedir loro di approdare … come sta accadendo, anche sulle nostre coste… In allegato al fascicolo c’è la testimonianza bellissima e toccante di Agnese Moro che parla del suo cammino di riconciliazione, dopo la morte del padre, non solo verso coloro che lo rapirono e uccisero, ma anche verso quelli che, pur per ragioni fondate e forti, non vollero la trattativa e contribuirono a non evitare la morte di un uomo innocente. E quel cammino di riconciliazione, spiega Agnese Moro, è avvenuto con l’aiuto di padre Guido Bertagna, di Claudio Mazzucato, di Adolfo Cereto e con tanti, giovani e non, che le sono stati vicino aiutandola, perchè “nessun passo si faccia soli”.

Su Jesus di gennaio 2019 si può leggere l’editoriale di Gabriella Caramore dedicato all’importanza della meditazione personale e invita a costruire e difendere in ogni casa, un angolo di silenzio! Tra gli editoriali offerti dalla rivista: l’invito di Antonio Rizzolo a “pensare di nuovo la presenza cristiana nella Polis”; la bella sottolineatura di Vincenzo Marras circa il ruolo decisivo di Papa Francesco definito “L’ultimo leader a presidio dei diritto umani”; e l’allarme lanciato da Brunetto Salvarani circa “il ritorno di un orrore mai sradicato: l’antisemitismo”. Moltissime notizie, riflessioni, interventi arricchiscono il mensile delle edizioni San Paolo. Per esempio la sorprendente testimonianza, davvero francescana, del cappuccino padre Francis Nadeem che vive a Lahore, capitale del Punjab. Tra le molte cose interessanti del fascicolo anche l’inquietante domanda che si pone Enzo Bianchi: “Siamo gli ultimi cristiani”. Bianchi confessa: “raramente trovo tra i cristiani d’oggi una vera passione per Cristo e il Vangelo”. È vero, c’è la ricerca di un’intensa spiritualità, ma intesa soprattutto come ricerca di un benessere interiore”…

Merita d’essere segnalato, anche perché non fa parte dei temi più frequentemente trattati dalle riviste religiose e cattoliche, l’articolo approfondito e impegnativo del gesuita Giovanni Sale su Il nucleare iraniano e gli Stati Uniti (La Civiltà Cattolica n 4044). Gli Usa si sono, infatti, ritirati bruscamente dall’accordo sul nucleare iraniano firmato nel 2015 tra l’Iran e i 5 Paesi del Consiglio di sicurezza dell’ONU (Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Russia e Cina). Inoltre gli Usa hanno lanciato una serie di sanzioni contro l’Iran ed è probabile che attraverso di esse “l’amministrazione statunitense intende creare un clima di rivolta sociale nella popolazione iraniana, spingendola a causa della crisi economica, a operare un cambio di regime, rovesciando cioè il potere degli ayatollah”.

S’intitola “Parola violenta” il fascicolo 239 di Servitium, la rivista di ricerca spirituale giunta al suo 52° anno, diretta da Daniele Gallo e coordinata da Espedito d’Agostini, Giovanni Benzoni e Francesco Geremia. Michele Caputo si chiede se le fiabe non rappresentino, talvolta, una “pedagogia della paura”; Enrico Peyretti si chiede se “c’è una violenza del silenzio?”; Giovanni Benzoni scrive della ”Fraternità, la parola esente da violenza che Gesù ci dona”; Elisabetta Mauroni parla della “violenza della parola burocratica”. E così, gettando varie luci in diverse direzioni, si scopre che la violenza è presente quasi ovunque, tranne in quelle parole, in quei gesti e in quelle relazioni che sono davvero ispirati dall’amore.

Il Regno–documenti (n 21, dicembre 2018) offre il testo integrale dell’amplissimo (167 paragrafi!) documento conclusivo della XV Assemblea del Sinodo dei Vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, svoltasi lo scorso autunno. Sullo stesso fascicolo della rivista si può leggere il testo integrale della bella lettera pastorale che il vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Ivo Muser ha rivolto alla sua diocesi, intitolata Beati gli operatori di pace e pubblicata nel 100° anniversario della fine della prima guerra mondiale (11 novembre 1918). La lettera è molto bella e severa verso ogni violenza e guerra. E ricorda, tra l’altro, che quella del 15-18 fu la catastrofe primigenia del XX secolo, la radice del nazionalsocialismo e della seconda guerra mondiale. E ammonisce: “Non dimentichiamolo mai: la guerra non ha inizio sui campi di battaglia, ma nei pensieri, nei sentimenti e nelle parole delle persone … cent’anni fa e anche oggi”.

(a.bert.)

 

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