IL GALLO: convivere senza cadere in isterismi collettivi – ADISTA: “Proteggere la Costituzione, salvare le democrazie” – APPUNTI DI CULTURA E DI POLITICA: Crisi delle ideologie politiche: ripartire da dove? – SPIRITO E VITA: Cristiani, cattolici, religiosi … idolatri? – LETTERA DELLA FRAERNITA’ ANAWIM: lettera aperta del Sinodo della Chiese metodista e valdese a papa Francesco

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“Non si cerca di capire le ragioni, le cause, le responsabilità che stanno alla radice del fenomeno ormai inarrestabile, con il quale bisogna accettare di convivere senza cadere in isterismi collettivi o comportamenti contrari a quegli ideali di cui l’occidente si dice fiero portatore quali la libertà, l’eguaglianza degli esseri umani, la giustizia e la solidarietà…”. Lo afferma l’editoriale del numero di ottobre della rivista genovese Il Gallo, in apertura di un fascicolo che ospita molti altri interessanti interventi (Giannino Piana sull’autorità del Magistero, Giorgio Chiaffarino in ricordo di Arturo Paoli, Luisella Battaglia sull’ “eco teologia” di papa Francesco). Particolarmente bella e toccante la testimonianza di un papà adottivo che racconta la sua (e della moglie) gioiosa e faticosa esperienza nell’adozione di un bimbo di tre anni.

“Proteggere la Costituzione, salvare le democrazie”; è l’appello del coordinamento per la democrazia costituzionale (tra gli altri Raniero La Valle, Lorenza Carlassara, Aldo Bozzi, Domenico Gallo, Stefano Fassina …), in cui si critica, fra l’altro, la tendenza ad immaginare un quadro istituzionale incentrato su “la figura dell’uomo solo al comando”. Domenico Gallo su Adista Segni nuovi n 34 (del 10 ottobre) indica l’origine di questa tendenza nel pensiero di Francesco Cossiga che indicava, già nel 1991, l’esigenza di “dare più potere al potere”, ridimensionando il sistema dei pesi e contrappesi a vantaggio di un governo forte se non anche di un uomo forte.

“Crisi delle ideologie politiche: ripartire da dove?” Se lo chiede Appunti di cultura e di politica sul fascicolo n 4/2015 aprendo il dibattito con gli interventi di Filippo Pizzolato, Giovanni Bianchi e Paolo Cugini. La rivista (nata al tempo di Lega democratica e ora espressione di Città dell’uomo, che era stata fondata da Giuseppe Lazzati) indica la necessità di superare le debolezze della “politica liquida” e le tentazioni di una politica superficialmente decisionista. Molto interessante il saggio di Giovanni Bianchi che affronta anche il tema dello “specifico” cattolico-democratico (che si rivela in modo particolare nell’attenzione agli enti e realtà locali e alla partecipazione democratica sostanziale e non solo formale, esteriore). Interessante, sullo stesso fascicolo, l’intervista di Mimmo Sacco al padre GianPaolo Salvini che spiega e approfondisce i contenuti profondi dell’insegnamento di papa Francesco anche nella dimensione sociale e politica.

Chi credesse che la rivista Spirito e Vita (all’apparenza così modesta) offra solo qualche riflessione “spirituale” e magari evasiva o consolatoria, si sbaglierebbe di grosso. Sul n 6/2015 (intitolato “Cristiani, cattolici, religiosi … idolatri?) si può leggere l’editoriale di Armando Matteo che pone in termini chiarissimi la domanda che sta davanti ad ogni cristiano: Che cosa si trova al centro della nostra vita, del nostro impegno, del nostro amore? L’alternativa è tra Gesù e Narciso. Tra i nostri interessi egoistici e il nostro prossimo. E così il fascicolo si sviluppa chiedendo a ciascuno di riflettere sulla verità (o sulla menzogna) del nostro essere cristiani, sulla idolatria (che è una tentazione sempre presente ) sulla mondanità che ci seduce. Ne scrivono Felice Scalia, Dario Fridel, Dario Stolfa, Renato Tamanini, Patrizia Nocitra, con l’appoggio di tanti testi di papa Francesco.

E su la Lettera della fraternità Anawim di settembre si può leggere tra l’altro, presentata e commentata da Adelina Bartolomei, la lettera aperta che il Sinodo della Chiese metodista e valdese, per mano di Maria Bonafede e Fulvio Ferrario, ha scritto a papa Francesco dopo la sua visita al tempio valdese di Torino. Una lettera che invita (e per certi versi inizia) a scrivere insieme una storia nuova …

(a. bert.)

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