IL TETTO: “Solo un pensiero critico ed autocritico può alimentare una cultura creativa” – ITALIA CARITAS: La crisi abitativa – ADISTA: nel mondo cattolico si diffonde l’idea di costruire un’Europa “diversa” – MOSAICO DI PACE: l’utopia è possibile.

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Il Tetto compie 50 anni. La coraggiosa rivista che si fa a Napoli intorno a Pasquale Colella, compie mezzo secolo. Non è poco per un’iniziativa veramente di base, vissuta nella serietà della riflessione e della comunicazione, senza compromessi né secondi fini. Un grande servizio al dialogo culturale, all’impegno civile, al rigore morale e alla maturazione di una sensibilità cristiana nello spirito del Concilio. In un contesto socioculturale particolarmente difficile, esercitando ogni volta che la coscienza lo chiedesse il diritto (e faticoso dovere) del dissenso. “Solo un pensiero critico ed autocritico”, scrive Fabio Ciaramelli, “può alimentare una cultura creativa, capace di rispondere alle sfide e sempre alla ricerca della “terra promessa” (come scrive Nicola Iasiello). La rivista ospita su questo numero 298 vari contributi che ne illustrano la storia e ne fanno indovinare, come anche noi auguriamo, un futuro coerente e vivace “tra sapere critico e militanza”.

“La crisi acuisce la vulnerabilità abitativa in Italia. Molti hanno fame di case. Ma chi ne abita una fatica a sostenerne i costi”. Così la copertina e il servizio di apertura di ItaliaCaritas (marzo 2014). Vengono offerti molti dati ed informazioni sulla crisi (economica) delle famiglie, degli anziani, degli immigrati. E si parla del 37° Convegno nazionale delle Caritas diocesane (Cagliari, 31 marzo – 4 aprile). Tante notizie e tanti impegni (la campagna Caritas di “per un cibo per tutti), le notizie poco conosciute (il conflitto che dilania il Sud Sudan (diecimila morti!) fanno di IC (ItaliaCaritas) una vera rivista di informazione, cultura e coscientizzazione. Nella sua semplicità forse la più bella e incisiva in Italia.

C’è un appello un po’ trasversale che attraversa l’Italia in vista delle elezioni europee. Ed è: “votate Tsipras”. Ognuno farà liberamente le sue considerazioni tenendo conto delle idee, della coerenza, della realizzazione possibile, delle persone… ma è certo che anche nel mondo cattolico si diffonde l’idea di costruire un’Europa “diversa”, più giusta e solidale; senza troppi compromessi. Ne parla Adista, in particolare già sul numero del 15 marzo pubblicando una lettera aperta e un appello di Francesco Martone di Sel. Sempre sul fascicolo Segni nuovi (n 10) un interessante articolo di Luigi Sandri che aiuta a capire anche dal punto di vista religioso la situazione dell’Ucraina, da tempo divisa tra greco-cattolici (“uniati”) e fedeli della chiesa ortodossa (che guarda a Mosca).

Sfogliando una rivista come Mosaico di Pace viene spontaneo pensare che l’utopia è possibile. Il fatto che certi temi vengano affrontati, se ne scriva e se ne legga, è già un’utopia realizzata. Poi vedremo se quei semi daranno frutti, ma non è impossibile; e vale la pena di sperare ed impegnarsi per realizzarli. Per esempio sul fascicolo di marzo c’è l’articolo (di un’avvocatessa) che auspica la chiusura dei “centri di identificazione ed espulsione” sia per il ruolo che rivestono sia per il modo in cui operano. In un altro articolo si rilancia la proposta di costruire dei Corpi civili di pace (sogno di Alex Langer!). La co-presidente di pax Christi internazionale Marie Dennis disegna il sogno di una giusta pace in Siria. Altri articoli parlano della speranza in una nuova Europa (anche in vista delle elezioni…), della prevenzione della violenza sulle donne, delle possibili aperture della Chiesa ai divorziati risposati, di una Chiesa di base che incarni il Vangelo nella storia. E nell’ultima pagina Luigi Bettazzi, già vescovo di Ivrea e presidente internazionale di Pax Christi, parla di Papa Francesco e del sogno, forse possibile, di una Chiesa dei poveri (e dunque povera essa stessa…).

(a. bert.)

 

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