LA CIVILTA’ CATTOLICA: lo spirito del Concilio nelle parole di padre Giovanni Sale – TESTIMONIANZE: Eros ed agape negli anni 2000 – KOINONIA: annunciare il Vangelo in modo nuovo – CONSACRAZIONE E SERVIZIO: la vocazione – ITALIA CARITAS: quelle settantamila ombre che vivono nei campi.

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Sono poche pagine, ma così dense e sincere … che meritano davvero una segnalazione. Sono le pagine dell’intervista che padre Giovanni Sale, gesuita del collegio degli scrittori de La Civiltà Cattolica, aveva rivolto al padre Roberto Tucci, scomparso in aprile di quest’anno, che era stato direttore della prestigiosa rivista dei gesuiti durante il Concilio e per molto tempo anche dopo, divenendo infine cardinale. L’intervista viene pubblicata ora, ma risale al 2007 ed era inedita. La sua lettura è di grande interesse umano, religioso ed ecclesiale; e permette di ricostruire, anzi di rivivere, l’atmosfera degli anni prima durante e dopo il Vaticano II, grazie anche alla grande sintonia che Tucci aveva con Giovanni e poi con Paolo. L’intervista, che appare ora sul numero 3957 della rivista (con data 2 maggio 2015) era stata realizzata nel 2007 ed era rimasta inedita. Sono pagine di grande acutezza e grandissima sincerità e umiltà, che meritano di essere conosciute e meditate.

E un’altra eco degli anni del Concilio risuona ogni volta che esce un fascicolo di Testimonianze, la rivista fondata da Ernesto Balducci negli anni Cinquanta. Anch’essa fu straordinario strumento di diffusione (anzi, di partecipazione) alla vicenda conciliare per migliaia di religiosi e laici e tuttora continua, senza esibizioni nostalgiche, ad approfondire temi e problemi e immagini e sogni della stagione conciliare. Lo fa anche con questo fascicolo doppio (n 498/499) dedicato al tema “Eros ed agape negli anni 2000. Tema molto più vicino al “cuore” del Vaticano II di quanto possa apparire a prima vista. Nelle 160 pagine del fascicolo si trovano suggestioni, orientamenti e intuizioni che aiutano a leggere la situazione degli uomini nel mondo di oggi e aiutano a pensare e a fare qualcosa di utile per i fratelli, per le comunità in cui viviamo e per l’intera società umana. Tra gli autori, oltre ai responsabili della rivista Simone Silani e Severino Saccardi: Vannino Chiti, Paolo Maugeri, Remo Bodei, Ennio Brovedani, Marco Trabucchi.

All’intuizione, all’attuazione e alla fecondità (auspicata, necessaria!) dell’anno santo della Misericordia indetto da papa Francesco è dedicato il fascicolo di maggio di Koinonia. Sulla Bolla Misericordiae vulnus scrive il direttore della rivista, padre Alberto B. Simoni che sottolinea “siamo nella linea di Giovanni XXIII e di Paolo VI quanto a ispirazione e obbiettivi, ma qualcosa di diverso si avverte quanto a modalità e strumenti: mentre nel Concilio la “necessità di annunciare il Vangelo in modo nuovo” porta a ripensare e ristrutturare un modello di Chiesa in dialogo con il mondo moderno. La Bolla in esame sembra guardare di preferenza ad un nuovo impegno per tutti i cristiani di testimoniare con più entusiasmo e convinzione la loro fede”. E al n 10 della Bolla si legge: “L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia … la credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole”. Sulla rivista molti altri contributi molto interessanti sulla centralità della misericordia per la presenza della Chiesa nel mondo. Ne scrivono tra gli altri Mariangela Regogliosi, Giancarla Codrignani, Domenico Gallo, Daniele Garota, Marcello Vigli.

Il tema della vocazione è al centro del numero di marzo-aprile di Consacrazione e Servizio, la rivista curata dall’Usmi. Ne scrivono, con belle riflessioni e splendidi riferimenti anche alla propria esperienza, la dorotea Fernanda Barbiero, la vicepresidente dell’Usmi Marta Finotelli, le religiose Maria Pia Giudici, Anastasia di Gerusalemme, Giuseppina Alberghina, Maria Campatelli, M.Battista Broggero, il teologo don Armando Matteo e il monaco di Camaldoli Matteo Ferrari.

In Italia ci sono almeno settantamila ombre che vivono nei campi. Sono ombre perché è difficile vederli, censirli, liberarli. Sono ombre sfruttate, il loro lavoro è nero; ed è peggio di un lavoro. “Nessuna misura di sicurezza, nessuna copertura assicurativa, vitto scarso, alloggi fatiscenti, dimore in casolari abbandonati e decadenti, affitti abusivi. Condizioni di vita indicibili, di tipo schiavistico”. Lo denuncia la Caritas Italiana sul numero di maggio della bella e coraggiosa rivista ItaliaCaritas. La rivista (che a giudizio di chi scrive queste righe è tra le pubblicazioni più interessanti e coraggiose che siano prodotte nella Chiesa italiana) dedica altri servizi alle molteplici crisi e contraddizioni che affliggono oggi il nostro Paese; e alle ingiustizie, povertà e violenze terribili che si sviluppano in tante parti del mondo. Leggere la rivista aiuta ogni coscienza cristiana (ed umana) ad avere un quadro realistico dei drammatici problemi che affliggono i poveri nel mondo e che interpellano ciascuno di noi, se ha una coscienza. Per saperne di più: www.caritas.it. Per email: italiacaritas@caritas.it.

(a.bert.)

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