OREUNDICI: La situazione politica italiana – SERVITIUM: “Toccare il corpo”; IC Italiacaritas: la via della carità: guardare, seguire e seminare – E’ AFRICA la testimonianza di “Medici con l’Africa – Cuamm” – IL FOGLIO: una “società alternativa” che vinca solitudine e dolore

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“La situazione politica italiana è molto confusa; spesso ho sentito dichiarazioni compiaciute sulla fine dei partiti politici: ma che cosa è nato su questo vuoto? Il trionfo assoluto dell’economia … Accanto alle mostruose entrate di alcuni privilegiati si allarga il cosiddetto popolino che vive di espedienti. Le distanze aumentano di giorno in giorno, mentre coloro che rivestono responsabilità e doveri verso il popolo sono compiaciuti di poter partecipare al grande banchetto … forse sul letto di morte qualche sopravvissuto cristiano avrà un brivido … Fra quanti pensano alla propria professione staccata completamente dai doveri di servizio al popolo esistono coloro che continuano a frequentare le messe domenicali …”. Lo denuncia Arturo Paoli su Oreundici di ottobre 2013, denunciando la situazione della politica, ma anche del costume e della coscienza cristiana nel nostro Paese. Ma aggiunge: “Lo Spirito santo ci ha mandato il papa dei poveri … Il papa Francesco inaugura una generazione nuova con questa scelta di una povertà personale e una scelta evidente delle vittime dell’ingiustizia …”. Sullo stesso fascicolo della rivista (che è voce e strumento del “movimento” animato da don Mario de Maio, intervengono anche il filosofo Roberto Mancini, lo psicologo Dante Ghezzi, il gesuita Felice Scalia e il grande giurista Nicola Colaianni.

Illustrato da un particolare della primavera di Botticelli, il fascicolo 209 della rivista Servitium, quaderni di ricerca spirituale redatta a Sotto il Monte presso l’abbazia di Sant’Egidio, ha per titolo “Toccare il corpo”; ed offre una pluralità di considerazioni e approfondimenti molto interessanti sul significato (terapeutico, salvifico, amorevole) del “toccare”, dal noli me tangere al “metti il tuo dito nel mio costato”. Tra gli autori Giovanni e Gino Benzoni, Margherita Gnecchi, Andrea Grillo, Armido Rizzi, Italo de Sandre, Mariangela Perale. Ne emerge la polivalenza di un gesto quotidiano, spesso compiuto in maniera irriflessa, ma sempre significativo. Si va dai problemi dell’adolescenza alla scoperta della corporeità, dalla pratica terapeutica all’espressione della prossimità anche spirituale, fino alla dinamica salvifica dell’”esser toccati” dall’amicizia e dalla fede.

Tre verbi tracciano la via della carità: guardare, seguire e seminare. Così papa Francesco durante il suo viaggio in Sardegna, a settembre, ha riassunto la via della carità. E così l’editoriale di Francesco Soddu su IC Italiacaritas (ottobre 2013) ripropone ai credenti il percorso della vita cristiana; e sottolinea che è una strada che si percorre non da soli, ma insieme, in comunione. Negli articoli che seguono, la rivista mette in luce la crescente diffusione della povertà e la necessità di affrontare il tema di una mobilitazione delle coscienze e della “inclusione attiva”, come Acli e Caritas propongono. Walter Nanni si sofferma inoltre sullo sfruttamento dei minorenni, fenomeno che in Italia conosce il maggior numero di vittime rispetto al resto d’Europa: sfruttamento sessuale, economico, lavorativo nell’edilizia, nell’agricoltura …E poi accattonaggio, e persino prelievo di organi.

Dall’Italia all’Africa. E’ Africa è la testata d’informazione di “Medici con l’Africa – Cuamm”, l’organismo con sede a Padova che da vari decenni lavora per aiutare l’Africa soprattutto sul piano dell’assistenza medica. Sul fascicolo di giugno del bimestrale appaiono numerose informazioni sulla situazione difficile, ma anche sulla presenza attiva e preziosa di volontari e collaboratori del Cuamm in Sudan, Congo, Tanzania, Uganda, Etiopia, Sierra Leone. In quest’ultimo paese, ad esempio, l’ospedale di Pujehun offre assistenza a 320 mila persone e nel reparto materno-infantile ci sono solo i quattro medici del Cuamm. Nelle venti pagine della piccola rivista si possono leggere e ammirare le varie iniziative di assistenza; e capire un po’ di più com’è fatto e come vive realmente tanta parte dell’umanità (come noi spesso non riusciamo nemmeno ad immaginare!).

E c’è una triplice riflessione di Bonhoeffer sulla sofferenza che è citata in un ampio e bellissimo articolo di Dario Oitana su Il foglio n 404, settembre, e che aiuta ad affrontare anche “concretamente” il problema della sofferenza. Le tre affermazioni sono: “è infinitamente più facile soffrire comunitariamente che in solitudine”; “infinitamente più facile soffrire nel corpo che nello spirito”; e “è infinitamente più facile soffrire pubblicamente e ricevendone onore, che appartati e nella vergogna”. Naturalmente su temi del genere si possono fare molte interpretazioni e riflessioni anche complesse. Ma è certo che c’è, al fondo, un invito pressante – reso necessario e impegnativo dall’incombere del dolore – a riscoprire la dimensione comunitaria o almeno interpersonale come medicina contro il dolore, come balsamo per la sofferenza. Di più: si apre qui la prospettiva non solo di limitare o addirittura sconfiggere il dolore, ma anche quella di seminare gioia e consolazione e addirittura sognare e costruire una “società alternativa” che vinca la solitudine e il dolore: “le chiese dovrebbero offrire al mondo l’immagine gioiosa di un grande banchetto. A quella festa gli invitati d’onore saranno ‘poveri, storpi, zoppi, ciechi’, persone sole, pietre scartate, personaggi malfamati, malati di mente… nessuno potrà mai più vivere in solitudine….”.

(a.bert.)

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