LETTERA DELLA FRATERNITA’ DEGLI ANAWIM: partecipiamo alla preparazione del Sinodo – MISSIONE OGGI: se vuoi la pace prepara la pace – OREUNDICI: Cent’anni di fraternità – QUADERNI DI DIALOGHI: Vaticano II, bussola per il Terzo millennio – IAMNESTY: 50 anni da “I have a dream” RELIGIONI E SOCIETA’: Primavera araba: autunno islamico?

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“Questo documento merita veramente di essere letto e conosciuto, e ad esso tutti sono chiamati a dare delle risposte, sia in forma collettiva (partecipando a riunioni sul tema nelle parrocchie o nelle diverse comunità) sia anche in forma individuale. Le risposte saranno prese in considerazione dalla Segreteria del Sinodo in vista della preparazione dello strumento di lavoro per l’Assemblea dell’ottobre 2014”. Così anche la Lettera della fraternità degli Anawim, invita amici e associati a partecipare alla “preparazione del Sinodo”. L’iniziativa del papa di consultare il popolo di Dio in ordine al sinodo sulla famiglia è, infatti, uno straordinario passo avanti nel cammino verso una maggiore partecipazione (e dialogo, corresponsabilità, sintonia) nella chiesa. Sullo stesso numero del foglio di novembre si può leggere un pensiero-preghiera del grande teologo Hans Kung, pubblicato a conclusione del suo ultimo libro “Umanità vissuta” non ancora pubblicato in italiano. La preghiera, scritta dopo aver ricevuto la notizia di una grave malattia che lo affliggeva, s’intitola “il mio ultimo amen” ed è un toccante ringraziamento al Signore.

“Se vuoi la pace prepara la pace”: lo ricorda Anna Scalori su Missione Oggi (novembre 2013) al ministro della difesa Mario Mauro, che dice “per amare la pace bisogna armarla”. Perciò il Collettivo giovani di Pax Christi Italia ha lanciato la campagna “Scuole smilitarizzate” augurandosi che la scuola sappia educare sempre più alla nonviolenza. “Già alcuni anni fa – scrive Scalori, già vicepresidente di pax Christi – un infelice accordo tra i ministri Maria Stella Gelmini e Ignazio la Russa (rispettivamente a capo dei dicasteri dell’Istruzione e della Difesa) ha aperto all’esercito le porte della scuola italiana, riecheggiando una retorica e cameratesca declinazione del senso di appartenenza, onore e lealtà, che consente di ottenere crediti formativi frequentando corsi tenuti da ufficiali in congedo. Questi prevedono, tra l’altro, la possibilità di sparare con armi ad aria compressa…”. Sempre su “Missione oggi” un bilancio dei primi dieci anni di vita dell’Unione africana (che aveva sostituito la “Organizzazione per l’unità africana”) nella quale il Sudafrica (che può vantare di aver sconfitto l’apartheid evitando il temuto disastro) gioca un ruolo molto importante, anche se esso non è lo stesso dei tempi di Mandela. Con un ampio dossier “Missione oggi” descrive anche i “gruppi di acquisto solidale”, interessante esperienza e laboratori di cittadinanza e di democrazia.

Arturo Paoli, indimenticabile protagonista del movimento cattolico e del rinnovamento spirituale pre e post conciliare, che ha compiuto 101 anni il 30 novembre, confessa su Oreundici (di dicembre) la sua gioia e la sua gratitudine, e anche la sua sorpresa, per il dono di papa Francesco “che sente di non essere solo un lontano garante della fede verità, ma un essere umano che porta ai cristiani l’implacabile amore del Padre”. Di fratel Arturo sta per apparire presso Chiarelettere una sorta di originale autobiografia: Cent’anni di fraternità (in contrappunto ai cent’anni di solitudine di Garcia Marquez…). Sullo stesso fascicolo di Oreundici Nicola Colaianni traccia un coraggioso e stimolante parallelo tra i padri costituenti e i padri conciliari, segnati da uno sguardo alto, fondato sul confronto, aperto al futuro, fiducioso nell’uomo e nella sua coscienza. Tra le lettere dei lettori, pubblicate dalla rivista, colpiscono due che parlano di papa Francesco. Uno, che si confessa ateo, confessa… di aver pregato per lui! Davvero vien da pensare e sperare che qualcosa di nuovo e d’imprevedibile possa accadere (anzi, stia accadendo) nella Chiesa, ma soprattutto nella coscienza di tanti uomini e donne, nella vita di tante comunità: una fiducia nuova, una relazionalità più aperta. Frutto di papa Francesco? In un certo senso sì, certamente. Ma anche lui è frutto di qualcosa che è avvenuto e sta avvenendo. L’opera dello Spirito, certo, che agisce ogni giorno, dovunque, tra i vicini e i lontani, tra gli umili e gli invisibili, ma anche, qualche volta, sotto le volte di san Pietro. Come in quegli anni del Concilio, in cui fu gettato un seme nuovo, destinato a dar frutto magari dopo tanti anni, tanti autunni e qualche primavera.

E sull’attualità del Concilio conviene rileggere attentamente, tra molte altre cose, il bellissimo fascicolo “Concilio Vaticano II – Una bussola per il Terzo millennio” edito dall’editrice AVE come Quaderni di Dialoghi. Dialoghi è, infatti, la rivista di riflessione dell’Azione Cattolica e su di essa, lo scorso anno, erano apparsi alcuni dei contributi poi raccolti in questo quaderno. La presentazione (“Per non dimenticare”) è del teologo Giacomo Canobbio. Tra gli autori: Tangorra, Campanini, Bettazzi, Coda, Vergottini, Savagnone, Miano, Grassi, Lorenzetti.

IAmnesty, il trimestrale sui diritti umani curato dalla sezione italiana di Amnesty International, ricorda i 50 anni del discorso indimenticabile di M. L. King “I have a dream”; il fascicolo di ottobre si apre come di consueto con un planisfero sul quale sono indicate le “buone notizie” recenti. Fa impressione, ma fa anche riflettere giustamente, leggere che nelle “buone notizie” sono annoverate anche quelle che dicono: Tizio, che era stato arrestato e carcerato… è stato rimesso in libertà perché riconosciuto innocente. Oppure: i tali militari sono stati condannati a dieci anni perché anni fa avevano ucciso senza buone ragioni alcune persone… C’è molta e interessante controinformazione: sulla primavera araba (Siria, Egitto, Usa, Grenada, Afghanistan…).

A questo proposito bisogna ricordare anche il numero speciale di Religioni e società uscito alcuni mesi fa (direttore Arnaldo Nesti – Fabrizio Serra editore, Pisa) e interamente dedicato a “Primavera araba: autunno islamico?”. Dopo Piazza Tahrir e la fine di Mubarak, nota Nesti nell’editoriale,” sono arrivati Muhamed Morsi, i fratelli musulmani e un’ondata di conservatorismo islamico che ha trovato terreno fertile. Le recenti dimostrazioni, al di là del tradizionale confronto tra sunniti e sciiti, mostrano come sia in atto una dura lotta fra i letteralisti e i riformatori”.

(a.bert.)

 

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