IC-ITALIA CARITAS: panchinari loro malgrado – OREUNDICI: insieme – ILFOGLIO: la grande figura del card. Pellegrino – ADISTA- SEGNI NUOVI: la scuola: qualità del vissuto quotidiano e prospettiva futura di un Paese- CONSACRAZIONE E SERVIZIO: abbracciare il futuro con speranza. -MOSAICO DI PACE: nell’era del denaro

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“Panchinari loro malgrado”. La copertina di IC-ItaliaCaritas di novembre è dedicata a loro, ai giovani chiamati “Neet”. Ai giovani, cioè, che non lavorano, non studiano, non si formano…  A loro la rivista dedica la copertina che evoca la lo scoraggiamento di chi non riesce a far nulla e rimane emarginato e scoraggiato. Walter Nanni e Serena Quarta hanno dedicato un “rapporto”, uno studio sui giovani, appunto, in condizioni di povertà e di esclusione sociale (pubblicato dalle Edizioni Lavoro realizzato da Caritas e dall’Università del Salento). Italia Caritas offre una sintesi del rapporto e alcune considerazioni molto importanti poiché quello dei giovani “marginali” è problema drammatico nell’Italia di oggi e riguarda più di tre milioni di giovani italiani e stranieri immigrati. Non mancano, sullo stesso fascicolo di IC, proposte che riguardano la scuola, la formazione professionale, l’inserimento lavorativo, un’attenzione alle persone e al territorio …  La bella rivista della Caritas sullo stesso numero sottolinea la necessità di adeguate informazioni sui pericoli dell’Aids, sulla necessità di sviluppare il volontariato … E non manca, accanto all’attenzione verso questi problemi presenti da noi in Italia, uno sguardo attento ai drammatici problemi che stanno esplodendo in altri Paesi (dal Congo al Sudafrica, Colombia , Haiti …). Sfogliando le pagine della rivista della Caritas vien da pensare che sono pagine di vera cultura e leggerle aiuta non solo a capire la realtà del mondo in cui viviamo (drammatica) ma quali doveri incombono, in coscienza, su ciascuno di noi.

Il fascicolo di dicembre di Oreundici s’intitola “Insieme” ed è dedicato ad approfondire la dimensione della solidarietà, dell’attenzione reciproca, della carità intelligente, della scoperta e della valorizzazione delle diversità. Sul tema si possono leggere testimonianze e belle riflessioni di Zygmunt Bauman, Antonino Leotta, Dante Ghezzi, Mario De Maio, Silvia Pettiti.

Alla grande figura di Michele Pellegrino (studioso dei Padri, vescovo conciliare e cardinale di Torino) è stato dedicato un bel convegno svoltosi a Bose in ottobre. Ne parla ampiamente Il foglio, il “mensile di alcuni cristiani torinesi” (come si autodefinisce con molta umiltà!), in realtà una delle voci più fresche e sincere e coraggiose della cristianità italiana. Ricordando anche che “nella sua profezia, Pellegrino pagò in prima persona”, Enrico Peyretti che del Foglio è direttore e fondatore (e anima) scrive giustamente che “il dialogo col mondo moderno deve avvenire specialmente nella chiesa locale, ma ci vuole anche la parresia dei vescovi perché ci sia collegialità. Solo coi carismi di tutti la Chiesa può evangelizzare”.

La fiducia degli italiani verso la scuola sta diminuendo. È una constatazione assai importante e grave, sulla quale occorrerà riflettere “perché la scuola questo è: qualità del vissuto quotidiano e prospettiva futura di un Paese”. Lo scrive Carlo Mari su Adista – Segni nuovi n 42 del 3 dicembre.

Un invito ad “abbracciare il futuro con speranza” viene dalle pagine del dossier contenuto nel fascicolo novembre-dicembre di Consacrazione e Servizio, la rivista rivolta anzitutto ai religiosi, dalle cui pagine emerge una grande e condivisa attenzione e riconoscenza verso papa Francesco che invita e aiuta davvero i credenti ad andare incontro al futuro con atteggiamento lieto e positivo nella luce della fede e dell’amore.

Promossa da Pax Christi e diretta da Alex Zanotelli la rivista Mosaico di pace intitola il numero di novembre “Nell’era del denaro”. Articolato e vivace, il ricco fascicolo ospita scritti di Zanotelli, di Peppe Sini, Tonio Dell’Olio, Franco Dinelli, Giuseppe Schiavello, Ettore Palazzolo, Riccardo Milano e altri, fra i quali Gabriele Scalmana che, riprendendo un tema caro a papa Francesco, sottolinea che la cura della Terra come casa comune degli uomini e la conversione ecologica costituiscono davvero “una nuova opera di misericordia”.

(a.  bert.)

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