JESUS: “La Chiesa sarà povera e, per questo, più spirituale” – IL REGNO- Documenti:Papa Francesco: per la pace in Siria e Medioriente – IL FOGLIO: “In Vaticano si è accesa una luce” – ADISTA-SEGNI NUOVI: Sulla situazione nelle carceri italiane

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“La Chiesa sarà povera e, per questo, più spirituale”. Lo scrive Carlo Ghidelli (biblista e vescovo di Lanciano-Ortona) su Jesus (ottobre 2013) rispondendo ad una lettrice e condividendo il suo auspicio per “una Chiesa aperta, casa di tutti senza discriminazioni né emarginati”. Sottolinea il vescovo Ghidelli: “Se oggi si parla tanto del nuovo vescovo di Roma, e lo si fa appunto a proposito della povertà nella Chiesa – segnatamente della povertà della chiesa – il motivo è molto semplice: prima ancora di essere stato scelto per questo singolare ministero nella Chiesa, egli ha mostrato di voler vivere poveramente e di voler rifuggire da ogni forma di sfarzo o di ricchezza. Francesco sta dimostrando di essere un uomo libero perché povero … e una Chiesa povera sarà certamente anche una chiesa più spirituale e semplificata, proprio in linea con quanto auspicato da Joseph Ratzinger nel suo entusiasmo di giovane teologo e, molto tempo prima, dal poverello di Assisi. Ed è questo ciò di cui ha bisogno la Chiesa di oggi”. Sullo stesso fascicolo di Jesus va segnalata inoltre un’ampia e interessante, e toccante, intervista di Mauro Castagnaro a Gustavo Gutierrez, il grande teologo della liberazione; al centro del dialogo papa Francesco e il futuro della Chiesa. E ancora: sempre ispirato dal vento nuovo che attraversa la Chiesa, un ampio servizio-dibattito sul tema della povertà. Anche in Italia crescono i poveri: chi sono? Quali le cause, quali le prospettive? Quali percorsi di solidarietà e di giustizia propone e mette in atto la Chiesa? Ne parlano don Vinicio Albanesi, la teologa Cristina Simonelli, l’economista Floriana Cerniglia e il direttore della Caritas don Francesco Soddu. Da segnalare anche un accurato servizio sulla settimana Sociale dei cattolici italiani, svoltasi a Torino a metà settembre e quasi del tutto sfuggita all’attenzione dei media e del dibattito culturale e sociale. Infine, tracciato da Gianni di Santo, un bel ritratto di Carlo Carretto a 25 anni dalla morte.

Ancora Papa Francesco: Il Regno-Documenti (n 17, ottobre) offe il testo degli interventi pontifici in favore della pace in Siria e Medioriente, il testo della risposta a Scalfari scritta il 4 settembre e apparsa sulla Repubblica; e i discorsi pronunciati durante la visita a Cagliari il 22 settembre. Interessante anche il testo della relazione del vescovo Gianni Ambrosio alla LXV Assemblea della Cei sulla missione degli educatori nella comunità cristiana; e la “lettera pastorale” dell’arcivescovo Bruno Forte su “la Chiesa che amo e in cui credo: la Chiesa del dialogo e della missione”.

“In Vaticano si è accesa una luce. Francesco e il sogno del papa”. Titola così Il Foglio di ottobre un articolo di Aldo Bodrato scritto ancor prima della pubblicazione della intervista a Civiltà cattolica. Eppure l’autore sembra intuire davvero molte cose che poi si sono manifestate: dal primato dell’amore e della coscienza alla scelta di considerarsi (e chiamarsi) anzitutto vescovo di Roma, a quella frase semplice e radicale “Chi sono io per giudicare?”. E poi quella risposta a Scalfari: “Il peccato, anche per chi non ha la fede (e dunque anche per chi ce l’ha) c’è quando si va contro la coscienza”…”Io non parlerei, nemmeno per chi crede, di verità assoluta. Assoluto è ciò che è slegato, che è privo di ogni relazione. Ora la verità secondo la fede cristiana è l’amore di Dio per noi in Gesù Cristo. Quindi la verità è una relazione! … Ciò non significa che la verità sia variabile e soggettiva, tutt’altro. Significa che essa si dà a noi sempre solo come un cammino e una vita”.

Sulla situazione nelle carceri italiane e sulla conseguente opportunità di provvedimenti di amnistia e indulto volti a rendere di fatto più accettabile il sistema giudiziario e carcerario si sofferma su Adista-Segni Nuovi n 38 del 2 novembre 2013, il presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione Michele di Schiena, ricordando che “il Presidente aveva il dovere di richiamare l’attenzione del parlamento sulla disumana condizione delle carceri”.

(a.bert.)

 

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