IL SEGNO: il beato della Carità – SERVIR: lo scandaloso arretramento della “operazione Triton” – AGGIORNAMENTI SOCIALI: l’immobilismo in Italia e in Europa – SPIRITO E VITA: che il 2015 possa essere una sorta di “Pentecoste”.

| 0 comments

La beatificazione di Paolo VI ha destato naturalmente grande partecipazione e gioia nella diocesi ambrosiana. Se ne è fatto portavoce anche il periodico diocesano, il mensile Il Segno che, nel fascicolo di novembre, ha riportato anche le parole di ringraziamento espresse dal cardinale Scola nella basilica di San paolo fuori mura. Il Segno commenta e approfondisce anche il cenno espresso da papa Francesco a proposito della terza guerra mondiale che si sta combattendo “a pezzi” nel mondo. Ne scrivono tra gli altri Gianni Borsa e Antonio Papisca e Valeria Fiorani Piacentini che insegna Istituzioni del mondo musulmano all’università Cattolica. E vari altri articoli testimoniano un’interessante attenzione alla situazione e soprattutto alle crisi che segnano gran parte del nostro pianeta. E la Caritas diocesana cura l’inserto centrale che, nello spirito di Paolo VI (definito “il beato della Carità”), mette al centro della pastorale il programma di “farsi prossimo” per educare e sviluppare l’attenzione verso i bisogni e i drammi di tutte le persone (e le famiglie) che ci stanno vicino…

Su Servir (n 11/2014), che è la rivista-notiziario dell’associazione Centro Astalli per l’assistenza degli immigrati, Bernardino Guarino mette l’accento sul drammatico, scandaloso arretramento segnato dalla “operazione Triton”, promossa dalla Commissione europea e che mette in campo una quantità e qualità di mezzi molto inferiore rispetto all’”operazione Mare nostrum” con la quale il nostro Paese aveva cercato di affrontare l’emergenza delle persone che fuggono disperate da Siria, Eritrea e Iraq e altri Paesi devastati da conflitti. Mare nostrum in meno di un anno era riuscita a salvare più di centomila persone; è stata chiusa e sostituita da un progetto con navi che pattuglieranno una zona molto più ridotta e saranno meno adatte a operazioni di salvataggio. Tutto questo per risparmiare denaro; ma i risparmi che si faranno sono una cifra irrisoria rispetto ai bilanci annuali d’Italia e di Europa, anche a rischio di non prestare soccorso nell’ultimo miglio del viaggio, quando le persone sono in mare e rischiano la vita!

Anche l’editoriale di Aggiornamenti sociali di dicembre esprime, per la penna del direttore Giacomo Costa, gesuita, la preoccupazione per la tendenza generale in Italia e in Europa a una sorta d’immobilismo che rimanda i problemi o li affronta con insufficiente determinazione. La corruzione del costume pubblico così come il dissesto idrogeologico per quel che riguarda l’ambiente e il territorio ne sono forse gli aspetti più visibili. Su questo panorama preoccupante si accende però la luce di speranza rappresentata dall’insegnamento e dalla testimonianza di papa Francesco e dall’approccio culturale che egli offre, incentrato sul rispetto e valorizzazione del pluralismo delle culture, delle risorse e degli stimoli di rinnovamento. L’apertura alle novità e alla solidarietà non sono ancora, forse, una piena risposta ai drammatici problemi che si affacciano sempre più; ma esprimono almeno la volontà di riconoscerli e affrontarli in senso positivo, con una matura e condivisa ricerca delle soluzioni che rispettino un’autentica “ecologia umana”. In fondo è una vera novità, perché per troppo tempo abbiamo negato i problemi…

E l’auspicio che il 2015 possa essere una sorta di “Pentecoste” viene espresso e argomentato dalla rivista Spirito e Vita. Scrive padre Albino Finotto in apertura del n 9/2014, sottolineando che papa Francesco ha dedicato alla “vita consacrata” (che è quella dei religiosi, ma in certo senso di tutti i credenti): “si apre un ciclo nuovo a quanti seguono Gesù Cristo povero, casto, obbediente… a chi vive in apprensione suggeriamo di puntare sul dono dello Spirito e di rifarsi alla pentecoste guardata tuttavia in controluce: la speranza proviene da quella festa… chiediamo una nuova Pentecoste che ci indichi il cammino da intraprendere e, in controluce, scorgiamo che lo Spirito guida ancora i nostri passi”. E i credenti sono chiamati sempre più, al di là della tradizione religiosa, a scoprire la loro vocazione autenticamente religiosa sia nella vita ecclesiale che in quella civile.

(a.bert.)

Lascia un commento

Required fields are marked *.