Nuovi fascismi, nuova resistenza

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di Riccardo Campanini

“ARMI, SVASTICHE E VOLANTINI: INDAGATO GRUPPO NEONAZISTA”.

Questo il titolo in prima pagina del quotidiano locale di alcuni giorni fa; e sarebbe stato interessante chiedere ai lettori cosa li avesse colpiti di più in questa notizia: il fatto che esistano (ancora) simpatizzanti di Hitler, oppure che questo gruppo estremista fosse indagato. Ultimamente, infatti, complice forse il desiderio (più o meno consapevole) di “non disturbare il manovratore”, ovvero il Governo in carica, l’estremismo di destra ha avuto quasi sempre campo libero, come dimostra –sempre per restare nella nostra città – la festa (con tanto di insulti e minacce a suon di musica (?)  rivolte a  esponenti politici “nemici”) tenutasi qualche settimana fa in un locale cittadino e organizzata da organizzazioni neofasciste. Il tema, va detto subito, è decisamente spinoso e controverso. C’è chi sostiene che la democrazia deve garantire libertà di parole e di pensiero anche a chi vorrebbe distruggerla, e c’è chi pensa invece che chi professa e propaganda idee estranee ai principi costituzionali non dovrebbe godere di tale libertà. La questione, che fino a qualche anno fa era poco più che accademica, è diventata cruciale nel momento in cui, grazie soprattutto allo spregiudicato e tambureggiante uso dei social media, organizzazioni ostili alla democrazia, spesso finanziate da Stati esteri, sono riuscite a fare proseliti e a crescere vertiginosamente nei consensi elettorali.  Indicativo di queste nuove problematiche è il caso della Romania, dove la magistratura ha scelto la “linea dura” contro un’organizzazione politica di estrema destra e il suo leader, capace di ottenere un consistente successo elettorale, messi fuorilegge in quanto propugnatori di idee eversive ma anche per la loro aperta complicità e “amicizia” con la Russia di Putin. Ma il problema riguarda ormai quasi tutte le democrazie, visto che ad esempio, la Presidenza Trump è esplicitamente appoggiata e finanziata da organizzazioni paramilitari di estrema destra, come i suprematisti bianchi.

In realtà la questione andrebbe affrontata, come si suol dire, “a monte” e non a valle; e infatti l’Europa, consapevole appunto della minaccia che viene portata ai suoi fondamenti democratici, sta provando a regolamentare e in qualche caso a limitare lo strapotere dei social network . Di contro, però, l’attuale amministrazione americana sta andando nel senso opposto, togliendo ogni “filtro” a questi ultimi in nome di una presunta libertà di espressione confusa con il “diritto” alla disinformazione e alla diffusione di fake news. Anche, se non soprattutto, su questo terreno della comunicazione si combatterà quindi quella che gli esperti chiamano significativamente “guerra ibrida”” tra democrazie e autocrazie da cui è attraversato il mondo di oggi; e a giudicare dai tanti che, nel nostro Paese (ma anche in tanti Palazzi del potere di ogni continenete), prendono per buona la propaganda russa sulle cause e le responsabilità dell’invasione dell’Ucraina, bisogna ammettere che in questo momento i nemici della democrazia godono di ottima salute. Nell’imminenza del 25 aprile, che festeggia proprio la liberazione dalla dittatura, non è certo una bella notizia, ma proprio l’esempio di quanto accaduto 80 anni è motivo nonostante tutto di speranza e di fiducia, così come l’ormai prossima celebrazione della Pasqua.

 

articolo pubblicato su Il Borgo News

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