“Io – mi sarebbe piaciuto avesse detto Bersani – che ho vinto più di tutti…”

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Nella sua Lettera di Marzo, nell’ambito del progetto di far memoria degli anni conciliari e al tempo stesso di commentare i giorni presenti (“Il nostro ‘58”), l’autore si sofferma sul tentativo portato avanti da Bersani dopo le elezioni di fine febbraio

 

In questo mese non ho visto miglioramenti politici apprezzabili da un punto di vista generale. Bersani che, per la mia severità ed esigenze convinte, ho giudicato il migliore dei tre leader sostenuti dal voto popolare (oltre a Bersani, Grillo e Berlusconi), si è comportato bene riconoscendosi il più forte, in quanto aveva problemi solo in una delle due Camere, e anche nella seconda stava meglio degli altri due in quanto a integrazioni da trovare. Ma purtroppo (come si è visto per tutto marzo) è stato non poco leggero nel sottovalutare la difficoltà di ottenere le necessarie integrazioni per disporre di fiducia anche al Senato. Se gli elettori avessero sostenuto di più Monti, Bersani i voti necessari li avrebbe trovati di sicuro: ma, così, avrebbe dovuto fare un discorso più complesso. Io – mi sarebbe piaciuto avesse detto Bersani -, che ho vinto più di tutti voi, ho ancora bisogno, per governare questo paese (come l’Europa e la cruda verità esigono), di una convergenza in grado di garantire all’Italia il cambiamento di cui essa ha necessità. Non comincio certo a cercarla chiedendo udienza a Berlusconi, perchè questo leader mi pare di conoscerlo bene in quanto sono anni che l’abbiamo visto all’opera: è il capo di una destra che egli guida in modo tale che a me pare ci si possa alleare solo in situazioni disperate, o  quasi disperate. Sinceramente preferisco cominciare da chi conosciamo meno, e con i quali mi pare di avere in comune alcune esigenze di cambiamento. Ma, sinceramente,  forse è poca cosa e quindi dobbiamo incontrarci seriamente, con metodi sicuri per entrambi, io e Grillo, i miei parlamentari e i suoi, perchè non bastano i leader, ci vogliono anche parlamentari consapevoli della situazioni reali e in certa misura concordi nel definire il necessario, e perseguirlo. Prendiamoci il tempo che ci vuole a misurare situazioni e possibilità, ma vediamo di non perderci troppo tempo, perchè tante cose incombono, raggiungendoci da un passato in cui molti di noi abbiamo sbagliato, in definitiva, troppo per continuare. Se questa discussione per decidere insieme il cambiamento necessario, non desse buoni risultati, dovrei cercare un’altra strada che – lo dico forte e subito – a me piace molto meno. Fare un governo con Berlusconi a me non piace, come anche lui dice che non gli piace farlo con noi della sinistra, ma la minestra che è in tavola è questa. Noi del Pd non abbiamo problemi a Montecitorio perchè la  “porcata” creata dal centrodestra questa volta ha funzionato per noi; ma è una porcata che ora non funziona per niente e nessuno, se noi non ci mettiamo d’accordo con voi del M5S;  se insieme potremo cercare il cambiamento necessario, porremo fine alla “porcata”: insieme cambieremo anche questa legge. Per i posti poi discuteremo, ma prima discutiamo del programma e solo dopo il primo accordo (le idee), cercheremo e troveremo il secondo (i responsabili negli incarichi), scegliendo il meglio che ci riesca, e pronti a sostituire chi non ottenga i risultati proposti, sia dei nostri (Pd) sia dei vostri (M5S).

Qui mi posso fermare – avrebbe dovuto dire Bersan i-. Ma se non ci mettessimo d’accordo, noi Pd e voi M5S, io dovrei esercitare la mia responsabilità e consulterei di nuovo il mio  Pd, perchè mi sembra giusto sia il mio partito a decidere se debbo adattarmi a un secondo giro, meno gradito, dato che quello di prima scelta, con voi, non si è potuto concludere. Se fossi di nuovo designato, io  cercherei di vedere che cosa delle necessità italiane si potrebbe mettere in cantiere, con un accordo decente con la destra che, lo vedo, è tuttora in maggioranza raccolta dietro Berlusconi. E se non  fosse possibile nessun accordo?  La Costituzione della Repubblica sarebbe, credo e spero, quella che c’è adesso, e ci sarebbe un presidente che vedrebbe lui a chi dare il governo da fare: ma per lui non esisterebbe il settembre bianco, e anche questo potrebbe contare, per tutti, nella riflessione e nella valutazione delle cose.

Purtroppo Bersani non è stato così svelto e deciso da fare, all’incirca, o magari anche più chiaro e accattivante, un discorso similare: il tempo passato ha lasciato troppi punti sospesi nel vuoto e Napolitano ha fatto quel che poteva per andare più avanti, ma credo anch’io che non si possa fare molta strada con le due Commissioni di saggi  trovati e poi inciampati e alla fine esautorati (così sento stia succedendo, mentre scrivo queste righe). Il problema che viene all’odg è quello di eleggere un Presidente della Repubblica. Pensateci tutti bene, voi che parteciperete alla Assemblea competente. Eletto il nuovo Presidente, ogni gruppo parlamentare pensi ancora di più  chi dovrà indicare in vista di ricevere l’incarico di provare a formare un governo che ci governi. Ha ragione anche Franceschini a dire che non si possono sempre scegliere i nemici (e che la pace si fa con loro, l’ammetteva anche Begin in Israele…). Il Pd resta in prima fila, perchè ha il controllo della prima Camera, e Bersani o Renzi, o qualcuno di chi partecipò alle primarie, o chi vorrà decidere l’Assemblea del Pd, votando e anche andando a un ballottaggio se opportuno tra i due più votati (due o tre giorni bastano, prendete esempio dai cardinali che hanno avuto sulle spalle problemi non meno gravi). Auguri, e naturalmente ricordate tutti  che il nuovo presidente non avrà i limiti del “semestre bianco”.

Quanto a noi, del “Nostro peculiare 58”, continueremo a interrogarci come mai siamo in ritardo così grave sul piano civile….

 

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  1. Sono d’accordo, tuttavia trovo gravissimo che Bersani abbia così a lungo insistito con i 5 Stelle (era chiarissimo che avevano tutta la convenienza e tutta la giovanile intransigenza per dire “siamo diversi, non stiamo a nessuna allenza”, ecc.) e abbia chiuso tutte le porte possibili a Berlusconi, dandogli tra l’altro una legittimazione a fare il perseguitato (ruolo che gli si addice benissimo e ceh sa come far fruttare in termini di voti).
    Penso che grazie a questo dissennato comportamento finiremo per far pensare al Paese che ci importa più del PD che delle condizioni in cui versa, faremo vincere Berlusconi e potremo finalmente dedicarci al vero sport nazionale della sinistra, ossia discutere di chi è stata la colpa di una sconfitta.
    Complimenti vivissimi, continuiamo così!
    Un elettore deluso e anche stufo.

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