IL GALLO: i cristiani e la legge civile – ILREGNO-ATTUALITA’: lo scarso contributo dei cattolici alla città di Roma – ADISTA: chiesa “di base” e vita quotidiana – MOSAICO DI PACE: viaggio nel mondo zingaro – CIVILTA CATTOLICA: religioni e pace

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Affascinante, come sempre, la lettura del primo numero del 2015 della rivista Il Gallo. Essa è realizzata a Genova, come si sa, dal 1946; ed ha saputo aggiornarsi via via ai nuovi temi e al nuovo contesto, mantenendo assai nitida la propria fisionomia e coerente lo stile di dialogo costruttivo e di spiritualità non disincarnata. A gennaio, ad esempio, c’è un editoriale sulla speranza, riflessioni sulla Scrittura e sulla fede. Tra molti altri segnalo una riflessione di largo respiro su “i cristiani e la legge civile”, proposta da Giannino Piana, uno dei maggiori teologi morali non solo italiani. Cita Weber e Habermas, raccomanda di distinguere bene tra etica e diritto (distinzione difficile, ma del tutto necessaria e preziosa!) e invita i credenti a impegnarsi in un’azione educativa coerente e incisiva perché solo così il messaggio cristiano diventa lievito e non appare come una fredda e sgradevole precettistica. E un po’ nella stessa linea, seppure con un taglio diverso, incentrato sulla vocazione oggi (vocazione cristiana, non solo quella a far parte del clero!), Carlo Carozzo riflette e propone la necessità di vivere il presente, leggere i segni dei tempi e convertirsi continuamente. Solo così, conclude riferendosi ad un recente e prezioso libro di Carlo Molari (La vocazione cristiana oggi, ed Cittadella, 2014), si scopre come Dio è presente nella nostra storia.

Tra le varie notizie e riflessioni contenute sul n 22 (del 2014) de Il Regno – attualità spicca una riflessione di Domenico Rosati (già presidente delle Acli, parlamentare e coscienza vigile e creativa del cattolicesimo democratico) che propone ai cattolici un serio e severo esame di coscienza sul poco e mediocre contributo che essi hanno dato negli ultimi decenni allo sviluppo umano e cristiano della città di Roma. Nonostante qualche preziosa iniziativa (come il convegno del 1974 sulle attese di carità e giustizia della città di Roma, presto dimenticato!), nonostante l’impegno di alcune persone (religiosi come Clemente Riva e Luigi di Liegro, laici come Giuseppe De Rita e Luciano Tavazza) i cristiani di Roma (e le strutture ecclesiastiche) non hanno saputo offrire alla città adeguate ragioni d’impegno, speranza e rinnovamento. Interessante, naturalmente, un ampio dossier sulla “novità” di papa Francesco, confrontato con i papati precedenti. In particolare il teologo Walter Kasper analizza le linee teologiche del pontificato sottolineando le profonde novità rispetto ai predecessori: “una nuova epoca inizia”. A sua volta il teologo Pietro Stefani su Adista (n. 5, 7 febbraio 2015) offre un’acuta riflessione su papa Bergoglio, mettendo in guardia da contrapposizioni e semplicismi e invitando a riscoprire e realizzare davvero uno stile di comunità e collegialità sia a livello istituzionale che a livello di chiesa “di base”, nella vita quotidiana.

Mosaico di pace, mensile di Pax Christi, propone a gennaio un “viaggio nel mondo zingaro”, del quale spesso si parla, ma del quale spesso non conosciamo quasi nulla. Don Fabio Corazzina aiuta inoltre a riflettere sull’infelicità e il dolore delle persone e propone una domanda molto seria: “è possibile farci carico del dolore nostro e altrui? in che modo? E suggerisce alcune piste: riflettere sulla responsabilità anche della predicazione religiosa quando sembra incitare all’intolleranza; sforzarsi di esercitare il potere in termini di responsabilità e gratuità, non di prepotenza o violenza; rivalorizzare la vocazione alla prossimità con gli altri, propria delle religioni e specialmente della realtà biblica. L’ampio dossier è dedicato ad un ampio, e interessante, viaggio nel mondo zingaro in Italia, realizzato in collaborazione con la Caritas italiana.

L’attentato dello scorso 7 gennaio a Parigi è affrontato nell’editoriale di Civiltà Cattolica del 17 gennaio. Un episodio terribile che obbliga le religioni a chiedersi se esse fanno tutto il possibile per vivere e lavorare insieme, nel dialogo e rispetto reciproco. C’è il rischio drammatico che si diffonda l’idea che “siano le religioni a impedire la crescita di un mondo pacifico… mentre è vero esattamente il contrario”. è evidente dunque che deve crescere il dialogo, la collaborazione, il rispetto e l’amore tra gli uomini religiosi, ed essi devono farsi portatori e protagonisti di un amore verso tutti, tutti gli uomini.

(a. bert.)

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