IL SEGNO: per uscire dalla crisi serve un cambio di mentalità –KOINONIA: la centralità dell’Eucarestia nella vita delle comunità – IL GALLO: per la riabilitazione di Ernesto Bonaiuti nella Chiesa e nella società. IL REGNO: l’Ecclesiam Suam enciclica sul dialogo

| 0 comments

L’expo 2015 a Milano potrà essere un momento di svolta per uscire dalla crisi che attraversa il paese. Ma per uscire servirà un cambio di mentalità: “rovesciamo il modo in cui guardiamo la crisi. Non più come un’emergenza da affrontare con piccoli rimedi in attesa di tempi migliori, ma come una circostanza che ci mette in azione in modo rinnovato … se siamo chiamati a passare attraverso questa fase c’è un perché. E c’è sicuramente una via d’uscita”. Il settimanale diocesano di Milano, Il Segno (ottobre) riporta e illustra questo pensiero e questa speranza del cardinale Scola; sullo stesso numero un ricordo di Marcello Candia (l’industriale che investì la sua vita e i suoi beni nelle missioni dell’Amazzonia brasiliana) del quale la congregazione delle cause dei Santi ha riconosciuto l’eroicità delle virtù cristiane. Il settimanale diocesano di Milano ospita inoltre numerosi articoli, documenti e significative testimonianze di religiosi e laici in relazione alla beatificazione di Paolo VI.

Koinonia di settembre ha dedicato la maggior parte del fascicolo al tema dell’Eucarestia, mettendone in luce non solo la centralità nella vita delle comunità cristiane, ma anche la carica trasformatrice (delle persone e della Chiesa). Una vasta antologia di testi teologici e spirituali, cattolici e non, mette in luce come un’interpretazione e un’esperienza rinnovata e rinnovatrice dell’Eucarestia possa essere fondamento di un nuovo cammino dei credenti non solo nella Chiesa, ma anche per la loro vita nel mondo.

La rivista genovese Il Gallo nel fascicolo di ottobre ospita un “appello” di Vittorio Bellavite e altri per la riabilitazione di Ernesto Bonaiuti nella Chiesa e nella società. L’appello ricorda che Bonaiuti fu scomunicato per aver condiviso idee “moderniste”. Cattolico convinto, profondamente antifascista fu tra gli ecclesiastici più contrari al concordato. Rifiutò il giuramento di fedeltà al regime fascista e perdette la cattedra universitaria che non potè riavere neppure dopo la liberazione perché il Concordato (art 5,3) proibiva anche l’insegnamento universitario agli scomunicati. Bonaiuti morì nel 1946, e Bellavite ricorda che, pur considerato scomodo da tutti i centri di potere, Bonaiuti era stato stimato da Angelo Roncalli e da tanti altri spiriti liberi proprio per la fedeltà alla sua coscienza e per la sua rettitudine intellettuale e morale.

In occasione della beatificazione di Paolo VI Il Regno (n 16, Attualità) pubblica tra l’altro un breve, vivissimo, recente testo del 96enne cardinale Roger Etchegaray. Ricorda, per esempio, che Jean Guitton aveva rivelato che, consultato da Paolo VI all’indomani della sua elezione, gli aveva suggerito un’enciclica sulla verità. E Paolo VI gli perferì un’enciclica sul dialogo l’Ecclesiam Suam, che Etchegaray definisce “forse più attuale ancora dopo cinquant’anni”! E il ricordo del cardinale conclude con le parole di Paolo VI: “Chiudo gli occhi su questa terra dolorosa, drammatica, magnifica” e commenta: “Paolo VI è tutto in questa parola fremente e gioiosa, che appare alla fine del suo testamento!”.

(a.bert.)

Lascia un commento

Required fields are marked *.