OREUNDICI: l’ecologia interpella la coscienza cristiana – IL SEGNO: migranti e rifugiati, verso nuovi orizzonti di vita – TESTIMONI: la devastazione ecologica in atto – LE CONFERENZE DI OZANAM: crisi della rappresentanza e il dominio della rete

| 0 comments

L’Ecologia interpella la coscienza cristiana. Presenta un’esigente e rispettosa strategia per lo sviluppo dell’umanità. Citando Papa Francesco (“Usiamo misericordia verso la casa comune per ridurre il degrado dell’ambiente naturale”!), la rivista Oreundici esorta le generazioni di oggi e di domani alla “responsabilità ambientale” in un bellissimo fascicolo (n 9, settembre 2019). Il fascicolo si apre con un messaggio ai lettori del fondatore e direttore don Mario De Maio: “impariamo a praticare una cittadinanza ecologica, dove ci sia posto per i bisogni di tutti!”. Tra i numerosi contributi colpisce quello di Lucia Capuzzi e Stefania Falasca che raccontano un viaggio nel cuore della terra ferita in Amazzonia (della quale si è parlato a Roma in ottobre). Sullo stesso fascicolo Silvia Pettiti, che tra l’altro è responsabile del fondo documentazione Arturo Paoli, parla poi dell’appuntamento annuale a Camaldoli con don Carlo Molari. Molto bello anche un testo di Andrea Camilleri (tratto dal libro Certi momenti) di pensieri e memorie in tema di confessione.

È dedicata a “Migranti e rifugiati. Verso nuovi orizzonti di vita” la copertina (con vari articoli) de Il Segno, mensile della diocesi di Milano (settembre 2019). Nel dossier interno Giuseppe Grampa sottolinea (e ammonisce) che “davanti a migranti e rifugiati è in gioco la nostra umanità”. Stefania Cecchetti sottolinea come l’incontro con la “diversità”, se vissuto in modo generoso e positivo, “ci spinge a migliorarci. E Maurizio Ambrosini giustamente invita a “una battaglia culturale per vincere le paure”. Il mensile diocesano è davvero, in questo caso, un efficace strumento di dialogo, educazione e testimonianza grazie anche alla collaborazione di personalità e giornalisti molto bravi, come Pino Nardi, Marco Roncalli, Maurizio Ambrosini, Stefania Cecchetti … e tanti altri! Molto bella anche l’intervista di Luisa Bove al vicario diocesano monsignor Franco Agnesi, dove si parla di “una Chiesa più sciolta, più libera, più povera”. E dunque più fedele al Vangelo e capace di parlare agli uomini…

Nella recente assemblea dell’Unione dei Superiori Maggiori, che rappresentano il mondo dei religiosi e dunque di moltissime persone, istituzioni, tradizioni, si è parlato molto anche di salvaguardia del creato, “in ascolto del grido della terra e del grido dei poveri”. La devastazione ecologica in atto, sottolinea il mensile Testimoni (diretto da Lorenzo Prezzi e impegnato in tema di spiritualità e vita consacrata), è il segno tangibile anche di una generale crisi morale. Il numero 7/8 della rivista ospita vari e interessanti interventi che sottolineano la necessità di “camminare insieme” (religiosi e laici) e di curare e sviluppare “la profezia dei religiosi” a proposito della quale viene ricordata la bella figura di padre Bruno Secondin. Molti altri articoli interessanti e coraggiosi arricchiscono il sostanzioso fascicolo, dalle attuali sfide della vita monastica all’educazione cattolica al tempo del gender.

La rivista della Federazione nazionale delle società di San Vincenzo de Paoli, Le conferenze di Ozanam, è un bimestrale interessante che offre informazioni e notizie accanto a riflessioni e contribuisce così a rinvigorire il terreno da cui nascono i gesti di altruismo, le opere di carità e la scelte di vita al servizio dei fratelli. Lo sguardo è ampio, sul mondo: Luigi Accattoli scrive sul Sinodo dell’Amazzonia, che si è svolto in queste settimane; Claudio Messina parla del populismo, del ruolo che l’Europa potrebbe avere nel mondo, sulla “crisi della rappresentanza e il dominio della rete”. Don Ermis Segatti introduce e aiuta a leggere un testo di Federico Ozanam sulle “cause della miseria” apparso su L’ère nouvelle il 15 ottobre 1848; in cui Ozanam rifiuta le semplificazioni sia sulle cause sia sui rimedi della povertà, specialmente quando ci si limita ad accusare le colpe degli altri anziché ricercare il modo migliore (e più profondo) per superare egoismi e violenze. Ed è molto bello anche il racconto del pellegrinaggio a Lourdes degli ospiti del Dormitorio San Vincenzo di Brescia, che così, al ritorno, lo raccontavano a quanti incontravano: “A Lourdes eravamo tutti uguali, non c’era il malato, il tossico, il folle, lo straniero, il musulmano. Eravamo in comunione”.

 

(a.bert.)

Lascia un commento

Required fields are marked *.