HOREB: Dare un volto umano alla città – JESUS: Possiamo ancora dirci cristiani se?… AGGIORNAMENTI SOCIALI: integrare e non abbandonare  – I PICCOLI FRATELLI DI GESU’: racconti di vita evangelica – ADISTA: le ragioni del No – IAMNESTY: Rapporto 2015-16

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“Dare un volto umano alla città” è il titolo di copertina del fascicolo 73 (gennaio-aprile 2016) di Horeb, la rivista di spiritualità curata dai padri carmelitani siciliani di Barcellona Pozzo di Gotto. Emerge la spaventosa diversità che salta all’occhio guardando i due mondi che si incrociano nelle nostre città (e si scontrano più che incontrarsi …): i luoghi dell’abbondanza e delle risorse intellettuali e materiali e i non-luoghi dell’anonimato, della miseria, violenza, sradicamento … Non manca la ricerca e l’analisi dei vari tentativi di costruire esperienza di convivenza davvero civile e umana, come la testimonianza di un La Pira ed anche di comunità religiose (come i frati Mendicanti) che vivono in mezzo al popolo.

Possiamo ancora dirci cristiani … se critichiamo il Papa che a Lesbo incontra e invita a salvare quelli che fuggono dalla miseria, dalla violenza … e cercano una speranza? Se lo chiede Antonio Rizzolo sul numero 5/2016 del mensile Jesus, in fascicolo che offre ai lettori molti spunti di riflessione sui temi della “integrazione” secondo l’Amoris laetitia, nello spirito di quella misericordia pastorale che caratterizza il pontificato di Francesco. In questa luce appare poi particolarmente interessante l’apertura dell’inchiesta sulla Chiesa italiana dopo Firenze, in cui ci si chiede se e come la Chiesa italiana, cercando di divenire un “cantiere sinodalità”, riesce a mettere in pratica adeguatamente le spinte riformiste di Papa Francesco.

Nell’esortazione apostolica Amoris laetitia papa Francesco ripropone e rilegge il messaggio che è emerso dai due Sinodi sulla famiglia (ottobre 2014 e ottobre 2015). Lo fa con la sua forza e originalità, ispirato dal suo atteggiamento di fondo: cura e accompagnamento, integrare e non abbandonare, escludere o lasciare soli: “tali espressioni, che continuamente ritornano nel testo dell’AL, esprimono questa preoccupazione di papa Francesco”: così scrive l’editoriale di Aggiornamenti sociali di maggio. E aggiunge: “ Per questo tutte le situazioni familiari trovano spazio nelle pagine dell’esortazione: quelle felici e quelle di difficoltà; quelle di successo e quelle di crisi o di fallimento; quella delle coppie sposate e quelle di coloro che scelgono o sono costretti da vincoli e condizionamenti a convivere”.

I piccoli fratelli di Gesù è una rivista piccola, ma molto interessante anche perché legata alla vita concreta e a una fede limpida e libera, qual è quella della famiglia religiosa da cui prende il nome. Le fraternità dei Piccoli fratelli e delle Piccole sorelle vivono in diversi luoghi del mondo, ma sempre con quella radicale semplicità di vita evangelica (lavoro, contemplazione, povertà …) che li ha segnati e li rende tanto attuali ed esemplari anche per la Chiesa di oggi. Anche sul fascicolo appena stampato, primo semestre del 2016, ci sono racconti di vita evangelica, riflessioni tratti soprattutto dalle lettere che i piccoli fratelli si scrivono liberamente per darsi notizie delle loro vite nelle differenti parti del mondo. E sono notizie che interessano e arricchiscono tanto più i lettori che vivono vite “normali”, ma hanno sete di Vangelo.

Adista-documenti n 18 del 14 maggio riporta, tra l’altro, il testo integrale dell’ampio e forte intervento di Raniero La Valle per esporre le ragioni di votare “No” al referendum sulla riforma costituzionale voluta dal governo Renzi.

IAmnesty, trimestrale di Amnesty International, offre sul fascicolo 2/2016-aprile un “Rapporto 2015-16” sulla situazione dei diritti umani nel mondo, con un forte e puntuale commento di Roberto Zichittella e una denuncia sull’uso di bombe italiane negli attacchi contro zone densamente popolate nello Yemen. Un altro interessante articolo-denuncia sullo stesso numero della rivista è intitolato “Mai più spose bambine” e illustra tra l’altro l’impegno di Amnesty International per combattere questa drammatica realtà diffusa in vari paesi ma drammatica, ad esempio, in Burkina Faso.

(a.  bert.)

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